ORCEL NUVOLOSO – IL NEO BOSS DI UNICREDIT NON SI È ANCORA INSEDIATO CHE E' GIÀ FINITO NEL FUOCO DELLE POLEMICHE PER IL SUO MAXICOMPENSO DI 7,5 MILIONI – PERCHÉ ALLIANZ ASSICURAZIONI HA AUMENTATO LA SUA PARTECIPAZIONE AL 3,112%? CI SONO DUE RAGIONI. LA PRIMA È LA PRESENZA DI UNICREDIT IN GERMANIA. LA SECONDA È CHE I TEDESCHI HANNO CAPITO CHE STA TORNANDO DI MODA LA BANCA-ASSICURAZIONE...
1 – DAGONEWS
Perché Allianz ha deciso di aumentare la propria partecipazione in Unicredit? Dietro alle mosse del colosso tedesco ci sono due ragioni. La prima è la presenza dell’istituto italiano in Germania, dove possiede la HypoVereinsbank.
La seconda è che i tedeschi hanno capito che in Italia (e non solo) è tornata di moda la banca-assicurazione (vedi Unipol-Bper e Banca Intesa) e vedono un grande futuro nell’operazione Unicredit, che in passato era in Mediobanca (e quindi con un piede in Generali) ma ora è molto debole sul lato assicurativo. In Italia i tra principali player sono Generali, Unipol e la concorrente Intesa Sanpaolo, e Piazza Gae Aulenti non tocca palla.
Intanto il nuovo boss Andrea Orcel, che deve ancora insediarsi, deve già fronteggiare le polemiche per la sua maxi-remunerazione.
Come scrive Cinzia Meoni sul “Giornale”, Unicredit non ha svelato il pacchetto che lo ha convinto ad accettare il posto di Mustier ma, secondo le stime dei proxy advisor, dovrebbe comprendere una parte fissa annua di 2,5 milioni e una remunerazione variabile in azioni fino a 5 milioni.
Se la parte fissa è considerata dai fondi stranieri troppo alta, la seconda non sta né in cielo né in tera perché il comitato remunerazione di Unicredit ha dimenticato ad ancorarla al raggiungimento di determinati obiettivi. E al momento, non essendo ancora insediato, non c’è un piano di crescita e profitti.
unicredit hypovereinsbank sede
Senza considerare che questo è un momento storico in cui la questione stipendi dei CEO è molto sentita, sia dentro alle banche che fuori…
2 - MONTEPASCHI SENZA FUSIONE L'AUMENTO È A RISCHIO
R.E. per "la Stampa"
Per il Monte dei Paschi sarà più facile avere l'ok di Bruxelles alla ricapitalizzazione con intervento dello Stato «in presenza di un gruppo bancario acquirente solido» mentre restando da sola la valutazione «presenta incertezze rilevanti» per la «difficoltà» di mostrare una «redditività adeguata».
Dalle risposte date al socio Bluebell in vista dell'assemblea del 6 aprile emerge anche che degli 1,5 miliardi di euro di fabbisogno di capitale che Mps prevede di avere alla fine del 2021 solo una piccola parte, il 15%, pari a circa 225 milioni di euro, è riconducibile agli effetti del covid sulla banca mentre l'85% dipende da altre cause come accantonamenti per rischi legali e scissione dei crediti deteriorati a favore di Amco.
Ciò significa che per Mps, in caso di ricapitalizzazione a carico dello Stato, sarà dunque più complicato accedere alle misure di sospensione del burden sharing, introdotte dalla Commissione Ue per agevolare il sostegno statale alle imprese e alle banche messe in difficoltà dalla pandemia. Resta accantonata, per ora, l'azione di responsabilità contro gli ex amministratori - Fabrizio Viola e Alessandro Profumo - perché dal Monte si «ritiene opportuno esaminare anzitutto le motivazioni della sentenza».
3 - UNICREDIT, I «PROXY» CRITICI SUL MAXISTIPENDIO DI ORCEL
Cinzia Meoni per "Il Giornale"
Andrea Orcel deve ancora insediarsi al timone di Unicredit ed è già polemica. Il banchiere, che sarà nominato ad dall'assemblea del 15 aprile, è finito nel mirino dei proxy advisor a causa della sua maxi-remunerazione: fino a 20.500 euro al giorno, domeniche e festivi compresi.
Unicredit non ha svelato nel dettaglio il pacchetto che ha convinto il banchiere ad accettare il posto lasciato vacante da Jean Pierre Mustier ma, secondo le stime dei proxy, dovrebbe comprendere una parte fissa annua di 2,5 milioni e una remunerazione variabile in azioni fino a 5 milioni. Sul 2021 la parte variabile non sarà soggetta ad alcuna condizione di performance.
Per Glass Lewis, che invita gli azionisti a votare contro la politica di retribuzione proposta da Unicredit, si tratta un meccanismo poco trasparente in quanto non collegato a performance, il che mal si accorda con le migliori prassi del mercato. Troppo anche per Institutional Shareholder Services (Iss) che, dopo aver rimarcato come il tetto massimo per la buonuscita passerà da 7,2 a 15 milioni, invita a una maggiore sobrietà considerando il periodo e le raccomandazioni della Bce.
A votare contro la politica di remunerazione sarà anche il fondo BlueBell che contesta inoltre la definizione di «indipendente» di Pier Carlo Padoan, presidente in pectore di Unicredit, a causa del ruolo svolto quale ministro del Tesoro nel salvataggio del Monte Paschi. E proprio Padoan ieri ha dichiarato: «La prossima traiettoria del gruppo farà parte della riconsiderazione della sua strategia che la banca si impegna a mettere in pratica con il nuovo ad». Orcel, infatti, sarà chiamato a varare il nuovo piano industriale, bilanciando i delicati equilibri tra i soci dove, a pochi giorni dall'assemblea, Allianz ha deciso di rafforzare la presa (dell'1,2% al 3,1% del capitale), divenendo terzo azionista di Unicredit.
PIERCARLO PADOAN CON ELKETTE DI UNICREDIT
Nonostante le pressanti avance del Tesoro per un'unione di Piazza Gae Aulenti con Mps (controllata al 64% dal Mef), gli azionisti italiani di Unicredit - Leonardo Del Vecchio (1,92%), CariVerona (1,79%) e CariTorino (1,64%) - hanno finora raffreddato gli entusiasmi.
Tanto che su Unicredit sono tornate a circolare speculazioni di un rafforzamento alternativo made in Italy che potrebbe passare da Banco Bpm, Carige o addirittura con Mediobanca (di cui Del Vecchio ha il 13,2%). Nel frattempo, secondo fonti bancarie, per risolvere il nodo di Mps, a Roma starebbero studiando uno spezzatino: Banca Toscana a Unicredit, la ex rete di Antonveneta a Bper e Banca del Salento a Pop Bari.