cottarelli gualtieri

PACHIDERMI E COTTARELLI: ''QUESTA MANOVRA PEGGIORERÀ I CONTI''. L'ECONOMISTA HA SCRITTO UN LIBRO PER ''SCROLLARCI DI DOSSO TUTTE LE BUFALE SULL'ECONOMIA A CUI CONTINUIAMO A CREDERE'', 50 TEMI CHE VENGONO TRATTATI IN MANIERA DISTORTA DA POLITICI, MEDIA E SOCIAL - ''ALITALIA? ANDIAMO AVANTI DA ANNI CON 'PRESTITI PONTE' CHE NON VERRANNO MAI RESTITUITI. IL SALVATAGGIO CI È COSTATO FINORA 10 MILIARDI, MA NON C'È MOTIVO PER CUI LO STATO DEBBA AVERE UNA COMPAGNIA AEREA''

1 - COTTARELLI: «DALLA LEGISLATURA UNA SVOLTA STATALISTA QUESTA MANOVRA PEGGIORERÀ I CONTI»

Enrico Marro per “il Corriere della sera

 

Leggere l' ultimo libro dell' economista Carlo Cottarelli, Pachidermi e pappagalli (Feltrinelli), equivale a un esercizio d' igiene mentale, per scrollarsi di dosso «tutte le bufale sull' economia a cui continuiamo a credere», come dice il sottotitolo del volume che verrà presentato oggi a Milano alle 18.30 a La Feltrinelli di piazza Duomo e sabato a Roma alle 15 al Festival Economia Come (Parco della Musica). Sgombrare il campo da tanta confusione per arrivare all' essenza delle cose.

 

carlo cottarelli pachidermi e pappagalli

Purtroppo poco confortante, perché col voto del 4 marzo 2018 e il successivo governo gialloverde c' è stata solo una «svolta statalista», scrive Cottarelli, forse appena attenuata dal successivo esecutivo giallorosso che comunque non è riuscito a produrre niente di meglio che «una manovra di galleggiamento».

 

Professore, cominciamo dal titolo. Perché «Pachidermi e pappagalli»?

«Viene da una canzone di Francesco Gabbani, dove si parla di bufale di ogni genere.

Nel libro mi concentro su quelle economiche, ne ho elencate una cinquantina».

 

La più pericolosa?

«In realtà, il loro insieme, che forma una narrazione dove si attribuiscono ad altri colpe che sono nostre: l' Ue, l' euro, il Grande Vecchio invece di correggere i nostri errori».

 

Esiste un antidoto?

«Non è facile trovarlo. Per prima cosa bisogna capire le tecniche di produzione delle bufale. Per esempio, se un' argomentazione è forte di per sé non c' è bisogno di urlare o insultare gli interlocutori. Secondo, bisogna informarsi, sentire diverse voci e verificare se vengono da fonti qualificate. Cose che richiedono fatica, ma necessarie».

 

In un capitolo lei rivaluta il governo Monti, che nella narrazione corrente è invece sommerso di critiche.

«Io critico chi critica Monti, che poi, ricordiamolo, era sostenuto da tutti i partiti, tranne Lega e Italia dei valori. Il suo governo fece ciò che in quel momento era necessario per evitare il peggio. Che poi questo non fosse sufficiente è un' altra storia. Effettivamente l' intervento della Banca centrale europea per ridurre i tassi arrivò in ritardo, perché c' erano resistenze nel Nord Europa. Ma chi oggi critica Monti in realtà proponeva politiche che avrebbero portato all' uscita dell' Italia dall' euro».

 

carlo cottarelli

Nel libro lei sostiene che manovre espansive sono incompatibili con la riduzione del debito. Allora non c' è alternativa all' austerità?

«C' è una giusta via di mezzo. Se ci muoviamo per tempo, con una crescita del Pil dell' 1-1,5% salgono le entrate e basta congelare le spese in termini reali e in 3-4 anni si raggiunge il pareggio di bilancio e il debito comincia a scendere. Potevamo farlo tra il 2014 e il 2018, ma abbiamo perso l' occasione».

 

Neppure l' ultima manovra migliora la situazione?

«Non è né espansiva né regressiva. È neutra, anzi un po' peggiora i conti pubblici».

 

Il Reddito di cittadinanza e Quota 100 le piacciono?

carlo cottarelli foto di bacco (1)

«Il Reddito parte da un principio giusto: dare un sostegno rispetto all' aumento della povertà, ma è stato fatto male: favorisce i single e penalizza le famiglie numerose, dove è più diffusa la povertà; non tiene conto del diverso potere d' acquisto tra Nord e Sud. Quota 100 ha peggiorato l' andamento della spesa previdenziale, che già era poco rassicurante prima».

Sulle pensioni lei propone di «consentire a chi fa più figli di andare in pensione prima».

«Sì, è una proposta da approfondire, ma secondo me avrebbe il vantaggio di incentivare la natalità senza un costo immediato per lo Stato».

 

Torniamo alla «svolta statalista». Se ne vedono le conseguenze anche nelle vicende Ilva e Alitalia?

«Su Ilva non conosco bene il dossier. Su Alitalia, invece, andiamo avanti da anni con "prestiti ponte" che non verranno mai restituiti. Il salvataggio ci è costato finora quasi 10 miliardi, ma non c' è motivo per cui lo Stato debba avere una compagnia aerea».

 

SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI

 

2 - LE BUFALE DI POPULISTI E GOVERNI COSÌ L'ECONOMIA DIVENTA PROPAGANDA

Da “la Stampa

 

Pubblichiamo un brano tratto dal libro di Carlo Cottarelli «Pachidermi e pappagalli. Tutte le bufale sull' economia a cui continuiamo a credere» in libreria da oggi per Feltrinelli il libro.

 

I miei tre precedenti libri (La lista della spesa, Il macigno e I sette peccati capitali dell' economia italiana) hanno cercato di fotografare la realtà economica del nostro paese. Questo libro invece parla di come questa realtà sia percepita e, soprattutto, di come la si voglia far percepire. Parla di false informazioni economiche che circolano ormai da parecchio tempo e vengono considerate verità assolute, indiscutibili, quasi assiomatiche, da buona parte dell' opinione pubblica italiana: costituiscono, per molte persone, la realtà.

SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI

Una volta le si chiamava «palle» o «bufale». Oggi spesso si definiscono «fake news», ma preferisco usare termini italiani, e in questo caso specifico ancora di più, visto che il termine «fake news» è stato, se non inventato, almeno rilanciato dal presidente Trump che ha talvolta contribuito alla diffusione di informazioni, diciamo, non del tutto aderenti alla realtà.

 

Il tema delle bufale mi sembra di particolare attualità.

Certo, le bufale sono sempre esistite. Fanno parte integrante degli strumenti di propaganda politica utilizzati per influenzare e guidare l' opinione pubblica verso direzioni desiderate. Mi sembra, però, che negli ultimi anni le bufale economiche abbiano avuto in Italia una particolare diffusione.

A questo hanno contribuito tre fattori.

sergio mattarella carlo cottarelli

Il primo è la facilità con cui le notizie trasmesse in rete da chiunque riescono a raggiungere milioni di persone.

 

Noi italiani siamo grandi utilizzatori dei social media, attraverso i quali le bufale si diffondono rapidamente. Il grado di penetrazione (utenti rispetto alla popolazione) dei social media in Italia è del 57 per cento (53 per cento nella media europea e 42 per cento nel mondo) e il grado di penetrazione nell' uso dei social tramite cellulari è del 51 per cento (45 per cento nella media europea e 39 per cento nel mondo). Ancora più evidente è la nostra dipendenza dai social in termini di tempo: siamo al quarto posto in Europa, dopo Portogallo, Svezia e Regno Unito.

 

Il secondo fattore è la potenziale efficacia comunicativa, consentita dalla rete stessa, nel combinare parole e immagini che «parlano alla pancia».

Questa potenzialità viene facilmente sfruttata da parte di esperti (lo chiamano «neuromarketing») e strutture organizzate che, conoscendo gli algoritmi con cui funziona la rete, sono in grado di posizionare al meglio e rendere più credibili le bufale che si vogliono far circolare.

 

cottarelli

Il terzo motivo alla base del successo delle bufale economiche in Italia, un fattore più oggettivo, riguarda il deludente andamento dell' economia italiana nell' ultimo quarto di secolo. Il tasso di crescita del nostro reddito pro capite, al netto dell' inflazione, negli ultimi venticinque anni è stato il secondo più basso fra tutti i paesi avanzati (solo la Grecia ha fatto peggio) e fra i più bassi al mondo. La verità è che questo andamento deludente è dovuto in gran parte alle nostre colpe. Si potrà anche attribuire tali colpe ai governi che si sono succeduti nel tempo.

 

Ma chi ha eletto quei governi? No, è colpa nostra. Ma riconoscere questa verità può far male, come cantava Caterina Caselli nel 1966, ed è più comodo quindi trovare spiegazioni fittizie per i nostri problemi. Anche da qui il proliferare delle bufale.

Parlare di bufale economiche ci consentirà però anche di parlare dell' economia italiana, dei suoi sviluppi degli ultimi decenni e di quelli futuri.

 

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

Molte delle bufale di cui parleremo sono state infatti utilizzate per screditare e rigettare le politiche economiche tradizionali, ortodosse, che gli altri paesi dell' eurozona hanno seguito negli ultimi anni, per giustificare invece politiche alternative, populiste nel senso rivendicato dagli stessi proponenti, che sono riflesse nell' azione, o per lo meno nei proclami, del governo gialloverde andato al potere dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Politiche che, peraltro, non sembrano aver avuto un gran successo nel rilanciare l' economia italiana e che certo hanno contribuito alla caduta di quel governo.

 

I primi cinque capitoli del libro riguardano bufale che, per lo più, sono care a gruppi e movimenti populisti, cioè a chi lotta contro l' establishment. Si tratta di bufale (sull' euro, sulle banche, sulle ricette economiche ortodosse, sulle pensioni, sui poteri forti) spesso utilizzate proprio per catalizzare la protesta contro chi ci ha governato in passato. Nel sesto capitolo invece ci occuperemo di quelle che ho chiamato «bufale dell' establishment», solitamente orientate a presentare la realtà in modo migliore di quella che è e a cercare di convincere il popolo che tutto vada bene.

giuseppe conte roberto gualtieri 9

 

Ciascun capitolo si conclude con una breve sezione su «cosa c' è di vero», perché una buona bufala richiede un minimo di verità per essere credibile. Ma occorre saper distinguere questo minimo di verità da tutte le frottole che i produttori di bufale intendono propinarci, distinzione che è necessaria se si vogliono trovare le soluzioni giuste ai problemi esistenti. Il settimo capitolo si concentra proprio su chi produce le bufale e sulle relative tecniche di produzione.

 

Credo infatti che conoscere tali tecniche consenta di sviluppare anticorpi adeguati. L' ottavo e ultimo capitolo offre una visione dall' alto della mandria di bufale economiche circolate in Italia negli ultimi decenni. Non si tratta infatti di un raggruppamento casuale: l' immagine che emerge dalla combinazione delle bufale è stata creata ad arte, funzionale alla riproposta di politiche economiche presentate come nuove, ma che in realtà sono vecchie e hanno generato i problemi di cui l' economia italiana attualmente soffre.

zingaretti di maio

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...