UN PAESE RE-CESSO - ALTRO CHE “SULL’ORLO”, COME DICE IL MINSTRO AIRONE PASSERA: L’ITALIA È IN RECESSIONE GIÀ DA FINE ESTATE - CON L’EUROCRAC È ARRIVATA LA FRENATA DI CONSUMI E INVESTIMENTO, E IL 2011 SI CHIUDERÀ CON UNA CRESCITA DI PIL AL +0,5% - LE PREVISIONI SUL 2012 PEGGIORANO DI SETTIMANA IN SETTIMANA: DA CHE DOVEVA ESSERCI UNA CRESCITA DELL’1,6%, SI RISCHIA UNA CONTRAZIONE DELL’1% - A SUON DI CALI, IL PAREGGIO DI BILANCIO PROMESSO DA TREMONTI E POI MONTI, RISCHIA DI ZOMPARE…

Maurizio Ricci per "la Repubblica"

La crisi è arrivata. Non dei Btp e degli spread, ma dei posti di lavoro e dei fatturati. L´Italia, infatti, è già in recessione. Lo è, probabilmente, anche se ci si attiene strettamente al dizionario degli economisti, che prevede, per parlare di recessione, almeno due trimestri consecutivi con il segno meno, davanti al dato sul Prodotto interno lordo. Lo stop alla crescita, che ristagnava da tempo, c´è stato, infatti, in estate.

Ma è da questo autunno che l´economia ha cominciato ad andare in picchiata. L´allarme lanciato, con una sfumatura di cautela, dal ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, che mercoledì aveva parlato di un paese «sull´orlo della recessione«, si basava, dunque, su indicazioni concrete. Del resto, come confermano fonti del Tesoro, basta fare due conti. L´Istat ha riferito che, nella prima metà del 2011, l´Italia aveva già maturato una crescita del Pil, pari allo 0,7 per cento. Da Bruxelles, i funzionari dell´Unione europea calcolano che lo sviluppo complessivo italiano sarà, nell´intero anno, non superiore allo 0,5 per cento. Due decimali in meno, che ci siamo mangiati tutti nella seconda metà dell´anno e, soprattutto, in queste ultime settimane.

L´Istat fornirà i dati ufficiali sul terzo trimestre solo poco prima di Natale. Ma al Cer, il Centro Europa Ricerche, hanno già provato a fermare, nell´istantanea dei dati del Pil, l´avvitamento dell´economia italiana. Fra luglio e settembre, secondo il Cer, l´economia è cresciuta ancora dello 0,4 per cento, rispetto all´estate 2010. Ma, fra ottobre e dicembre, si sarà ristretta dello 0,2 per cento, rispetto ad un anno fa. L´andamento appare più drammatico, se lo si segue in diretta, trimestre su trimestre. A primavera, fra aprile e giugno, il Prodotto interno lordo era aumentato ancora dello 0,3 per cento, rispetto al trimestre gennaio-marzo.

Ma, nel trimestre successivo, fra giugno e settembre, mentre in Parlamento rimbalzavano le manovre del governo Berlusconi e lo spread sui Bund tedeschi raggiungeva i livelli di guardia, si è non solo bloccato, ma è leggermente arretrato: meno 0,1 per cento. All´economia cominciava a mancare l´ossigeno: ieri, l´Unioncamere ha segnalato che, nei primi nove mesi del 2011, hanno chiuso i battenti circa mille imprese in più dello stesso periodo del 2010. Di fatto, il ritmo dei fallimenti è arrivato a 38 aziende al giorno.

Ma è da ottobre che l´Italia si è ritrovata sullo scivolo. Nel quarto trimestre, calcola il Cer, il Prodotto interno lordo si contrarrà dello 0,5 per cento, rispetto a questa estate. Nella media del 2011, il risultato finale mostra ancora un segno positivo: il Cer calcola per l´intero anno un aumento complessivo del Pil dello 0,5 per cento, una previsione che corrisponde a quella di Bruxelles.

Ma è solo l´inizio di una crisi, destinata a prolungarsi ben dentro il prossimo anno e che le imminenti misure di austerità potrebbero acuire, se il governo Monti non riuscirà a bilanciarle con provvedimenti di stimolo all´economia. Per ora, il Cer prevede che, nel complesso del prossimo anno, il Pil subirà un secco calo dello 0,5 per cento. E´ una proiezione che coincide con quella appena avanzata dall´Ocse, l´organizzazione che raccoglie i paesi industrializzati. Erano stati più ottimisti a Bruxelles, dove, per il 2012, si prevedeva per l´economia italiana, di fatto uno sviluppo zero, ma con un minimo segno positivo: più 0,1 per cento.

Una sorta di pareggio, a cui non crede, per prima, la Confindustria. L´ultimo rapporto del Centro studi degli industriali è di netto segno pessimista. La stretta del credito sta colpendo tutta l´industria europea, ma l´impatto sulla produzione industriale italiana è più profondo. «Partendo da livelli di attività ben lontani dai picchi di oltre tre anni fa - dice il rapporto - la crisi mette a repentaglio la sopravvivenza di molte imprese; inoltre, unita agli indicatori sui consumi (fiducia, acquisti di auto, vendite al dettaglio), sugli investimenti (margini bassi, ordini) e sull´export (commercio mondiale, scambi extra-Ue), delinea una consistente contrazione del Pil del Paese a cavallo tra 2011 e 2012».

Consistente, quanto? Il Centro studi della Confindustria non fa numeri, ma, in realtà, anche la recessione 2012 allo 0,5 per cento - quanto previsto dall´Ocse e dal Cer - potrebbe rivelarsi una proiezione ottimistica. Stefano Fantacone, del Cer, sottolinea che la brusca frenata dell´economia italiana è determinata dal netto peggioramento di tutte le componenti della domanda interna, dai consumi agli investimenti.

L´unico elemento positivo viene dai conti con l´estero, ma è positivo solo nella somma finale. Anche l´export, infatti, perde colpi. Solo che la recessione italiana sta facendo scendere le importazioni più velocemente di quanto rallentino le nostre vendite all´estero. Ma anche questa fiammella potrebbe spegnersi in fretta. «Le ultime indicazioni - dice Fantacone - danno un quadro congiunturale sui mercati esteri, peggiore di quello che ci aspettavamo». Senza anche questo minimo abbrivio, la recessione 2012 potrebbe farsi pesante: il Pil potrebbe scendere dell´1 per cento.

 

SILVIO BERLUSCONI Mario Monti EURO SPACCATO

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…