EURO, CHE STRESS – IN ARRIVO LE PAGELLE DEGLI STRESS TEST PER LE BANCHE DEL VECCHIO CONTINENTE – IN ITALIA RISCHIANO MONTEPASCHI E CARIGE – BAZOLI: “CI SARANNO AGGREGAZIONI”
Sandra Riccio per “la Stampa”
Sale l’attesa per l’esito degli stress test sulle 131 principali banche europee. Il verdetto finale sarà rivelato solo domenica a mezzogiorno. Agli amministratori delegati e al top management degli istituti interessati i risultati sono tuttavia stati consegnati, in gran riserbo, già ieri sera.
Nei giorni scorsi nei grandi palazzi delle banche le bocche erano ufficialmente cucite. Fuori, in compenso, è stato un gran brulicare di indiscrezioni e voci sui nomi di chi è a rischio e chi invece si salverà. C’è stato poi tutto un rincorrersi di studi e analisi su chi riceverà il cartellino rosso da Francoforte e su quali Paesi finiranno tra gli ultimi della classe. Qualcuno cita l’Austria e la Germania, altri puntano il dito sui periferici.
Ieri il faro si è acceso di nuovo su due banche italiane: Mps e Carige.
L’agenzia Bloomberg, che cita fonti finanziarie non meglio precisate, ha rivelato che i due istituti hanno evidenziato una mancanza di capitale. Un buco che non consentirà loro di superare il test di stress nello scenario più severo. I due istituti, quest’anno, non avrebbero aumentato in maniera sufficiente il capitale, dice la fonte, e anche la redditività non sarebbe sufficiente a colmare il gap. Mps e Carige non hanno commentano.
Un no comment è arrivato anche da Bankitalia. Il nome di Mps è quello che ricorre di più tra le banche italiane bocciate. Non tutti però vedono nero nel futuro di Rocca Salimbeni. Altri broker (per esempio JP Morgan) ipotizzano invece che la banca supererà gli stress test o che al massimo avrà una carenza di capitale contenuta in circa 100 milioni di euro, che potranno essere tranquillamente coperti senza ulteriori ricorsi al mercato. Ieri il titolo ha chiuso in calo dell’1,15%.
L’ultima volta che sono stati condotti gli stress test, nel 2011, ci sono state otto bocciature. Tre degli istituti che non hanno superato gli esami sono stati costretti a pesanti ristrutturazioni altri cinque si sono fusi o sono stati ceduti.
Intanto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, ieri ha invitato ad attendere l’esito e ha rilevato che alcuni istituti avranno bisogno di aggregazioni.
«Aspettiamo due giorni, le indiscrezioni non hanno alcuna importanza. Questa attenzione riservata alla patrimonializzazione delle banche è una provvida decisione verso l’unione bancaria», ha detto Bazoli a margine del forum euroasiatico a Verona. E ha aggiunto: «Abbiamo motivi per ritenerci positivi sull’esito dello stress test. E’ probabile che ci possano essere situazioni meno favorevoli in conseguenza di cui le aggregazioni sono una delle cose possibili».