COLPO DI GRAZIA? - SEAT PAGINE GIALLE, LA SOCIETÀ CHE PUBBLICA GLI ELENCHI TELEFONICI, È DI NUOVO IN PROFONDA CRISI - IL CDA HA BLOCCATO IL PAGAMENTO DELLA CEDOLA IN SCADENZA DA 42 MLN € AGLI OBBLIGAZIONISTI - IL TITOLO IN BORSA È CROLLATO DEL 41%, ARRIVANDO A UN VALORE PROSSIMO ALLO ZERO: 0,0031 € (DA 7 € NEL 2001) - ORA SI TEME UN’ALTRA PESANTE RISTRUTTURAZIONE - PESA LA CONCORRENZA DI INTERNET...

Maddalena Camera per "il Giornale"

Il debito è ancora protagonista delle vicissitudini di Seat Pagine Gialle. La società tuttora editrice degli elenchi telefonici, fondata nel 1925, è di nuovo, dopo pochi mesi dall'ultima e radicale ristrutturazione, nell'occhio del ciclone.

Il cda infatti ha deciso una pausa di riflessione, utilizzando il cosiddetto «periodo di grazia» prima di pagare i 42 milioni della cedola in scadenza agli obbligazionisti (gli ex Senior secured bond più 65 milioni residui del prestito Lighthouse).

Il risultato dell'annuncio che ha colto alla sprovvista creditori, bondholder e azionisti un ennesimo tracollo in Borsa del titolo che ha perso circa il 41%, arrivando a valori ormai vicinissimi a zero (0,0031 euro) e collezionando un'altra bocciatura da parte di Equita. La decisione sulla cedola sarà presa entro il 6 febbraio ma da più parti si teme un'altra pesante ristrutturazione. Alla base c'è la difficoltà del rispetto del business plan a causa del forte rallentamento del mercato pubblicitario, soprattutto sul fronte della capacità di spesa delle piccole e medie imprese che sono i maggiori clienti di Seat.

Non c'è dubbio che il quadro congiunturale è peggiorato e le prospettive per Seat anche. Il fatturato delle società è infatti legato ancora per la maggior parte al business convenzionale degli annunci sulle Pagine Gialle, cartacee o online. Non c'è dubbio però che in questo ambito la concorrenza, da Google e Yahoo passando per Facebook sia sempre più agguerrita. Da qui la sofferta decisione.

Oltretutto il 6 febbraio, peraltro, scadono i termini di pagamento per altri 6,3 milioni, relativi agli interessi sul debito bancario contratto dal gruppo. In realtà Seat i soldi in cassa li ha: 200 milioni di liquidità (di cui 100 nella controllata tedesca). Ma prima di mettere mano al portafoglio il consiglio vuole rifare i conti e ragionare sul piano industriale che il nuovo ad, Vincenzo Santelia che proviene dalla società di consulenza Bain, ha ereditato dalla procedente gestione. In ballo ci sono 4mila posti di lavoro e una storia quasi centenaria che ha portato Seat ad essere prima protagonista degli eccessi della new economy e poi di una scellerata acquisizione da parte di fondi di private equity che si sono assegnati una cedola da 3,5 miliardi lasciando il debito alla società.

A pesare sulla sospensione del pagamento c'è anche il ricorso presentato da alcuni azionisti di minoranza che hanno chiesto il sequestro dell'intera società. Il ricorso è stato discusso ieri presso il tribunale di Roma e, anche se la società lo ritiene destituito di fondamento, essendoci di mezzo la magistratura l'emittente deve agire per preservare gli interessi dei soci, anche attraverso la sospensione del pagamento degli interessi sui bond.

Pertanto Seat ha adottato tutte le misure per non dare l'impressione di ignorare gli interessi di quegli azionisti. Anche perché i 42 milioni di euro «fermati» non sono pochi per una società che chiuderà il 2012 con un ebitda (margine operativo lordo) stimato di circa 340 milioni.

 

Seat Pagine GialleGoogle YAHOOLOGO FACEBOOK IN MEZZO AI DOLLARI

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