PROFUMO: “I VECCHI VERTICI MPS HANNO NASCOSTO I PROBLEMI, E SFRUTTATO PERSONE DEBOLI”
1 - BORSA: RESTA LA CAUTELA DOPO IL TONFO DI IERI, MILANO CHIUDE A -0,66%
Radiocor - I listini europei falliscono il rimbalzo dopo il pesante tonfo di ieri. Le preoccupazioni che la Fed possa ridurre i suoi stimoli all'economia pesano piu' dei buoni dati arrivati sul fronte della fiducia dell'economia tedesca e sugli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti. A Milano il Ftse Mib ha ceduto lo 0,x%. Male buona parte dei titoli bancari che hanno risentito dello spread risalito verso quota 280 punti base.
Il Banco Popolare ha ceduto il 3,3%, Ubi il 2,5% e Unicredit l'1,6%. Giu' anche Telecom (-3,4%) dopo il rinvio deciso ieri dal cda sullo scorporo della rete e con l'incertezza sulle valutazioni che rischia di aprire uno scontro con la Cdp, destinata ad acquistare l'infrastruttura. Bene, invece, Fiat (+4,2%) dopo le parole del presidente john Elkann che ha parlato di 'segnali incoraggianti' e ha ribadito la necessita di avvicinare sempre piu' il Lingotto a Chrysler. Sul mercato dei cambi, l'euro scambia 1,2922 (1,2933 ieri) e a 130,42 yen (131,62) mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 100,93 (101,76). Per quanto riguarda il greggio, il Wti cede lo 0,81% a 93,49 dollari.
2 - MPS: PROFUMO, EX VERTICE HA NASCOSTO PROBLEMI
(ANSA) - Alcune persone della precedente gestione Mps "hanno deciso di nascondere problemi per mantenere le posizioni, hanno fatto scelte fuori dalle regole, tagliato angoli e nascosto problemi".Lo dice Alessandro Profumo, precisando che hanno "sfruttato persone deboli che non avevano il coraggio di dire che certe scelte erano sbagliate".
Al Montepaschi gli ex vertici, ha aggiunto Profumo, hanno preso "scelte sbagliate e in alcuni casi fuori dalle regole". In particolare, "mancavano criteri fondamentali di buona governance, fondati su un sistema di check and balances".
3 - MPS: PROFUMO, PUO' ACCADERE IN ALTRI CASI IN ITALIA
(ANSA) - Il problema del Montepaschi di Siena "puo accadere in altri casi in Italia". Lo ha detto il presidente Alessandro Profumo. In Italia, ha proseguito Profumo, "non abbiamo una cultura delle regole, non lo sappiamo fare. Questo è sbagliato quando gestisci qualsiasi organizzazione e mi da' molto fastidio la deresponsabilizzazione individuale. Serve la capacità di saper dire: 'queste regole sono sbagliate' ma per fare gli imprenditori bisogna comunque rispettarle".
4 - RCS: CUCCHIANI, AUMENTO ANDRA' IN PORTO, POI NOSTRO RUOLO ESAURITO
Radiocor - 'Penso di si'. Penso che l'aumento di capitale vada in porto'. Cosi' Enrico Cucchiani, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, a proposito dell'operazione di rafforzamento del capitale di Rcs. Il numero uno del gruppo bancario, entrando al convegno 'Crescere tra le righe' sull'editoria, ha commentato: 'Con Rcs abbiamo dimostrato una grande disponibilita' nel sostenere la societa' in un passaggio delicato e complesso - ha aggiunto - E' giusto che si faccia l'aumento di capitale poi Rcs dovra' trovare la propria strada, la propria strategia e fare le scelte opportune. Il nostro ruolo sostanzialmente si esaurisce nel passaggio'.
5 - CRISI, PER LA PRIMA VOLTA DA 48 ANNI SI VENDONO PIÃ BICICLETTE CHE AUTO
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2013/05/24/893596-crisi-prima-volta-48-anni-vendute-piu-biciclette-che-auto.shtml
Con la crisi gli italiani vanno bicicletta. Per la prima volta dopo 48 anni l'acquisto delle bici ha superato quello delle auto. A comunicarlo è il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Erasmo D`Angelis, nel corso della 13esima conferenza nazionale sul Mobility Management e la mobilità sostenibile, promossa da Euromobility e in corso a Bologna.
"Nelle nostre città è in atto una rivoluzione silenziosa sulle due ruote. C'è un vero e proprio boom dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto cittadino quotidiano, dovuto anche alla crisi, e per la prima volta in 48 anni la bici ha superato l`automobile come vendite: nel 2011 i veicoli immatricolati in Italia sono infatti 1.748.000 circa e le biciclette 1.750,000, nel 2012 veicoli 1.400.000 e biciclette 1.650.000. Una frenata al trend di crescita che ci ha portato al record di 62 veicoli ogni 100 abitanti, neonati compresi, nelle maggiori 50 città italiane, un terzo in più della media europea".
6 - MEDIOBANCA: GROUPAMA SVALUTA TROPPO E SI RITROVA UNA PLUSVALENZA
Radiocor - Groupama svaluta 'troppo' la quota di Mediobanca a meta' 2012 e a fine anno si ritrova con una plusvalenza latente grazie al miglior amento del titolo di Piazzetta Cuccia. Come emerge dal bilancio 2012 del gruppo assicurativo francese consultato da Radiocor, il 4,93% di Mediobanca ha un valore contabile netto di 147 milioni di euro contro un fair value di 198 milioni e quindi ne risulta una 'riserva di rivalutazione' di 51 milioni. Nel 2011 la quota in Piazzetta Cuccia era iscritta a bilancio per 186 milioni sia come 'costo di acquisizione al netto degli accantonamenti', sia come valore di mercato.
Dal quartier generale parigino di Groupama si spiega che dopo la svalutazione operata nel 2011 (rettifica di 307 milioni rispetto ai 493 milioni del 2010, ma con una minusvalenza di 205 milioni rispetto ai valori di mercato), la compagnia ha proceduto a un'ulteriore svalutazione al 30 giugno 2012 di riflesso alla perdita di valore del titolo a quella data, con un conseguente accantonamento. Poiche' tale accantonamento ha carattere irreversibile - si precisa da Parigi - il valore contabile resta invariato anche s e nel frattempo la quotazione di Borsa e' risalita, come e' avvenuto.
Alla valutazione di 147 milioni gli oltre 42 milioni di titoli Mediobanca, detenuti da Groupama e apportati al patto di sindacato nel Gruppo C degli azionisti francesi guidati da Vincent Bollore', hanno un valore unitario di 3,46 euro, che riflette il corso di Borsa dello scorso giugno contro i 4,94 euro (+1,40%) dell'attuale quotazione.
Agli esordi nel bilancio Groupama, nel 2002 la quota in Piazzetta Cuccia aveva un valore contabile netto di 471 milioni, ma il valore di realizzo era inferiore e veniva indicato in 303 milioni. Negli anni successivi il rafforzamento del titolo in Borsa aveva invece fatto segnare cospicue plusvalenze contabili, culminate nel 2006 quando il titolo era arrivato fino a 17 euro e la partecipazione (allora pari al 4,73%), aveva sempre un valore di libro di 471 milioni, ma con un fair value di 692 milioni.
7 - FERRETTI, LA CINA E I SINDACATI ITALIANI ALL'ATTACCO
F. Sav. per il "Corriere della Sera" - Da un lato la preoccupazione dei sindacati per l'ipotesi - mai confermata dal management, per la verità - della chiusura di alcuni cantieri (italiani) del gruppo. Dall'altro l'intenzione di aprire uffici commerciali e show room a Hong Kong, Shanghai, Qindao e a Sanya. Ferretti Giano bifronte sembrerebbe ad una prima (parziale) lettura. In realtà la situazione è più complessa. Il gruppo nautico - tra i maggiori produttori al mondo di yacht e fino a poco tempo fa un'icona del made in Italy - è ora di proprietà cinese.
L'azionista di maggioranza è la multinazionale Weichai con il 75% delle quote, che l'ha acquisita poco più di un anno fa al termine di una procedura concorsuale. La società gravata da debiti ineludibili aveva portato i libri in tribunale e la produzione dei sei stabilimenti del gruppo (due nelle Marche, due in Emilia Romagna, uno alla Spezia in Liguria e un altro in Lombardia) si era persino arrestata, nonostante gli ordinativi fossero ingenti. Ora - dopo un piano industriale coraggioso da parte dell'amministratore delegato, Ferruccio Rossi, per consentire il rilancio del gruppo e mantenere i livelli occupazionali - ieri è arrivata una nota congiunta di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil per respingere «ogni ipotesi di chiusura di stabilimenti che sarebbe inaccettabile, oltre che illogica».
L'intemerata sindacale arriva dopo una serie di rumors che avvaloravano questa tesi, per un gruppo che in Italia conta 1.800 dipendenti. Da qui l'allerta. Dalla società nessuna conferma, anzi la volontà di rimanere nel nostro Paese con una serie di ambiziosi obiettivi di bilancio da qui al 2018. Il solito gioco delle parti all'interno di una trattativa complessa con una serie di esuberi da gestire?
8 - MAXIMULTA DELLA CONSOB AI BURANI
A.Jac. per il "Corriere della Sera" - La Consob ha colpito con una raffica di multe «gli artefici del crac» dell'impero di Mariella Burani fashion group. A neanche due settimane dalla decisione del tribunale di Reggio Emilia che non ha potuto fare altro che mettere la parola fine alla storia della griffe di Cavriago (fallita nel 2010 ma nessuno si è poi fatto avanti per acquisirla), la Commissione ha comminato sanzioni per un totale di 6,7 milioni di euro per gli illeciti commessi dalla famiglia Burani ai tempi in cui era alla guida della casa di moda.
Una multa da 1,4 milioni a testa per l'ex presidente Walter Burani e il figlio Giovanni. Ma sono stati presi di mira anche i loro più stretti collaboratori: Giuseppe Gullo (350.000 euro), Giacinto Giuliani (100 mila) e Daniele Bardini (150 mila). Sanzionate anche le società beneficiarie degli illeciti: la fallita Mbfg (2,1 milioni), Antichi Pellettieri (0,9 milioni) e la fallita Mariella Burani Family Holding (300.000).
L'Authority di vigilanza ha contestato una serie di illeciti: dalle false comunicazioni di bilancio tra agosto 2007 e dicembre 2009 per Mbfg, con lo scopo di migliorare agli occhi degli investitori i conti di fine anno e delle trimestrali, alle false informazioni al mercato in occasione dell'Opa parziale a 17,5 euro sul 15% di Mbfg lanciata nel 2008 dalla holding dei Burani (Mbfh) e le «stime ingiustificatamente ottimistiche» sull'andamento del fatturato di Mariella Burani in alcuni comunicati diffusi tra l'1 aprile e il 18 maggio 2009.
I Burani, padre e figlio, indagati anche per aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza, sono stati condannati a sei anni di reclusione dal tribunale di Milano per bancarotta fraudolenta aggravata; più un risarcimento complessivo (a titolo di provvisionale) di 13 milioni a favore delle curatele fallimentari delle tre società coinvolte nel crac e di due fondi.
9 - DEUTSCHE BANK E L'ASSEMBLEA CONTROVERSA
Dal "Corriere della Sera" Un'assemblea concitata quella della Deutsche Bank ieri a Francoforte. Con l'attenzione dei diecimila azionisti riuniti tutta concentrata sulle azioni legali in corso e le indagini interne. L'accusa che la Deutsche abbia partecipato a una sorta di cospirazione per manipolare i tassi di interesse internazionali di riferimento ha sollevato le critiche di diversi soci («la più grande crepa alla fiducia che si possa immaginare», «come distribuire moneta contraffatta»). Ma il presidente del consiglio di sorveglianza Paul Achleitner ha gettato acqua sul fuoco «nessun dubbio sull'integrità del management, a detta dei legali assunti per l'indagine interna». Mentre all'esterno, sotto la pioggia, i manifestanti lanciavano slogan.
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