PROVE TECNICHE DI PANICO SUI MERCATI, A UN MESE DAL VOTO - BRIDGEWATER, IL PIÙ GRANDE HEDGE FUND AL MONDO, SVENDE LE SUE PARTECIPAZIONI DELLE PRINCIPALI AZIENDE DELLA BORSA ITALIANA (INTESA, UNICREDIT, ENEL, ENI, GENERALI, ATLANTIA, TERNA E SNAM) – MA NON È SOLO BRIDGEWATER A PUNTARE I SUOI 'CANNONI' CONTRO PIAZZA AFFARI GUARDANDO A UN VOTO CHE RISCHIA DI NON DARE UNA MAGGIORANZA CHIARA AL PAESE: TRA I FONDI PIÙ ATTIVI C'È AQR CAPITAL MANAGEMENT CHE HA SCOMMESSO CONTRO 11 SOCIETÀ ITALIANE

LOGO BRIDGEWATER

(ANSA) - Bridgewater scommette contro Piazza Affari mentre si avvicinano le elezioni del 4 marzo. L'hedge fund Usa ha aumentato le sue posizioni ribassiste, vendendo allo scoperto le azioni di 18 blue chip. Oggetto delle scommesse ribassiste, che emergono dagli aggiornamenti della Consob sulle posizioni nette corte, sono tra gli altri Intesa, Unicredit, Enel, Eni, Generali, Atlantia, Terna e Snam. Secondo i calcoli di Bloomberg, da ottobre Bridgewater ha triplicato le sue posizioni da 1,1 a 3 miliardi di dollari.

 

RAY DALIO CAPO DI BRIDGEWATER

La posizione ribassista più consistente di Bridgewater è verso Intesa Sanpaolo, nei confronti della quale il fondo Usa ha ampliato la sua scommessa ribassista all'1,01% del capitale. Seguono Enel (0,92%), Eni (0,9%), Unicredit (0,7%), Banco Bpm (0,7%), Bper (-0,7%), Prysmian (0,7%), Generali (0,6%), Azimut (0,6%), Ubi (0,6%). 'Shortate' per una quota pari allo 0,5% del capitale sono Unipol, Terna, Snam, Mediobanca, Moncler, Leonardo, Fineco e Atlantia.

 

Di Bridgewater, il più grande hedge fund al mondo, si era parlato a metà ottobre, quando erano emerse posizioni ribassiste per 713 milioni di dollari contro le principali banche italiane proprio mentre l'addendum della Bce, che conteneva criteri stringenti sulla svalutazione dei crediti deteriorati, aveva affossato i titoli del settore. In quell'occasione il ceo di Intesa, Carlo Messina, aveva bollato come 'perdente' la scommessa del fondo, che aveva una posizione netta corta sullo 0,5% del capitale di Ca' de Sass.

BORSA

 

"Secondo me perderanno una significativa opportunità di fare soldi con queste buone azioni italiane", aveva detto. Ma non è solo Bridgewater a puntare i suoi 'cannoni' contro Piazza Affari guardando a un voto che rischia di non dare una maggioranza chiara al Paese: tra i fondi più attivi c'è Aqr Capital management che ha scommesso contro 11 società italiane, con posizioni ribassiste decisamente più consistenti, tra cui spiccano quelle sulle banche Bper (4,31%), Banco Bpm (2,65%), Ubi (1,7%) e Unicredit (1,27%) e sui petroliferi Saipem (2,39%) e Tenaris (1,99%). E poi Marshall Wace che ha messo nel mirino 10 società a partire, ancora una volta, dai bancari Ubi (2,73%) e Banco Bpm (2,22%).

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