
IL RATING SALE, IL PIL SCENDE – STANDARD & POOR’S MIGLIORA IL RATING SUL DEBITO SOVRANO DELL’ITALIA, DA BBB A BBB+, MANTENENDO L’OUTLOOK A “STABILE” – PER L’AGENZIA LA DECISIONE DI TRUMP DI SOSPENDERE PER TRE MESI I DAZI “SIGNIFICA CHE IL COLPO ALL’ECONOMIA DELL’ITALIA SARÀ GESTIBILE, PARZIALMENTE ATTENUATO DALL’ACCELERAZIONE DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICA” – NEL FRATTEMPO, LA BANCA D’ITALIA STIMA CHE L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2025 CRESCERÀ SOLO DELLO 0,6% E CHE NEL 2024 I SALARI SONO STATI ANCORA INFERIORI DI CIRCA L’8% IN TERMINI REALI RISPETTO AI LIVELLI DEL 2021…
Estratto dell’articolo di Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
La buona notizia arriva a tarda sera, dopo una giornata dove le previsioni del governo e della Banca d’Italia sulla crescita del Pil erano state riviste al ribasso per via dei dazi.
L’agenzia Standard & Poor’s migliora il rating sul debito sovrano dell’Italia, da Bbb a Bbb+, mantenendo l’Outlook, a «stabile» come lo scorso ottobre.
La promozione sul rating, dice S&P «riflette il miglioramento dell’economia dell’Italia in un contesto di crescenti venti contrari a livello globale, nonché i graduali progressi compiuti nella stabilizzazione delle finanze pubbliche».
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
La decisione di Trump di sospendere per tre mesi i dazi annunciati «significa che il colpo all’economia dell’Italia — si legge ancora — sarà gestibile, parzialmente attenuato dall’accelerazione degli investimenti pubblici e dallo stimolo fiscale tedesco». S&P prevede quindi «che il rapporto debito-pil si stabilizzerà a partire dal 2028». [...]
Immediata la soddisfazione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Il giudizio di S&P premia la serietà dell’approccio del governo alla politica di bilancio. Nel clima generale di incertezza, prudenza e responsabilità continueranno a essere la nostra linea di azione».
Non a caso, nel Dfp, Documento di finanza pubblica, che il governo ha inviato al Parlamento, Giorgetti, pur rivendicando il «notevole miglioramento della finanza pubblica nel 2024», mantiene la consueta cautela nelle previsioni, con il Pil visto in aumento di 0,6% quest’anno e 0,8% nel ‘26 e nel ‘27. Ma, in caso di ulteriori tensioni sull’export, la già modesta crescita, avverte il documento, si fermerebbe a 0,5% nel 2025 e 0,6% nel ‘26. E ne risentirebbero il deficit (2,9% del Pil l’anno prossimo invece del 2,8%) e il debito (138,1% del Pil nel 2026 anziché 137,6%).
L’Ufficio parlamentare di bilancio, ha validato le previsioni del governo, ma «assumendo la piena e tempestiva realizzazione del Pnrr e le ipotesi del ministero dell’Economia sul contesto internazionale». Ipotesi, sottolinea l’authority, sottoposte però a una incertezza che determina rischi «nettamente orientati al ribasso». Del resto, secondo lo stesso Upb, la crescita del Pil nel primo trimestre 2025 non è andata oltre lo 0,25%.
Anche la Banca d’Italia, nelle nuove stime rilasciate nel Bollettino economico, è allineata con le previsioni del Dfp (Pil +0,6% nel 2025 e +0,8% nel ‘26). Mentre le imprese sono chiamate a navigare in queste acque agitate, i lavoratori continuano a stringere la cinghia.
Nel Bollettino si legge infatti che in Italia, nel 2024, nonostante la crescita delle retribuzioni contrattuali, i salari sono stati ancora inferiori di circa l’8% in termini reali rispetto ai livelli del 2021. [...]