matteo salvini giorgia meloni

IL RICATTO DI MOODY'S ALL'ITALIA: "SE VOTATE I PARTITI POPULISTI..." - QUAL È UNO DEI MAGGIORI FATTORI DI RISCHIO PER UN PAESE COME IL NOSTRO SECONDO UN'IMPORTANTE AGENZIA DI RATING COME MOODY'S? LA CRISI ECONOMICA? I CAMBIAMENTI CLIMATICI? IL TERRORISMO? NO: IL "POPULISMO"

 

Roberto Vivaldelli per www.ilgiornale.it

 

Qual è uno dei maggiori fattori di rischio per un Paese come il nostro secondo un'importante agenzia di rating come Moody's? La crisi economica? I cambiamenti climatici? Il terrorismo? No: il "populismo".

 

meloni salvini

Lo conferma, in un'intervista rilasciata a IlSole24Ore, Kathrin Muehlbronner, senior vice president Sovereign Risk dell' agenzia di rating Moody's. "Un aspetto che monitoriamo con attenzione è la diffusione del populismo tra la popolazione in Europa. E anche in Italia. Se la maggioranza dei cittadini si accosta a idee o partiti populisti, ovviamente non possiamo non tenerne conto". Parole molto significative, se si pensa che è la stessa Muehlbronner, insieme al suo staff, a determinare il rating del nostro Paese. E se dovessero salire al potere partiti che l'agenzia classifica come "populisti"? Beh allora, in quel caso, il taglio del rating sarebbe quasi scontato.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI COME ALEXANDRA GRANT E KEANU REEVES – BY LUGHINO

 

Parole che ricordano molto quelle pronunciate nel maggio 2018 dall'allora commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger (che poi fu costretto a scusarsi e a rettificare) quando disse che "i mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto". Si potrebbe peraltro obiettare a Moody's che la definizione di "populismo" è talmente labile e ampia che quest'ulima potrebbe assumere vari significati e connotazioni. Secondo il grande politologo Francis Fukuyama, per esempio, "populismo è l'etichetta che le élite mettono alle politiche che a loro non piacciono ma che hanno il sostegno dei cittadini...".

 

Moody’s conferma l’outlook dell’Italia

Attualmente, racconta Muehlbronner nell'intervista, "il rating BAA3 è adeguato per un Paese come il vostro, che ha punti di forza (un'economia diversificata e famiglie poco indebitate per esempio) ma anche punti di debolezza (un elevato debito pubblico e una crescita strutturalmente bassa)". Cosa potrebbe spingere Moody's a declassare l'Italia, dunque? Almeno tre, le ipotesi descritte da Muehlbronner: "Uno: se aumentassero i rischi di una crisi di liquidità in cui il governo avesse difficoltà nel rifinanziamento del debito. Due: se venissero varate politiche fiscali in grado di aumentare il debito pubblico. Tre: se dovesse aumentare il rischio che l'Italia possa uscire dall'euro".

 

GUNTHER OETTINGER

Cosa potrebbe invece far crescere il rating del nostro Paese? Secondo l'analista di Moody's, le "riforme strutturali". All'Italia, spiega Kathrin Muehlbronner, "servono riforme che aumentino il potenziale dell'economia. Non basta certo qualche trimestre positivo di Pil per cambiare il rating". Nell'ottobre 2018 l'agenzia ha tagliato il rating dell'Italia da BAA2 a BAA3 ma con outlook stabile. La decisione era legata a un "cambio concreto della strategia di bilancio, con un deficit significativamente più elevato rispetto alle attese". Sotto accusa c'era anche la manovra finanziaria messa in atto dal governo governo Conte 1. Secondo Moody's, mancava "una coerente agenda di riforme per la crescita", e questo implica il prosieguo di una "crescita debole nel medio termine".

 

Agenzie di rating che si sono magicamente "tranquillizzate" quando al governo è tornato il Partito democratico, dopo il "ribaltone" dello scorso agosto che ha riportato la Lega all'opposizione. Ma forse è soltanto una casualità.

MOODY'S

 

Confermate le stime sulla crescita del Pil

Per quanto riguarda il 2020, secondo Moody's la stima è di una crescrita del Pil dello 0,5%. "Siamo convinti - ha sottolineato Muehlbronner a IlSole24Ore -che Germania e Italia nel 2019 abbiano sofferto particolarmente la contrazione del settore manifatturiero, per colpa dell'incertezza legata alla guerra commerciale tra Usa e Cina. Quest' anno crediamo invece che il settore si riprenderà, sia in Germania sia in Italia. Anche perché il vostro Paese è molto legato alla crescita tedesca".

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…