SILICON FOLLIES - FATTI E MISFATTI DEL NUOVO IMPERO CHE CONTROLLA LA NOSTRA VITA: LA DANIMARCA CI MANDA UN AMBASCIATORE COME FOSSE UNO STATO; APPLE VALE PIÙ DI TUTTE LE SOCIETÀ ITALIANE MESSE INSIEME E DI TUTTO IL MERCATO AZIONARIO ITALIANO; UN UTENTE IN MEDIA TRASCORRE 50 MINUTI AL GIORNO SU FACEBOOK E INSTAGRAM. PIÙ CHE ALLA LETTURA, ALLO SPORT E ALL' ESERCIZIO E ALLA SOCIALIZZAZIONE
Antonella Gullotti per La Verità
In un mondo sempre più interconnesso, tra privacy a rischio, bufale online e cyber propaganda, la Danimarca guarda al futuro e ha deciso di istituire una nuova figura diplomatica, quella dell' ambasciatore digitale. Il ruolo, che sarebbe il primo nel mondo di questo tipo, non è stato ancora definito nei dettagli, ma il ministro degli Esteri danese Anders Samuelsen ha le idee molto chiare sulla questione: «I giganti della tecnologia sono diventati per il loro peso nel quotidiano una sorta di nuove nazioni, per cui abbiamo bisogno di confrontarci con loro».
In un' intervista al quotidiano danese Politiken, Samuelsen ha sottolineato che «le grandi trasformazioni economiche, sociali, culturali sono realizzate e orientate dai colossi del digitale, che modificano rapidamente sia il mercato del lavoro, sia le abitudini, sia la vita privata dei cittadini danesi». La nomina di un ambasciatore digitale farà del piccolo Paese scandinavo - giudicato il più felice sul pianeta da rapporti e inchieste di agenzie delle Nazioni Unite - il primo Stato al mondo a conferire dignità diplomatica, quindi rango di rapporti interstatali, a queste relazioni.
RUOLO
JEFF BEZOS LARRY PAGE SHERYL SANDBERG MIKE PENCE DONALD TRUMP PETER THIEL
Nel corso del tempo il ruolo dell' ambasciatore è cambiato molto, e sono passati solo 20 anni da quanto le comunicazioni via telegramma sono state sostituite con quelle via mail, ma la sua essenza è rimasta sempre la stessa, e cioè quella di rappresentare all' estero la propria nazione o un' organizzazione internazionale. E rimane la stessa anche nel caso dell' ambasciatore digitale, con la differenza che esso ha in questo caso a che fare non con Stati esteri, ma con giganti della tecnologia quali Facebook, Apple o Google.
G20
Un recente rapporto del Financial Times evidenzia che, se Apple e Google fossero nazioni, e non aziende, per il loro valore di mercato potrebbero quasi rientrare nel gruppo del G20, vale a dire delle 20 maggiori economie del mondo. Nel 2015 le compagnie hi-tech statunitensi hanno incassato 215,6 miliardi di dollari, una cifra superiore all' intero Pil annuo di Grecia e Portogallo.
DONALD TRUMP INCONTRA I BIG DELLA SILICON VALLEY
DATI
Parlando al Washington Post, Samuelsen ha spiegato così la necessità di avere un ambasciatore digitale: «Più della metà dei dati presenti nel mondo sono stati creati negli ultimi 2 anni». Il nodo, sottolinea il capo della diplomazia danese, è che «non sono solo Stati o servizi di intelligence che hanno messo insieme tutto questo. Anzi, sono soprattutto compagnie come Facebook, Google, Apple e così via. Ciò ci mette in una situazione nella quale dobbiamo porci grandi domande sulla privacy individuale e la situazione degli Stati».
SILICON VALLEY
Come verrà definito il ruolo dell' ambasciatore digitale e quali saranno le sue funzioni specifiche non è ancora stato stabilito nel dettaglio. Potrebbe avere una sede virtuale, più difficile che ne abbia una fisica in California, nella Silicon Valley. «Di sicuro», ha chiarito Samuelsen, «questo ambasciatore tecnologico avrà una stretta connessione con il resto del nostro sistema. Lavorerà con le ambasciate in tutto il mondo e utilizzerà anche il personale in tutto il mondo». E i suoi ambiti di competenza andranno «dall' intelligenza artificiale ai big data, dall' internet delle cose fino alle auto senza guidatore».
peter thiel, elon musk fondatori di paypal
CENTRO DATI
Gli interessi in gioco sono anche di natura economica. Nel gennaio scorso, Facebook ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Danimarca per la realizzazione di un nuovo centro dati a Odense (la terza città più grande del Paese), accordo a cui il governo danese lavorava da 3 anni.
Per il colosso creato da Mark Zuckerberg si tratta dell' ottavo centro elaborazione dati, il terzo in Europa dopo quelli di Svezia e Irlanda. Secondo quanto dichiarato dal direttore delle attività dei data center di Facebook, il centro occuperà una superficie di 56.500 metri quadrati e costerà oltre 100 milioni di dollari. Data prevista per la fine dei lavori: 2020.
STRANIERI
In Danimarca solo l' 1% delle aziende sono straniere, ma rappresentano circa il 20% di tutti i posti di lavoro nel Paese.
MARCHI
Nella lista pubblicata da Forbes nel maggio del 2016 sui marchi più ricchi del mondo, nelle prime 5 posizioni troviamo Apple, Google, Microsoft e Facebook.
Unica outsider non tecnologica, al quarto posto, la Coca-Cola.
CUPERTINO
«Oggi Apple è più potente di uno Stato: vale più di tutte le società italiane messe insieme e di tutto il mercato azionario italiano», ha detto Samuelsen per spiegare l' importanza di una figura ufficiale per il mondo hi -tech. Il marchio Apple, secondo le stime di Forbes, ha un valore di 154,1 miliardi di dollari. È la sesta volta consecutiva, da quando Forbes ha iniziato a valutare i marchi più ricchi nel 2010, che l' azienda di Cupertino si piazza in testa alla classifica.
Nel 2016 Google ha scavalcato Microsoft, posizionandosi al secondo posto con un valore pari a 82,5 miliardi di dollari. L' azienda, con sede a Mountain View, in California, nel 2015 è entrata a far parte della holding Alphabet, ma continua a farla da padrone nel campo dei motori di ricerca. In terza posizione si colloca Microsoft, la compagnia creata da Bill Gates nel 1975, brand dal valore pari a 75,2 miliardi di dollari. In quinta posizione Facebook, che con il suo 44% è il marchio che è cresciuto più in fretta per il secondo anno consecutivo (valore di brand pari a 52,6 miliardi di dollari).
Il social network conta 1,75 miliardi di utenti attivi nel mondo (vale a dire di persone che hanno effettuato l' accesso almeno una volta al mese).
TEMPO
Un utente in media trascorre 50 minuti al giorno utilizzando Facebook e Instagram. Che, come osservato dal New York Times, è più tempo di quello che le persone dedicano alla lettura (19 minuti), allo sport e all' esercizio (17 minuti) e alla socializzazione (4 minuti).
PRECEDENTI
In verità, l' idea dell' ambasciatore digitale non è del tutto nuova: da tempo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna esistono figure istituzionali di raccordo per i rapporti con la Silicon Valley.
ROVESCIO
Se il ministro degli Esteri danese ha una visione ottimistica della cosa, ed evidenzia soprattutto quelli che sono gli aspetti positivi e le innovazioni tecnologiche che sono nel mirino di queste aziende e che rappresentano il futuro della nazione, dall' intelligenza artificiale alle auto senza conducente, c' è anche chi sottolinea quello che invece è il rovescio della medaglia.
Silicon Valley Tutto tech e niente sex
Forbes, in un articolo a firma Emma Woollacott apparso online il giorno dopo l' intervista rilasciata da Anders Samuelsen Politiken, definisce «terribile» la proposta di un ambasciatore digitale. Quello che preoccupa la giornalista non è tanto il bisogno di nominare un funzionario che si occupi dei rapporti con le grandi aziende tecnologiche, quanto piuttosto il paragonare queste ultime a delle nazioni: «Le aziende non sono nazioni. Nominando un ambasciatore ed equiparando espressamente le due, Samuelsen sta implicando che è solo il denaro che conta. Basta accumularne abbastanza e si può ottenere da un governo uno status politico».
TRUMP
La nuova figura creata dalla Danimarca sembrerebbe anche un modo per trattare direttamente con i colossi digitali, scavalcando di fatto l' amministrazione Trump, considerata ostile dai big della Silicon Valley.
Il che creerebbe un precedente preoccupante, fa notare Forbes, dal momento che «gran parte delle opposizione agli accordi commerciali multilaterali come il Ttip o il Tpp si basano anche sulla straordinaria capacita delle aziende hi-tech di influenzare le decisioni del governo statunitense. Così si darebbe a Google, Apple & Co ancora più potere».
brogrammer il maschio della silicon valley
Di fatto, nominare un ambasciatore ad hoc per un singolo settore economico significa attribuire alle multinazionali un ruolo politico di cui potrebbero abusare.