trump wall street

TRUMP RENDE LEGALI LE MAZZETTE PETROLIFERE E WALL STREET VOLA – LE COMPAGNIE QUOTATE NON DOVRANNO DICHIARARE SE PAGANO GOVERNI STRANIERI PER LE CONCESSIONI DEI POZZI – WARREN BUFFET (PRO-HILLARY) INVESTE 12 MILIARDI NELLA BORSA DEI RECORD. E DONALD NON HA ANCORA ABBASSATO LE TASSE…

 

Ugo Bertone per Libero Quotidiano

 

TRUMP A WALL STREET TRUMP A WALL STREET

Al settimo giorno le Borse Usa hanno deciso di tirare il fiato. Ma la pausa è motivata più dalla volontà di incassare i profitti accumulati nella lunga corsa innescata dall' attesa degli sgravi fiscali già anticipati da Donald Trump che non da un cambio dell' umore degli operatori. È difficile, del resto, trovare un altro rally così robusto e continuo, per giunta senza picchi di volatilità dei prezzi (a conferma che i rischi restano bassi).

 

In sintesi: nell' ultima settimana i tre indici principali hanno segnato cinque record storici assoluti, tra cui spicca il livello stellare toccato dal paniere più importante, quello dello Standard & Poor' s: 20 mila miliardi di dollari di capitalizzazione. Per giunta, la corsa ha coinvolto buona parte delle Borse non americane, come dimostra il primato toccato dall' indice Ftse Global, ai massimi da due anni.

TRUMP A WALL STREETTRUMP A WALL STREET

 

Una febbre che ha coinvolto le società più amiche del presidente, a partire da Goldman Sachs, tornata sui livelli del 2007. Ma anche i «nemici», come Apple balzata a un nuovo incredibile valore di oltre 700 miliardi di dollari (più di una volta e mezza di Piazza Affari). O Warren Buffett che nello scorso dicembre, dopo aver dichiarato il suo voto per Hillary, si è affrettato a investire su Wall Street (12 miliardi) confidando nel tocco di Trump.

warren buffett warren buffett

 

La corsa della Borsa Usa, infatti, non è una moda o una semplice manifestazione di simpatia da parte degli americani ricchi. Il rally targato Trump, ancor prima dell' annuncio della promessa «rivoluzione fiscale» (basata su robusti tagli delle aliquote) è il frutto dell' azione del Presidente, che promette così di galvanizzare i fondi pensione e i piani di accumulo della classe media.

 

Solo promesse? In realtà Trump si è già mosso. Nel giorno di San Valentino Donald Trump ha firmato la sua prima legge da presidente, denominata H.J. Res 41, che allenta le regole per le società petrolifere e minerarie quotate a Wall Street. «È una decisione importante. Stiamo semplificando la regolamentazione del settore energia - ha commentato lo stesso Trump - tanta gente sta tornando al lavoro».

 

Pozzi di petrolioPozzi di petrolio

È l' effetto della legislazione che riapre la porta ai nuovi gasdotti, ma anche alla robusta ripresa delle estrazioni di shale oil che stanno mettendo a dura prova il potere di Opec e Russia che dall' inizio dell' anno hanno tagliato la produzione per provocare un rialzo dei prezzi, finora contenuto.

 

Ma la parte più innovativa e «politicamente scorretta» del provvedimento riguarda il diritto per le società dell' energia quotate a Wall Street di non rendere noti i pagamenti ai governi stranieri per garantirsi lo sfruttamento delle risorse.

 

EXXONEXXON

Un' inversione di rotta che garantirà un vantaggio competitivo alle Big Oil Usa. È la prima delle modifiche alla Dodd Frank, il sistema di norme sulla trasparenza introdotto dopo la crisi dei subprime, cui presto seguiranno gli interventi che, secondo la Casa Bianca, daranno più spinta agli investimenti e al lavoro, una priorità condivisa dai mercati, i primi sostenitore del presidente.

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…