UBER POP, UBER STOP - NUOVA VITTORIA DEI TASSISTI: IL TRIBUNALE HA RESPINTO LA RICHIESTA DELLA MULTINAZIONALE AMERICANA, E DA OGGI LE AUTO CON AUTISTI IMPROVVISATI SONO VIETATE - UBER LANCIA LA CAMPAGNA TWITTER

Da www.repubblica.it

 

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Il tribunale di Milano ha respinto l'istanza di sospensione del blocco della app 'Uber-pop presentata dalla multinazionale americana, dopo il provvedimento di inibitoria del servizio dello scorso 26 maggio per concorrenza sleale nei confronti dei taxi. La società deve disattivare il servizio entro oggi, altrimenti sono 20mila euro al giorno di multa oltre alla più grave volontà di trasgredire all'ordine del giudice.

 

Lo ha deciso il presidente della sezione specializzata in materia di impresa del tribunale civile di Milano Marina Tavassi, per la quale anzi il servizio poteva essere già oscurato a fine maggio. Ieri la discussione del reclamo in camera di consiglio al termine della quale il giudice si era riservato di decidere emettendo stamattina la decisione. Nell'atto, Tavassi dispone inoltre che il blocco sia immediatamente esecutivo, stabilendo penali in caso di mancato adeguamento. La prossima tappa della vicenda è fissata per il 7 luglio, quando verrà discusso il ricorso di Uber nel merito.

 

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Da mezzogiorno e un minuto, la sezione Uber-pop all'interno dell'app di Uber, è stata disattivata, ma la società promette battaglia. Mai lanciata a Roma, l'opzione low cost non è più disponibile neanche nelle altre città in cui è presente Uber, cioè Milano, Padova, Genova e Torino, dove sono prenotabili solo le macchine del servizio normale black o van, entrambe guidate da autisti con la licenza Ncc. "Il servizio Uber-pop si fermerà finché non riusciremo a far valere le nostre, e le vostre, ragioni", scrive Uber sul suo sito, invitando tutti gli utenti a "far sentire la voce a chi ha il potere di cambiare le cose twittando: "L'Autorità dei Trasporti ha aperto al #ridesharing. Oggi è #lavoltabuona per costruire #lamobilitàdelfuturo @matteorenzi @Uber_Italià".

 

"In questo momento, molto delicato - si legge ancora sul sito - si stanno decidendo le sorti della mobilità del nostro Paese, con scelte che definiranno la strada che l'Italia andrà a percorrere nei prossimi anni riguardo a temi cruciali per tutti noi come mobilità e trasporto locale. Noi continuiamo e continueremo a lottare per offrire una mobilità di qualità ed affidabile a chi non trova soddisfazione nelle soluzioni tradizionali. Le decine di migliaia di voi che ci hanno scritto e le numerose associazioni di consumatori che si stanno unendo alla nostra battaglia ci confermano che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta".

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Una nuova vittoria dei tassisti milanesi, dunque, sostenuti dalle associazioni di categoria, in particolare dall'Unione artigiani che gioisce della decisione, vissuta invece come "una notizia negativa per gli utenti" dal Codacons che spinge per una "urgente una modifica della legislazione vigente in materia, per adeguare la norma al fine di renderla al passo con le nuove possibilità offerte dal mercato e dalla tecnologia", come sottolinea il presidente Carlo Rienzi.

 

Oggi sono scadute le due settimane di tempo che il tribunale di Milano aveva concesso alla multinazionale americana per adeguarsi  dopo l'accoglimento del ricorso presentato dai tassisti: il servizio che permette a chiunque di fare l'autista dando passaggi a chi li cerca dietro un compenso è "concorrenza sleale" e "incoraggia l'abusivismo", ancora più grave in un periodo di affari come quello di Expo. Dopo lo stop del giudice, gli autisti a Milano hanno continuato a lavorare, consapevoli dei rischi. Fino a oggi.

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Nel provvedimento depositato stamani - e nel quale il magistrato spiega anche di aver "esperito un tentativo di bonaria composizione (...) che non ha sortito l'esito sperato" - si legge che Uber "si è limitata ad offrire quale ipotesi transattiva in via interinale di limitare il servizio dei propri driver alle 15 ore settimanali".

 

Un'offerta ritenuta non sufficiente dal giudice che sottolinea anche come la società non possa  lamentare un "grave danno" per il blocco della app, neanche con riferimento alle "iniziative poste in essere dalla concorrente LetzGo all'indomani dell'ordinanza reclamata", perché va distinto il "servizio di Uber-pop rispetto alle forme di car sharing e di ride sharing (...) caratterizzate dal fatto che il driver offre a terzi di condividere il medesimo percorso da lui già programmato". LetzGo si propone insomma come un "carpooling urbano istantaneo, un nuovo modo per spostarsi in città condividendo i posti liberi delle auto".

 

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"Siamo estremamente soddisfatti per la decisione di quest'oggi - è il commento dei legali che rappresentano le associazioni di categoria dei tassisti - non ci sono più alibi, è la seconda volta in sole due settimane che il Tribunale di Milano ordina al Gruppo Uber di bloccare l'attività Uber-pop per concorrenza sleale, precisando anche che avrebbe dovuto farlo sin dal 26 maggio scorso".

 

L'azienda americana nei giorni scorsi aveva fatto sapere che dal 26 maggio, giorno in cui il giudice di Milano Claudio Marangoni ha disposto il blocco di Uber Pop in tutta Italia, le iscrizioni a Uber erano "aumentate del 30 per cento in media e del 100 per cento proprio nel giorno in cui il giudice si è pronunciato". Non solo. Nello stesso giorno, in Italia, erano "raddoppiate le persone che hanno aperto l'app per provare per la prima volta Uber Pop o tornare a usarla". Uber Italia aveva lanciato anche una campagna di mobilitazione online con #iostoconUber, con più di 50mila persone mobilitate intorno all'hashtag ufficiale su Twitter e Facebook. E i messaggi lanciati da Uber - aveva sottolineato una nota della società - erano stati visualizzati 3,5 milioni di volte.

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