UNICREDIT D’ARABIA - MONTEZEMOLO NEL CDA: PER IL CURRICULUM BANCARIO? NO, PER AVER APERTO IL PARCO GIOCHI FERRARI AD ABU DHABI - ORA DELLA VALLE (AZIONISTA ALL’1%) AVRÀ UNA SPONDA PER RITENTARE L’ATTACCO AL FU SALOTTO BUONO, DOPO AVER FALLITO IN RCS E MEDIOBANCA - RISPUNTA ANCHE CALTARICCONE, MA DOPO GLI “INCIAMPI” PROCESSUALI E L’USCITA DA MPS, METTE IN CONSIGLIO IL FIGLIO - FUORI I LIBICI CON LE AZIONI SEQUESTRATE…

Marcello Zacché per "il Giornale"

Pronto il cda di Unicredit, che scende da 23 a 19 membri e che guiderà la banca per i prossimi tre anni. Il listone è stato presentato ieri dalle maggiori fondazioni azioniste. Sette le new entry, a rappresentare i nuovi pesi tra grandi soci: il fondo sovrano di Abu Dhabi, primo socio con il 6,5%, porta in consiglio il suo presidente Khadem Abdulla Al Qubaisi e Luca di Montezemolo. Ed è questa la novità più rilevante della nuova mappa di Piazza Cordusio.

Arrivati a Milano nel giugno 2010, chiamati a rilevare il 5% da un Alessandro Profumo allora in difficoltà, gli arabi del fondo Aabar hanno incrementato la loro quota intorno all'ultimo aumento di capitale del gennaio scorso, e ora ottengono ben due posti, di cui uno (quello di Al Qubaisi) destinato a una delle quattro vicepresidenze previste.

E non è un caso che abbiano indicato Montezemolo per il secondo posto: il presidente della Ferrari è di casa ad Abu Dhabi fin da quando l'Emirato rilevò il 5% della Ferrari (poi ricomprato da Marchionne) e le sue relazioni in quella parte del mondo arabo si sono rafforzate negli anni, fino a sfornare nel 2010 il Ferrari World Abu Dhabi, il più grande parco tematico coperto del pianeta.

Per questo la quota di Aabar, oltre ad aver rafforzato la presenza di investitori stabili e amici, assume ora anche il sapore di un posizionamento nuovo in Unicredit, dove Montezemolo entra in cda, e dove l'amico Diego Della Valle è accreditato di una quota intorno all'1%, anch'essa raccolta intorno all'ultimo aumento di capitale. Potrebbe trattarsi solo di una suggestione. Ma dopo il recente strappo di Della Valle in Rcs, dove ha lasciato il patto di sindacato in aperto contrasto con Mediobanca, di cui Unicredit resta il primo socio con l'8%, trattasi di suggestione rilevante.

Proseguendo il conto degli altri 5 nuovi ingressi, per gli azionisti italiani privati entrati con l'aumento di capitale c'è Alessandro Caltagirone: è un'altra presenza di peso, legata a una quota, anch'essa intorno all'1%, accreditata al padre Francesco Gaetano, socio e vicepresidente di Generali; tra le Fondazioni (che tutte insieme sfiorano il 12% e che contano 7 posti in cda), Cariverona indica Candido Fois (sarà vicepresidente vicario) e Carimonte manda Lorenzo Sassoli de' Bianchi; per i soci stranieri arriva la presidente degli industriali polacchi Henryka Bochniarz; chiude il gruppo dei nuovi, il presidente Giuseppe Vita. I soci libici, pur con una quota del 4%, restano fuori.

Completano il cda gli 11 membri confermati: l'ad Federico Ghizzoni; gli altri 5 rappresentanti delle Fondazioni, Fabrizio Palenzona e Antonio Marocco per Crt, Vincenzo Calandra Buonaura per Carimonte, Francesco Giacomin per Cassamarca e Marianna Li Calzi per Banco Sicilia; il secondo dei privati italiani Luigi Maramotti; per il gruppo degli esteri Manfred Bischoff, Anthony Wyand, Friedrich Kadrnoska e Helga Jung.

Giovanni Belluzzi, 19esimo in questo listone presentato dalle Fondazioni, è destinato a non essere eletto perché un posto finirà al candidato delle minoranze: una seconda lista presentata da alcuni fondi indica la conferma di Lucrezia Reichlin. La lista presentata dalle fondazioni verrà votata dall'assemblea dei soci convocata a Roma per l'11 maggio.

 

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