VADO LIGURE E INQUINO – NON SOLO ILVA, ANCHE LA CENTRALE A CARBONE DELLA TIRRENO POWER, SOCIO MA SENZA CONTROLLO DE BENEDETTI, TI ACCORCIA LA VITA

Stefano Filippi per "Il Giornale"

A Vado Ligure, alle porte di Savona, si registrano mille morti in più per cancro rispetto ai parametri scientifici presi a riferimento. Lo certificano gli esami epidemiologici compiuti dai consulenti della procura di Savona.

Secondo un'altra fonte, l'Istituto tumori di Genova, nel decennio 1988-98 a Vado sono morte di cancro 112 persone su 100mila contro una media nazionale di 54, più del doppio. Nel confinante capoluogo si scende di poco: 97 su 100mila. I cittadini, gli ambientalisti, gli esperti, la magistratura, perfino la curia puntano il dito sulla centrale a carbone della Tirreno Power, che da quarant'anni brucia fino a 4.000 tonnellate di carbone al giorno.

La storia va avanti dal 1971, quando Enel inaugura la centrale che produce energia elettrica. Trent'anni dopo, nel novembre 2002, l'impianto passa a Tirreno Power, una cordata di imprenditori tra i quali primeggia Carlo De Benedetti, che però non ne ha il controllo.

Viene avviato un piano di rinnovo, due gruppi termici su quattro vengono riconvertiti a gas ma sono quelli alimentati anche a olio combustibile; le unità a carbone (330 megawatt ciascuna) bruciano ancora. Ci vogliono gli ambientalisti di Greenpeace per attirare l'attenzione sulle due enormi ciminiere bianche e rosse che scaricano nell'aria enormi quantità di polveri sottili: è il luglio 2009.

Passano altri due anni e la procura di Savona apre un fascicolo per omicidio colposo, lesioni colpose e disastro ambientale. Il procuratore Francantonio Granero e i sostituti Chiara Maria Paolucci e Danilo Ceccarelli assegnano una consulenza a tre medici: un primario dell'Istituto dei tumori di Milano, uno dell'Istituto tumori di Genova e uno pneumologo dell'ospedale di Savona. La perizia è stata depositata a fine giugno e l'altro giorno sono filtrate indiscrezioni sui risultati. Il procuratore Granero ha confermato che ora si dedicherà a valutare le eventuali responsabilità della Tirreno Power.

È un copione già visto, per larghi tratti, a Taranto per l'Ilva. La politica tace, la magistratura agisce, pochi ne parlano finché non scattano provvedimenti clamorosi che in Liguria non sono stati adottati. Niente sequestri, niente arresti, niente confische. Mancano ancora conferme sui legami tra emissioni della centrale termica ed effetti sulla salute pubblica. I legali della Tirreno Power sostengono che la perizia «è una consulenza di parte», priva di contraddittorio, che non tiene conto di altri dati ambientali disponibili.

A differenza che a Taranto (e nelle altre acciaierie del gruppo Ilva), a Vado Ligure la battaglia legale è appena agli inizi. E a differenza che a Taranto, dove la famiglia Riva non godeva di grandi appoggi, in Liguria la Tirreno Power (che è il quarto produttore elettrico nazionale) sfrutta un ampio sostegno trasversale, un intreccio tra politica e imprenditoria che fa da scudo alla gigantesca centrale, una delle 13 ancora alimentate a carbone in Italia.

C'entrerà il fatto che la sinistra governa Vado Ligure ininterrottamente dal dopoguerra? Potrebbe essere: non sarebbero gli unici legami tra partito, amministrazioni pubbliche e attività imprenditoriali. Anche l'attuale primo cittadino, Attilio Caviglia, è un uomo di sinistra pur essendo stato eletto in una lista civica: era il vice del suo predecessore, Carlo Giacobbe (Pd). E nel voto è stata determinante la politica ambientale e il futuro della zona industriale e portuale.

C'entrerà anche la presenza nella compagine azionaria di Carlo de Benedetti? L'editore di Espresso e Repubblica controlla il 39 per cento della centrale attraverso Sorgenia (gruppo Cir). Tirreno Power appartiene a due società al 50 per cento: da un lato i francesi del gruppo Gdf Suez, dall'altro Energia Italiana Spa. Le cui quote sono così ripartite: 78 per cento a Sorgenia, 11 per cento ciascuna alle multiutility quotate Hera e Iren, ex aziende municipalizzate di città storicamente in mano alla sinistra come Torino, Genova, Bologna e l'intera dorsale emiliano-romagnola. Anche Legambiente è socia di De Benedetti: ha il 10 per cento della società Sorgenia MenoWatt che si occupa di soluzioni per l'efficienza energetica.

 

vado ligure centrale TIRRENO POWER VADO LIGURE Vado Ligure porto vado ligure BERLUSCONI E DEBENEDETTI IN UNA IMMAGINE DEGLI ANNI berlusconi-debenedetti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...