SE I CONCORRENTI SARANNO CAPACI DI BATTERE SUL TEMPO APPLE INVECE DI EMULARLA, POTREBBERO AVERE LA PIACEVOLE SORPRESA DI SCOPRIRE CHE LA VITTORIA OTTENUTA QUEST’ANNO DALL’AZIENDA DI CUPERTINO È STATA, IN REALTÀ, NIENT’ALTRO CHE UNA VITTORIA DI PIRRO - APPLE IERI HA CHIESTO LO STOP ALLE VENDITE NEGLI USA DI 8 DEI 28 TELEFONINI E TABLET OGGETTO DELLA VERTENZA CON I NORDCOREANI - MORGAN STANLEY INVESTMENT FUNDS HA FACEBOOK TRA I PRIMI 4 TITOLI DEL PORTAFOGLIO…

1- UNA VITTORIA DI PIRRO?
Richard Beales per La Stampa

Apple ha conseguito una grande vittoria venerdì scorso con il verdetto da un miliardo di dollari ottenuto al processo contro Samsung per i brevetti americani. In un certo senso sembrerebbe una vittoria giusta dato che Apple ha rivoluzionato il settore della telefonia mobile e che i prodotti dei concorrenti, come quelli dell'azienda coreana, hanno tutta l'aria di essere delle palesi imitazioni. Inoltre, se la paura di future azioni legali spingesse Google, azienda creatrice del sistema operativo Android utilizzato da Samsung, a far progredire la tecnologia e il settore hardware, anche gli utenti potrebbero beneficiarne.

Il processo americano non è ancora giunto al termine mentre la controversia legale prosegue altrove. Apple ha dichiarato di aver intrapreso la via legale a malincuore e solamente per proteggere i propri valori: «Creiamo prodotti per soddisfare i nostri clienti, non perché i nostri concorrenti li copino spudoratamente».

Samsung, da parte sua, ha ribattuto che il verdetto ha costituito una perdita per i consumatori. «È un peccato che il diritto brevettuale possa essere manipolato per garantire a un'azienda il monopolio su una forma come un rettangolo dagli angoli arrotondati o su tecnologie che sono migliorate da Samsung e da altre aziende giorno dopo giorno».

Questo scambio di battute racchiude in sé gli argomenti a favore e contro la protezione della proprietà intellettuale. Ad ogni modo, il caso Apple-Samsung non deve ritardare il progresso.

Se la squadra Android - che oltre a Google comprende anche la compagnia di Taiwan Htc e altri produttori di telefonini - prenderà il verdetto come una sfida per superare Apple in quanto a innovazione, allora i consumatori potrebbero trovarsi ad avere interessanti nuove alternative.

Infine, se i concorrenti saranno capaci di battere sul tempo Apple invece di emularla, potrebbero avere la piacevole sorpresa di scoprire che la vittoria ottenuta quest'anno dall'azienda di Cupertino è stata, in realtà, nient'altro che una vittoria di Pirro.

2- FACEBOOK NEL PORTAFOGLI
m.sid. per Repubblica

Si chiamano chinese wall, muraglie cinesi. Impenetrabili come quelle usate dall'antico e glorioso impero asiatico per difendersi dai mongoli. Oggi che i mongoli non ci sono più, servono a separare gli uffici delle banche d'affari che seguono le quotazioni delle società dagli uffici dove vengono fatte le scelte di asset management.

Ora succede che il fondo US Advantage della Morgan Stanley Investment Funds nell'ultimo aggiornamento, quello del 31 luglio pubblicato il 15 agosto scorso, riveli di avere Facebook tra i primi 4 titoli del proprio portafoglio. Precisamente il 4,53 % dell'intero investimento, più o meno come la quota di azioni detenuta in Google (4,64%). Nulla di strano: il fondo è considerato ad alto rischio.

Però è un fatto che dall'altra parte della muraglia, nell'investment bank sia stata seguita insieme a Goldman Sachs proprio la quotazione in Borsa di Facebook e che peraltro si tratti di uno dei più grandi flop di internettiana memoria: quotata prima dell'estate a 38 dollari, veleggia ora (si fa per dire) sotto i 20 dollari con una perdita di 50 miliardi di dollari rispetto alla prima campanella dell'Ipo.

Morgan quota con la destra e acquista con la sinistra. Evidentemente, pur non parlandosi, i vicini dell'asset management si sono fidati troppo delle capacità dei quasi-colleghi. E chissà se dopo questo «bidone» le due fazioni non abbiano iniziato a parlare, magari per insultarsi.

Ps. Sarà un caso ma per gli storici i mongoli, a dispetto della muraglia, hanno fatto più di una scorribanda in territorio cinese e molti danni. Ps2. Comunque fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. I gestori del fondo devono conoscere il detto visto che il primo titolo dell'Advantage è Apple che occupa il 9,12% del portafoglio e che ha fortunatamente ribilanciato le perdite. Sarà chiamata la pace della «mela»?

 

 

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