vincent bollore

LA ZAMPATA DI BOLLORÈ – VIVENDI CHIEDE DI PIAZZARE QUATTRO SUOI UOMINI NEL CDA DI TELECOM ITALIA (SU 17) – IL COLOSSO FRANCESE VUOLE DIVENTARE IL VERO PARTNER INDUSTRIALE DEL GRUPPO ITALIANO E PREPARA L’ASSALTO A MEDIASET PREMIUM

Teodoro Chiarelli per “la Stampa

 

vincent bollore al telefonovincent bollore al telefono

Come volevasi dimostrare. Per settimane i suoi vertici hanno fatto spallucce a chi chiedeva se avrebbero piazzato propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ieri sera, poche ore prima della scadenza dei termini, Vivendi, che del gruppo di telecomunicazioni è oggi il primo azionista con il 20%, ha chiesto di inserire la nomina di propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione nell'ordine del giorno dell' assemblea di metà dicembre sulla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie.

 

Il board di Telecom conta oggi 13 componenti e può arrivare fino a 19: il gruppo presieduto e controllato da Vincent Bolloré chiede di portarlo a 17, proponendo quattro nomi.

RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINERECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE


L' importanza della partita che il finanziere bretone vuole giocare è data proprio dal "peso" delle indicazioni fatte. Ossia i tre massimi dirigenti di Vivendi (l' amministratore delegato Arnaud Roy de Puyfontaine, il direttore operativo Stephane Roussel e il direttore finanziario Hervé Philippe) oltre al consigliere indipendente Felicité Herzog. I consiglieri resteranno in carica con l' attuale cda fino alla primavera 2017.


Discorso molto diverso per l' altro azionista francese, quel Xavier Niel spuntato a sorpresa con in pancia un 15% "potenziale" di Telecom Italia, in opzioni e derivati. Per ora non possiede un vero pacchetto di azioni e ha fatto sapere di aver intrapreso un investimento speculativo in attesa di vedere come vanno le cose nel settore e nella società italiana. Per ora, per la verità, non ci sta guadagnando molto: il titolo Telecom, da quando si è capito che l' ipotesi Opa, anche obbligatoria, è lontanissima, ha perso l' 8%.

ARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDIARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDI


Inseriti i suoi uomini, Bolloré potrà dedicarsi a quello che appare sempre più come il suo obiettivo di fondo: diventare il vero socio industriale di Telecom (cosa che non ha fatto Telefonica) e rafforzarsi nei contenuti in Italia guardando a un investimento in Mediaset, magari partendo dalla pay tv Premium che ha in pancia per tre anni i diritti esclusivi sulla Champions league di calcio, pagati ben 600 milioni di euro.

 

Quella dei contenuti è una battaglia decisiva. In Francia si ipotizza che Vivendi intenda investire due miliardi su Canal+ per contenuti, tecnologie e internazionalizzazione. Il gruppo di Bolloré ha detto di essere pronto a importanti investimenti nel 2016 e nel 2017. Da mesi è entrato nella "data room" di Mediaset Premium con l' ipotesi, si presume, di diventare il socio più o meno forte.

NIELNIEL


Vivendi, insomma, potrebbe celebrare anche in Italia il matrimonio tra società Tlc e di contenuti media che va di moda in tutto il mondo, in attesa che Telecom decida le strategie sui dossier già aperti, come quello per la cessione di una quota rilevante di Inwit, per la quale corre anche Ei Towers. O come la sfida lanciata da Enel, con l' appoggio del governo di Matteo Renzi, con la società per la posa della banda ultra larga.

TOMMASO POMPEI TOMMASO POMPEI


Sfida che in fondo a Telecom potrebbe anche non dispiacere: fare il puro fruitore di un' infrastruttura costruita da altri, perché no?
La sensazione è che la partita vera inizi ora. La scelta dell' ad Francesco Starace di affidare la nuova società a un manager con grandi competenze nelle tlc come Tommaso Pompei, e la disponibilità di Wind e Vodafone a condividere l' operazione, sono segnali che ora si fa veramente sul serio.
Poi, per quanto riguarda la battaglia per il controllo di Telecom, si vedrà.

 

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