veltroni ciao 9

CAFONALINO “CIAO” VELTRONI - NAPOLITANO, BOSCHI, MAGGIONI, MALAGO’, ARBORE, VENDITTI E LA MEJO ROMA POTENTONA PER IL ROMANZO DI WALTER-EGO SUL PADRE - “LA POLITICA? NON HO SMESSO DI FARLA” - QUANDO MIKE BONGIORNO DISSE A UNGARETTI: “MA LEI HA SCRITTO QUALCOSA?”

Foto di Luciano De Bacco per Dagospia

Francesco Persili per Dagospia

 

massimo gramellini  ezio mauro  giorgio napolitano  monica maggioni  walter veltronimassimo gramellini ezio mauro giorgio napolitano monica maggioni walter veltroni

«La politica? Non ho smesso di farla. Ho solo smesso di avere ruoli di potere. La politica è un mestiere nobilissimo ma non ha un’unica forma». Per Walter Veltroni può avere la forma di un docu-film su Berlinguer o su Gilles Villeneuve (in fase di lavorazione), di un editoriale sull’Unità, di un’intervista a un grande campione dello sport o di un “Ciao”. Si chiama così il romanzo dialogo col padre Vittorio, direttore del primo telegiornale italiano, scomparso quando lui aveva poco più di un anno.

 

«Un’autoanalisi senza nessuna nostalgia» l’ha definita il presidente emerito Giorgio Napolitano durante la presentazione del libro all’Auditorium che ha riunito ministri (Maria Elena Boschi), direttori di giornale (Ezio Mauro) e di tg (Bianca Berlinguer), ex premier (D’Alema), presidenti (dal capo del Coni, Giovanni Malagò, al numero uno di Viale Mazzini, Monica Maggioni) cantautori (Antonello Venditti), attori (Gigi Proietti), conduttori e artisti che hanno scritto la storia della Rai (Pippo Baudo e Renzo Arbore).

maria elena boschimaria elena boschi

 

Nessuna nostalgia canaglia, solo la memoria di un’Italia «sfrontatamente giovane» e allegra. «Ma questi scopano?» Appena vide arrivare in redazione Fabiano Fabiani, Emmanuele Milano, Giovanni Salvi e Giuseppe Lisi, quattro giovani intellettuali destinati a fare la storia della Rai, Vittorio Veltroni volle capire se quei ragazzi provenienti dall’Azione Cattolica fossero ligi solo ai breviari o si godessero la vita come i loro coetanei.

massimo dalemamassimo dalema

 

La testimonianza del regista Ugo Gregoretti è uno dei passaggi più divertenti del libro insieme a quello in cui Veltroni figlio ricorda il momento in cui iniziò a diventare di sinistra: «Avevo sette anni quando una donna di servizio si portò via le mie macchinette. Mia madre mi disse che probabilmente aveva preso le automobiline per suo figlio che non aveva giocattoli. Mi sembrò un discorso ragionevole...».

 

giovanni malagogiovanni malago

Nel libro si racconta anche di scherzi feroci, di telefonate nel cuore della notte fatte da Alberto Sordi e Vittorio Veltroni a un conte e di altre scenette degne di Amici miei tra giacche stazzonate, soprannomi (Vittorio Veltroni era per tutti “Volemose bene”) e voglia di godersi la vita.

 

L’immagine che riassume il clima “sanamente goliardico” della Rai di quegli anni è nel risguardo di copertina: «In quella foto scattata all’interno della redazione – sottolinea l’ex sindaco di Roma - mio padre sorride insieme ai suoi colleghi e indica un punto all’orizzonte. Mi sono sempre chiesto il significato di quel gesto. Forse voleva dire di non smettere di cercare, di avere curiosità …».

 

pippo baudo  renzo arborepippo baudo renzo arbore

Fu un pioniere dell’infotainment, Veltroni padre, con “Arcobaleno”, il primo programma radiofonico che mescolò giornalismo e intrattenimento, politica e spettacolo: «Il suo contributo alla radio fu fondamentale: impresse un elevato standard al settore delle radiocronache… e contribuì alla formazione di un linguaggio radiofonico moderno al di là degli steccati fra i generi».

 

Vittorio Veltroni non è solo una voce nell’Enciclopedia della Radio curata da Aldo Grasso per Garzanti ma la voce che raccontò la visita di Hitler in Italia («e il Fuhrer non meritava le parole di un ragazzo perbene, come lui, che faceva solo il suo dovere», scrive Walter Veltroni), le elezioni del presidente della Repubblica, i funerali del Grande Torino e l’impresa di Bartali al Tour del 1948 nei giorni dell’attentato a Togliatti.

 

«Papà liberò ovunque la sua fantasia. C’era qualcosa di molto moderno in lui, quasi pop – scrive l’ex sindaco di Roma - Una capacità di oscillare tra l’alto e il basso della comunicazione».

pierferinando casini saluta franca chiaromontepierferinando casini saluta franca chiaromonte

 

Non fu solo il direttore del primo telegiornale italiano, Veltroni padre interpretò sé stesso in “Totò Tarzan”, fu sceneggiatore per Zavattini, sognava di fare un film con Gene Kelly e scrisse spettacoli per Rascel. Un costruttore di linguaggi e un talent scout: un nome su tutti, Mike Bongiorno.

ezio mauro (3)ezio mauro (3)

 

Senza Vittorio Veltroni, che convinse quel ragazzo che indossava «giacche lunghe all’americana e cravatte colorate che gridavano vendetta» a restare in Italia, non ci sarebbero stati Lascia e Raddoppia, Rischiatutto, il boom della tv e il celebre saggio di Eco. «Mike non ha mai perso occasione – ricorda Walter Veltroni – di parlare di mio padre e del principale esponente dello schieramento avversario (Berlusconi, ndr) in termini entusiastici. Lui era un genio, si poteva permettere tutto, anche di chiedere al poeta Ungaretti alla fine di un’intervista: “Ma lei ha scritto qualcosa?”». 

ettore scolaettore scolaclio napolitano maria elena boschiclio napolitano maria elena boschiclio napolitanoclio napolitanoalessandro vocalelli  stefano barigelli  paolo franchialessandro vocalelli stefano barigelli paolo franchibianca berlinguerbianca berlinguercarlo leoni  walter verinicarlo leoni walter veriniezio mauro (2)ezio mauro (2)dsc 4952dsc 4952clio napolitano maria elena boschi (3)clio napolitano maria elena boschi (3)clio napolitano (3)clio napolitano (3)clio napolitano maria elena boschi (2)clio napolitano maria elena boschi (2)maria elena boschi (4)maria elena boschi (4)mirella serri paolo forcellinimirella serri paolo forcelliniroberto morassutroberto morassutmonica maggionimonica maggionipierferdinando casini (2)pierferdinando casini (2)renzo arbore pippo baudorenzo arbore pippo baudopaola saluzzipaola saluzzipaola saluzzi con berta zezza e le assistentipaola saluzzi con berta zezza e le assistentinicola la torrenicola la torremoroello diaz della vittoriamoroello diaz della vittoriamichele dall ongaro e aurelio reginamichele dall ongaro e aurelio reginamassimo dalema linda giuvamassimo dalema linda giuvamatilde bernabeimatilde bernabeimartina e flavia veltronimartina e flavia veltroniclio napolitano (2)clio napolitano (2)maria camilla pallavicini con il figlio moroello diaz della vittoriamaria camilla pallavicini con il figlio moroello diaz della vittoriamassimo dalema con la moglie linda giuvamassimo dalema con la moglie linda giuvamariapia garavagliamariapia garavagliamaria elena boschi (3)maria elena boschi (3)giovanni malago (2)giovanni malago (2)giovanna melandrigiovanna melandrifranca chiaromontefranca chiaromontegennaro miglioregennaro miglioregianni letta  pierferdinando casinigianni letta pierferdinando casiniezio mauroezio mauroberta zezza  marino sinibaldi carlo fuortesberta zezza marino sinibaldi carlo fuortesbianca berlinguer (2)bianca berlinguer (2)annamaria ranucciannamaria ranucciannamaria ranucci (2)annamaria ranucci (2)domenico procaccidomenico procacciludina barziniludina barzinimarco minnittimarco minnittigianni letta   emmanuele milano  pierferdinando casinigianni letta emmanuele milano pierferdinando casinimassimo gianninimassimo gianninimonica maggioni (2)monica maggioni (2)

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO