“TRUMP È UN POPULISTA MILIARDARIO, CHE SI RIEMPIE LA BOCCA DELLA PAROLA ‘POPOLO’, MA HA FATTO L’INTERESSE DELLA SUA CATEGORIA: I MILIARDARI” - ALDO CAZZULLO FA LA MESSA IN PIEGA A “THE DONALD”: “SE È VERO CHE UNA PARTE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE DELOCALIZZATA NEGLI ULTIMI TEMPI È TORNATA NEGLI USA, IN PARTICOLARE NEGLI STATI DEL SUD DOVE LE TASSE SONO INFERIORI, TRUMP NON HA FATTO NULLA PER OVVIARE AL GRANDE MALE CHE MINA LA DEMOCRAZIA: L’INFEDELTÀ FISCALE DEI VERI RICCHI. SOTTO LA SUA PRESIDENZA, SI È AGGRAVATO LO SCANDALO PER CUI LE GRANDI RENDITE FINANZIARIE E I GRANDI CAPITALI SONO TASSATI MOLTO MENO DEI NORMALI REDDITI DA LAVORO…”
Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”
Caro Aldo, Vance è il simbolo del sogno americano, quello del povero (e lo era) cresciuto in Ohio, Stato che non ha nulla da offrire, originario del Kentucky, altro Stato molto bello ma che non ha «denari». Ce l’ha fatta e sicuramente è uno che potrebbe succedere a Trump. Trump ha scelto come vice uno che per le sue origini sembra proprio il suo opposto. Ha scritto anche un libro sull’America bianca dalla quale proviene, snobbata dalle élites. Che ne pensa?
Giacomo Forte
Vance viene da zone Usa massacrate dal capitalismo, e corre per il partito del capitalismo! Qualcosa non mi torna!
Antonio Bianchi
Risposta di Aldo Cazzullo
Cari lettori, James David Vance è sicuramente un personaggio interessante, anche per noi italiani, visto che il suo libro «Elegia americana» (titolo originale «Hillbilly Elegy») è da tre giorni il più ordinato su Amazon anche nel nostro Paese. Hillbilly sta per bracciante, ma più in generale indica il lavoratore bianco senza titoli di studio, malpagato dai padroni e dimenticato dal partito democratico, bisognoso di protezione sociale ma conservatore in tema di diritti civili.
Vance usa spesso anche le espressioni «white rubbish» e «white trash», spazzatura bianca. Un giorno, in viaggio sul suo aereo privato con un amico miliardario e la sua fidanzata, una modella, Donald Trump — il cui passatempo dichiarato è sedurre le donne degli amici — propose di scendere ad Atlantic City per visitare uno dei suoi casinò.
Seccato, l’amico rispose che ad Atlantic City non c’era niente da vedere: solo «white trash». «Cosa vuol dire white trash?» chiese la modella.
«Sono quelli come me — rispose Trump —. Solo che loro sono poveri». Come a dire che lui, Trump, pensava e sentiva come i poveri, pur essendo molto ricco. In un’intervista al New York Times , Vance ha raccontato di un imprenditore democratico molto seccato dalla politica restrittiva di Trump sull’immigrazione, che lo costringeva a pagare di più i suoi dipendenti americani.
Quell’episodio, ha assicurato Vance, fu uno dei motivi per cui da repubblicano critico di Trump si era trasformato in un repubblicano entusiasta di Trump. E in effetti il prezzo dell’immigrazione da sempre lo pagano le classi popolari, in termini di contrazione di salari e diritti. Federico Rampini ricorda spesso che un tempo erano i democratici a limitare l’arrivo di immigrati, e i repubblicani a lasciar entrare la manodopera di cui gli industriali avevano bisogno.
Tuttavia, Trump non scende dalla luna. Gli americani l’hanno già avuto per quattro anni. E se è vero che una parte della produzione industriale delocalizzata negli ultimi tempi è tornata negli Usa, in particolare negli Stati del Sud dove le tasse sono inferiori, Trump non ha fatto nulla per ovviare al grande male che mina la democrazia: l’infedeltà fiscale dei veri ricchi.
Sotto la sua presidenza, si è anzi aggravato lo scandalo per cui le grandi rendite finanziarie e i grandi capitali sono tassati molto meno dei normali redditi da lavoro. Insomma, Trump è un populista miliardario, che si riempie la bocca della parola «popolo», ma ha fatto soprattutto l’interesse della sua categoria: appunto, i miliardari.