cesare prandelli

"ABBIAMO PERSO L'EMOZIONE PER IL GESTO TECNICO. ADESSO SONO SOLO STATISTICHE, CHE PALLE!" - CESARE PRANDELLI MEMORIES: "DEGLI ANNI CON LA JUVE RICORDO UN GRUPPO CHE NON È MAI STATO UNITO. DOPO LE PARTITE MANCO CI SALUTAVAMO" - "LA FINALE DELL'HEYSEL? UNA TRAGEDIA GIGANTESCA. LO STADIO NON ERA IDONEO. BONIPERTI NON VOLEVA CHE SCENDESSIMO IN CAMPO MA LA UEFA SPIEGÒ CHE BISOGNAVA GIOCARE ALTRIMENTI LA SITUAZIONE POTEVA PEGGIORARE. È FALSO CHE ABBIAMO FESTEGGIATO. CI HANNO COSTRETTI AD ANDARE SOTTO LA CURVA CON LA COPPA PER TENERE TRANQUILLI I TIFOSI" - LA SCOMPARSA DELLA MOGLIE, LA ROMA, LA FIORENTINA, LE ESPERIENZE ALL'ESTERO E IL SUO NOME "VERO"…

Estratto dell'articolo di Enrico Testa per “la Stampa”

 

prandelli

Ave Cesare fu Claudio. Nel senso che Prandelli nasce a Orzinuovi, provincia di Brescia, ma la prima, vera avventura della sua vita la scopre più tardi. Mamma e papà si mettono d'accordo sul nome. Cesare, come il nonno. Ma, di nascosto, Prandelli senior lo registra come Claudio.

 

Non lo sa nessuno a parte il tecnico, a sei anni però, grazie a una maestra che fa l'appello a scuola. […] Insomma, una disavventura. La prima di altre ben più gravi che hanno fatto ritirare troppo presto dal calcio un allenatore molto capace e un uomo perbene e tranquillo. La scomparsa della moglie Manuela, nel 2007, dopo una lunga malattia in cima a tutto.  Un dolore insormontabile che cambia […] la vita del tecnico che in una cima, ma molto diversa, in diverse panchine ci era arrivato eccome, e pure meritatamente.

prandelli 2

 

Tocca partire da qui. C'è un Prandelli prima e uno dopo la morte di sua moglie?

(Sospira a lungo). «Eh, eh, sicuramente. È una domanda che non mi è mai stata fatta. Sì, è tutto cambiato ma poi cerchi di avere equilibrio anche per la famiglia, ma cambia tutto.

Prospettive, abitudini, tutto».

 

Lei come sta? Ha avuto qualche problema di salute.

«Diciamo che sto molto meglio. Poco tempo fa ho avuto una fortissima e improvvisa polmonite. Sono stati bravi i medici dell'ospedale civico di Brescia. Li devo ringraziare. Sono stato fortunato, adesso sto finalmente bene».

 

Con gli scarpini ha vestito le maglie di Cremonese, Atalanta e Juventus. Le gioie maggiori sono state i tre scudetti o le coppe in bianco e nero?

prandelli

«Degli anni con la Juve ricordo un gruppo che non è mai stato unito. C'erano i giovani, gli intermedi e i senatori. Ma quando si scendeva in campo diventavamo una cosa sola. Poi dopo la partita manco ci salutavamo. Nel tempo, nella mia carriera, quando sentivo e sento ancora parlare di gruppo facevo fatica a raccontare di quegli in anni in bianco e nero. Vede, ci sono tanti modi di fare gruppo, non bisogna per forza andare a cena ed essere amici». […]

 

In quella angosciante notte dell'Heysel lei c'era. A distanza di anni che cosa non andrebbe rifatto?

«Ah beh, tutto. È stata una tragedia gigantesca. Lo stadio non era idoneo, dovevano controllare persino i calcinacci ma niente. Ricordo benissimo che eravamo nello spogliatoio e vedevamo soltanto uno spicchio della curva inglese. All'improvviso entrarono, sempre negli spogliatoi, centinaia di tifosi. Li facemmo passare perché erano bianchi, erano terrorizzati. Urlavano: morti, morti, morti. È stato angosciante. […]

 

Boniperti, altro signore vero, decise di non giocare ma poi le solite dinamiche politiche... Il delegato Uefa spiegò che bisognava giocare altrimenti la situazione poteva peggiorare. Mah. Altra cosa da smentire: assolutamente falso che abbiamo festeggiato, è che ci hanno davvero costretti ad andare sotto la curva con la coppa per tenere tranquilli i tifosi».

 

prandelli

Prandelli tecnico. Tutto comincia nella sua Atalanta. […] Più avanti tocca al Parma. Quinto posto in A. L'apice. Tanto che dall'altra parte del telefono chiama la Roma. Nella Capitale, dopo tre mesi, quando il pallone deve ancora cominciare a rotolare in campionato, si dimette per l'ennesima volta. Ma di questo abbiamo già parlato.

«[…] Roma era un sogno, ma è successo quello che si sa. Manuela ebbe una recidiva, non potevo lasciarla sola, le cure erano importanti, toste. Alla Roma c'era la famiglia Sensi e Franco Baldini. Sono stati meravigliosi. Tutti. Salutai i ragazzi senza dire di Manuela, non capivano ma quando hanno saputo mi hanno fatto delle bellissime telefonate».

 

Messa in un angolino del cuore la tragedia familiare perché superarla non si può, arrivano gli anni d'oro di Firenze. Cinque. Successi, la prima panchina d'oro, Fiorentina che conquista piazzamenti storici, record di panchine e di vittorie davanti a un certo Fulvio Bernardini.

«Decisamente. Firenze è entrata, ci è rimasta e resterà sempre nel cuore tanto che vivo qui da allora. Ci sono amori che nascono spontaneamente, senza costrizione, senza costruzione. Il primo anno arrivammo subito in Champions ma nel secondo ci furono le sentenze per la cosiddetta «Calciopoli». La sera eravamo improvvisamente in B a causa della penalizzazione.

prandelli

 

Era il giorno della presentazione della squadra ai tifosi. Erano tutti con la radiolina all'orecchio. Aspettavano notizie, non capivano, erano preoccupati. Mi sono sentito di parlare dal profondo dell'anima. Dissi loro che non potevo sapere che cosa sarebbe successo ma che io sarei rimasto su quella panchina. Anche i ragazzi mi restarono accanto e da lì nacque questo rapporto incredibile con i tifosi viola. Che, ovvio, erano orgogliosi dei risultati e del bel gioco ma Firenze ti ama se sei un uomo e se la rispetti. Il resto viene dopo».

 

A sto punto la valigia, quella di lunghi viaggi, la porta fuori dai confini. Turchia, Spagna e Emirati Arabi. In ordine: esonero, dimissioni, esonero. Non si trovano dati veramente ufficiali ma non è che tra licenziamenti e scelte di abbandonare ha un record?

«Non lo so e mi interessa poco, anzi zero. Chiariamo. In Turchia ci furono promesse non mantenute, il presidente venne cacciato dal socio, la nuova proprietà cambiò l'allenatore ma mi mandarono via con il Galatasaray secondo in classifica. Alla fine vinsero e mi fecero una dedica che apprezzai moltissimo. A Valencia diedi le dimissioni dopo due mesi e mezzo perché non vennero mantenuti accordi tecnici, insomma le solite cose.

prandelli

 

All'estero, secondo me o vai per soldi o perché hai una grande delusione. Questo è il mio caso. Lotito mi convinse ad andare alla Lazio ma mi tenne ventiquattro giorni prigioniero, ribadisco il termine prigioniero. Mi telefonava tutti i giorni raccomandandosi di non ascoltare altre proposte che arrivavano, invece, eccome se arrivavano. Poi Presero Simone (Inzaghi). Così scappai letteralmente all'estero alla prima proposta».

 

[…] E il Prandelli del futuro?

«A volte mi chiamano i miei ex giocatori. L'ultimo è stato Frey. Dice: 'mister ma legge e sente commentatori che applaudono alla costruzione dal basso? Ma a Parma giocavamo così vent'anni fa'.  Ha ragione Seba. Facevo così anche a Firenze e, attenzione, allora i calciatori non potevano entrare in area per palleggiare con il portiere. Nel calcio puoi scomporre i principi ma i concetti sono quelli. Creare superiorità, attaccare la profondità, avere equilibrio. Le cosiddette marcature preventive... Anche quelle le utilizzavamo decenni fa.

PRANDELLI

 

Un po' di responsabilità l'hanno anche i commentatori che vogliono vendere un prodotto. Ma il calcio non si vende, si gode. Troppi commenti, abbiamo perso l'emozione per un gesto tecnico. Una volta ci si ricordava della rovesciata di Vieri, del tacco di Mancini, della corsa di Vialli. Adesso sono soltanto statistiche, vedi il possesso palla. Ecco, che palle!».

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...