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108 TONNELLATE DI MORTE - TANTO PESAVA IL CAMION CHE HA FATTO CROLLARE IL CAVALCAVIA DELLA MILANO-LECCO, COME 100 AUTO TUTTE INSIEME - I PM INDAGANO SULLE RESPONSABILITÀ DELL'ANAS, CUI SPETTA LA MANUTENZIONE, E DELLA PROVINCIA DI LECCO, CHE DOVEVA CHIUDERLO QUANDO HA INIZIATO A PERDERE CALCINACCI
Fabio Poletti per la Stampa
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Sarebbe potuto succedere in qualsiasi momento. Sul cavalcavia della Milano-Lecco crollato venerdì pomeriggio, ogni giorno passavano decine di mezzi pesanti e di carichi eccezionali. Tutti diretti ad un' azienda siderurgica di Cesana Brianza, con i capannoni a 500 metri dal crollo. Dove stava andando il camion della Nicoli Trasporti di Albino vicino a Bergamo, carico di 108 tonnellate di bobine d' acciaio.
Roberto Nicoli, il titolare dell' azienda giura che avevano tutte le autorizzazioni anche per questo trasporto: «Le chiediamo ogni 6 mesi all' autorità locale competente. Ma io non capisco come non abbiano fermato tutto il traffico, sia sul cavalcavia di Annone che sulla statale sottostante, quando sono caduti i primi calcinacci».
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È quello che si stanno chiedendo tutti. Se lo sta chiedendo anche la magistratura di Lecco che ha aperto un fascicolo nelle mani del pubblico ministero Antonio Plateroti, con il coordinamento del procuratore capo Antonio Chiappani, per disastro colposo ed omicidio colposo.
L' indagine è ancora contro ignoti. I magistrati hanno già sentito l' autista del camion, un rumeno finito in ospedale con 90 giorni di prognosi ma non è in pericolo di vita. L' autista ha confermato che la documentazione era in regola, anche se nel camion crollato sulla SS36 per ora non sono state trovate le carte. Nei prossimi giorni i magistrati sentiranno anche i titolari della ditta di trasporti che assicurano di avere avuto tutte le autorizzazioni.
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Ma in questo guazzabuglio burocratico entra pure la Provincia di Bergamo. La ditta di trasporti è infatti di Albino e l' autorità competente è la Provincia di Bergamo. I magistrati vogliono accertare le modalità con cui vengono concesse le autorizzazioni. Se vengono comunicati gli itinerari dei mezzi pesanti. Se qualcuno controlla se gli itinerari interessano ponti e cavalcavia e se si conoscono le portanze. Il magistrato Antonio Chiappani vuole conoscere anche la storia del cavalcavia di Annone, già coinvolto in 2 incidenti nel 2006 e nel 2009 quando mezzi troppo alti si incastrarono tra i piloni.
Ora bisogna capire come Anas ha fatto la manutenzione del cavalcavia. Chi doveva autorizzare il blocco della circolazione in presenza di calcinacci e su questo c' è un rimpallo di responsabilità tra Anas e Provincia di Lecco. E chi ha controllato gli itinerari dei carichi eccezionali su quel cavalcavia. Sempre che la normativa lo preveda. Infine proseguono i lavori per liberare le carreggiate della SS36 in attesa che venga riaperta la circolazione ma non prima di mercoledì.
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