alessandro gaffoglio

LA MATTANZA NELLE CARCERI ITALIANE - IL 24ENNE ALESSANDRO GAFFOGLIO, AFFETTO DA DISTURBI PSICHICI E CON PROBLEMI DI DROGA, SI E' SUICIDATO IN CELLA CON UN SACCHETTO DI NYLON: ERA STATO ARRESTATO A TORINO PER UNA RAPINA AL SUPERMERCATO MA DOPO 2 SETTIMANE IN CARCERE, IN ATTESA DEL PROCESSO, SI È AMMAZZATO – UN CASO SIMILE A QUELLO DI DONATELLA HODO, CHE SI È TOLTA LA VITA INALANDO IL GAS DA UN FORNELLETTO...

Irene Famà per “La Stampa”

 

ALESSANDRO GAFFOGLIO

«Come sta mamma? Sono dispiaciuto per quello che ho fatto, per aver deluso i miei genitori». No, queste non sono le parole che un bandito rivolge a un giudice. E infatti Alessandro Gaffoglio non lo era. Ventiquattro anni e un'infanzia complessa, affetto da disturbi psichici, talvolta faceva uso di droghe. Il 2 agosto, a Torino, coltello alla mano, ha rapinato due supermercati. La polizia l'ha arrestato ed è finito davanti al giudice per la convalida del fermo.

 

 Il primo arresto, il primo giorno in carcere. Una misura cautelare, non una condanna. In cella Alessandro ha resistito due settimane, poi si è tolto la vita soffocandosi con un sacchetto di nylon.

 

cella carcere

Alessandro Gaffoglio non era un bandito, era una ragazzo fragile. Come Donatella Hodo, di tre anni più grande, che nella sua cella a Moriondo, nel veronese, il 2 agosto si è uccisa inalando del gas da un fornelletto. Lottava contro la dipendenza da stupefacenti, usciva ed entrava dal carcere di continuo. Piccoli furti, i suoi. Come quelli di Alessandro. Difficoltà che la detenzione ha acuito, solitudini che ha reso insostenibili, paure e fragilità che non hanno lasciato scampo. Dalle loro celle, quei due ragazzi non hanno visto possibilità di riscatto, ma solo fallimento.

 

«È un'estate davvero drammatica» dice la ministra della Giustizia Marta Cartabia, dati alla mano: cinquantadue suicidi da inizio anno nelle carceri italiane, nove nei primi quindici giorni di agosto. «Il ministero, l'amministrazione penitenziaria stanno facendo molto per migliorare complessivamente la qualità di vita e di lavoro nei nostri istituti, ma il dramma dei suicidi riguarda tutti».

 

carcere

Le carceri sono sovraffollate, d'estate non ci sono attività, il supporto psicologico non basta. Come sottolinea Cosima Buccoliero, la direttrice del carcere Lorusso e Cutugno di Torino: «Si interviene sulle situazioni in cui si crea allarme, quelle evidenti. Le altre non si riesce a individuarle». E la richiesta di cambiamenti del sistema carcercario arriva da più voci, dal sindacao Osapp della polizia penitenziaria, dai garanti dei detenuti.

 

Alessandro Gaffoglio era nato in Brasile. Poi era stato adottato e in Italia, a Torino, studiava. E lavorava. Lavoretti qua e là, come un periodo in uno dei tanti girarrosti. «Solare, dolce, attento alla famiglia». Chi lo conosceva, lo descrive così: «Proprio la persona che speri non faccia quella fine. Doveva essere aiutato». Aiutato ad affrontare la dipendenza dagli stupefacenti, che l'ha spinto, così pare, ad assaltare due supermercati e a tentare la fuga con un bottino intorno a un migliaio di euro. E forse, questo il sospetto degli inquirenti, a compiere altre rapine nei mesi scorsi.

DONATELLA HODO

 

Seguito e monitorato per quei disturbi pischici. Entrato in carcere, è stato inserito nel cosiddetto "Sestantino", l'area nella sezione dei "Nuovi giunti" per chi ha problemi psichiatrici. Poi è stato trasferito, sempre sotto osservazione, in un altro padiglione. «Stiamo cercando di capire come sono andati i fatti», dichiara l'avvocata Laura Spadaro.

 

La procura ha aperto un'inchiesta: al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato. È stato sequestrato il fascicolo che riguarda Alessandro Gaffoglio, si cerca di capire se il ventiquattrenne è stato seguito e monitorato adeguatamente. L'indagine torinese riguarda Alessandro. A Verona si riflette sul suicidio di Donatella. Volti e storie differenti, simbolo, entrambi, della sconfitta di un sistema.

DONATELLA HODOMARTA CARTABIAmarta cartabia al senato FUNRALI DI DONATELLA HODO

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...