
OGGI QUI, DOMANI LÀ: IL “CORRIERE” A ZIG ZAG – OGGI, SFOGLIANDO IL QUOTIDIANO DI VIA SOLFERINO ALLA RICERCA DEL SOLITO RETROSCENA “DETTATO” DA PALAZZO CHIGI, SIAMO RIMASTI A BOCCA APERTA NEL VEDERE UN ARTICOLO FEROCE CONTRO IL GOVERNO. ARGOMENTO? LA “VELINA NERA” DI FAZZOLARI (SOLITAMENTE SEGUITA PEDISSEQUAMENTE DAI CHIGISTI DEL “CORRIERONE”), LA “NOTA INFORMATIVA” CON CUI IL BRACCIO DESTRO E TESO DI GIORGIA DÀ LA LINEA AI PARLAMENTARI, E DA CUI ARRIVA ANCHE LA BORDATA DI MELONI SU VENTOTENE – “È STATO TRADITO IL PATTO CHE CEMENTA I MELONIANI, LA FEDELTÀ. E A POCO SEMBRANO ESSERE SERVITE ANCHE LE PRECAUZIONI DI SICUREZZA DI ‘FAZZO & FRIENDS’. C’È TIMORE, PER NON DIRE PAURA. PERCHÉ FAZZOLARI HA POTERI PIÙ DIRETTI DI MANTOVANO. DA QUI LA CONFIDENZA SOSTANZIALE DI UN ELETTO DI FDI: ‘AHÒ, QUESTO FA LE LISTE! IO NUN TE DICO PROPRIO GNENTE!’” – DUE PAGINE PIÙ AVANTI, UN’INTERVISTA VELENOSISSIMA A LETIZIA MORATTI: MA È IL “CORRIERE” O “REPUBBLICA”?
LA VELINA "CRIPTATA" CHE DETTA LE MOSSE DI FDI
Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”
corriere della sera contro fazzolari
C’è chi, sprezzante, da sinistra l’ha ribattezzata la «velina nera». Chi, ben più aulico, da destra la chiama la «Bibbia». Mentre l’autore, «Il Fazzo», più asetticamente la definisce «nota informativa».
Stiamo parlando del documento quotidiano che dà la linea politica a ministri e parlamentari, vergato da Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo di Giorgia Meloni fin dai tempi giovanili di Colle Oppio, che ufficialmente è sì il sottosegretario all’Attuazione del programma, ma in pratica è il cervello della macchina della propaganda del governo e di Fratelli d’Italia.
Parla poco, pochissimo, ma decide tutto o quasi. E quando la premier ha scatenato il pandemonio alla Camera con quel serafico: «Quella di Ventotene non è la mia Europa», in molti hanno subito pensato che dietro ci fosse lo zampino del plenipotenziario meloniano.
Perché quella frase ha scatenato una tempesta perfetta, con la bagarre dell’opposizione («Fascisti!») diventata diversivo per depistare l’attenzione dal pesante scontro nella maggioranza su un tema chiave come il Rearm Europe e il sostegno all’Ucraina, con la Lega su posizioni distanti rispetto a FdI e Forza Italia. C’era un piano a monte, insomma.
Prima solo i soliti sospetti, poi la conferma (progetto peraltro perfettamente riuscito).
Perché ieri La Repubblica e Il Fatto hanno svelato che, dietro la bordata di Meloni, c’era già un documento di 7 pagine in cui «Fazzo & friends» (in tandem c’è pure Francesco Filini, capo dell’Ufficio studi di FdI) definivano come «ideologico e con toni sovietici» il Manifesto di Ventotene.
Un dettagliato j’accuse , storico e politico, contro i padri fondatori dell’Unione. Perché l’obiettivo di questi ultimi era «un’Europa federalista» e non un «modello confederale» costituito da «un’alleanza di nazioni sovrane». Il più rodato degli schemi comunicativi, insomma: noi (la destra) contro loro (la sinistra). E ha funzionato, anche perché deputati, senatori e anche più ministri hanno seguito la bussola del «Fazzo» tra giornali e tv.
Ma come in tutte le tempeste perfette c’è sempre un day after . E stavolta, più di altre, le conseguenze sono state giornalisticamente divertenti.
Inutile chiedere dettagli sul documento anche ai parlamentari meno in vista: «Chi l’ha dato ai giornali è un infame», è la risposta più significativa che il Corriere ha ricevuto. Perché conta il principio: non è che siano stati rivelati i codici della valigetta nucleare, ma è stato tradito il patto che cementa i meloniani, la fedeltà. E a poco sembrano essere servite anche le ultime precauzioni di sicurezza di «Fazzo & friends», la cui «piattaforma digitale» traccia i nomi di coloro che scaricano (o accedono a) questo o quel documento interni al partito.
intervista di letizia moratti contro meloni su ventotene
C’è timore, per non dire paura, quindi. Perché Fazzolari, talvolta, ha poteri addirittura più diretti di Alfredo Mantovano, sottosegretario a capo della «macchina» di Palazzo Chigi. Da qui l’altra confidenza sostanziale di un eletto di FdI: « Ahò, questo fa le liste! Io nun te dico proprio gnente! ».
C’è solo un altro aspetto a cui Fazzolari tiene quanto la fedeltà: la difesa di Kiev. Una posizione molto netta, la sua, tanto che chi lo conosce bene la definisce addirittura «baltica», perché «va oltre l’atlantismo». Il sottosegretario, da molti anni, ha una compagna ucraina: conosce da vicinissimo il dramma e da subito si è adoperato senza sosta per organizzare missioni di aiuti e soccorsi.
«I VALORI DELL’EUROPA ARGINE CONTRO SOVRANISMI E SINISTRE ORA POLITICA ESTERA COMUNE»
Estratto dell’articolo di Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera”
milano Letizia Moratti, la premier Meloni ha detto che non si riconosce nell’Europa di Ventotene. Lei?
«Il Manifesto di Ventotene è un pilastro della costruzione europea, una visione di integrazione e collaborazione nata in un momento storico drammatico. Ritengo fondamentale preservarne lo spirito originario e attualizzarlo alle sfide di oggi, senza strumentalizzazioni politiche.
È l’Europa dei padri fondatori, l’Europa di De Gasperi. Per me è anche l’Europa delle madri fondatrici: Ada Rossi, Sofia Corradi, Maria Jervolino. I principi fondanti della mia Europa sono la centralità della persona, la libertà, la democrazia e lo Stato di diritto».
Quindi Meloni ha sbagliato?
«Le dichiarazioni della premier sottolineano una lettura critica del percorso europeo attuale rispetto alle idee dei fondatori: è un dibattito legittimo. Ma non dobbiamo dimenticare che l’Ue ha garantito decenni di pace e sviluppo frenando i nazionalismi. Sono in sintonia con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha più volte ricordato l’importanza del Manifesto come bussola per il futuro dell’Europa. Un’Europa più forte, coesa e solidale» […]
meme sul discorso di giorgia meloni su ventotene by 50 sfumature di cattiveria
GIORGIA MELONI, TRUMP E VENTOTENE - VIGNETTA BY ALTAN
fazzolari fitto
fazzolari meloni