GIUSTIZIA PER GLI INNOCENTI - ARRESTATO IL TRAFFICANTE CHE COMANDAVA IL PESCHERECCIO AFFONDATO A LAMPEDUSA

Francesco Viviano per "la Stampa"

Il 'Capitano' Bensalem Khaled, tunisino di Sfax, l'uomo che era al comando del peschereccio affondato davanti alla costa di Lampedusa, provocando oltre 300 morti, è stato fermato e accusato formalmente di omicidio plurimo, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e naufragio.

Polizia e carabinieri lo hanno prelevato all'interno del Centro di accoglienza dell'isola, dove era attentamente sorvegliato, e trasferito nel carcere di Agrigento. Non è stato invece ancora identificato 'l'assistente' del Capitano, che probabilmente si trova ancora all'interno del centro di accoglienza. I due venivano chiamati dai 500 disperati che si trovavano sul barcone della morte come "White Man" (uomini bianchi).

Il provvedimento di fermo è stato firmato dal procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, dall'aggiunto, Ignazio Fonzo e dal pm Minardi. A incastrare lo scafista la testimonianza di una decina di sopravvissuti che non hanno avuti dubbi nel riconoscere Bensalem Khaled come "il Capitano" che faceva parte di una organizzazione libica che gestisce il traffico di uomini dalle cost libiche a quelle italiane.

Interrogati dagli investigatori della squadra mobile e dai Pm, i testimoni hanno fornito una serie di particolari e dettagli, sull'organizzazione e sul viaggio verso Lampedusa, che hanno provocato lo stato di fermo dello scafista. B.A., eritreo, ed altri suoi connazionali sopravvissuti alla strage hanno riferito agli investigatori che Bensalem Khaled era tra gli organizzatori del viaggio e che si era occupato, sin dalle prime battute, di trasferire i 500 eritei che erano "prigionieri" in un capannone nelle campagne libiche, fino alla spiaggia vicino Misurata.

"A gruppi di 20-30 ci hanno prima messi su delle piccole barche trasferendoci poi sul peschereccio più grande che si trovava al largo". Il viaggio è stato faticoso, i 500 "passeggeri" erano costretti a stare in piedi perché erano stipati nella stiva, sul ponte e sul piano superiore del peschereccio come delle sardine. Tutti i testimoni hanno riferito che Bensalem Khaled era sempre al timone aiutato dall'altro "White Man"; i due erano gli unici che dormivano in una cabina con due cuccette. Sempre i testimoni hanno riferito che sarebbe stato lo stesso "capitano" a dare fuoco a una coperta per tentare di segnalare la presenza del peschereccio e che le fiamme hanno investito il barcone che ha preso fuoco facendolo affondare con il suo carico di vite.

 

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