ROMANZO PARIOLINO - LE BABY ESCORT SCEGLIEVANO MOTEL CON ACCESSO ESTERNO PER EVITARE CHE I PORTIERI SCOPRISSERO LA LORO ETA’: MA TUTTI I CLIENTI SAPEVANO CHE NON ERANO MAGGIORENNI – ALTRE 20 PERSONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI

Maria Corbi per ‘La Stampa'

È il momento di presentarsi davanti ai magistrati per i clienti delle baby prostitute. Se Mauro Floriani è andato spontaneamente gli altri, una decina gli indagati per adesso, saranno chiamati nei prossimi giorni. Qualcuno ha cercato di evitare questo appuntamento incaricando gli avvocati di avanzare richiesta di patteggiamento. Sperando che potesse bastare, Tutto pur di non sfilare a palazzo di Giustizia con la certezza della vergogna pubblica.

Una lista che scotta, con nomi importanti (pare) e comunque di professionisti che vorrebbero rimanere al di sopra di ogni sospetto, evitando le prime pagine e la gogna pubblica. Chissà se questa preoccupazione si accompagni al rimorso di aver fatto sesso a pagamento con delle minorenni.

E dalle pagine del verbale dell'incidente probatorio emerge che probabilmente molti clienti conoscevano l'età delle ragazzine. Anche perché in alcuni casi, su suggerimento dello stesso Ieni, i rapporti a pagamento erano consumati nelle stanze esterne di un motel per far evitare alle ragazze di passare nella hall dove avrebbero dovuto dare i documenti che avrebbero dimostrato la loro minore età. «I clienti prendevano la stanza fuori - dice una delle due baby prostitute nell'incidente probatorio- noi aspettavamo che ci aprivano la stanza ed entravamo: così non ci vedeva nessuno».

Era Mirko Ieni, secondo il racconto della ragazza «a dire a clienti di prendere la stanza fuori, le faceva prendere apposta così quelli del centralino del motel non ci vedevano e non ci chiedevano i documenti». E oggi Ieni verrà nuovamente ascoltato nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia dopo che gli è stata notificata la terza ordinanza di custodia cautelare per avere sfruttato altre due ragazze, questa volta 19enni, e averne filmata una durante un rapporto sessuale con un cliente. Per questo motivo Ieni è accusato di interferenza illecita nella vita privata, reato che si aggiunge allo sfruttamento della prostituzione minorile e alla cessione di stupefacenti.

Gli altri clienti identificati ma non ancora iscritti nel registro degli indagati, una ventina, attendono nella paura il loro turno. Clienti dunque «accorti» ma anche esigenti che non si facevano scrupolo di postare «recensioni negative» - lamentele su ritardi e toni sgarbati delle due - sul sito web dove Ieni aveva messo i contatti delle due.

Dalle carte dell'inchiesta continuano a uscire racconti di agghiacciante vita familiare, con una delle mamme (quella arrestata perchè sospettata di avere indotto la figlia a prostituirsi) che si accorge che «Ieni è un mascalzone» ma poi lascia andare la figlia con lui. E l'altra madre, quella che ha denunciato, che preoccupata va a parlare con l'altra mamma per dirle che «le nostre figlie fanno cose strane».

E' M., la ragazzina più piccola, classe 1998 a svelarlo durante un interrogatorio: «Mia madre mi raccontò che la madre della mia amica andò a trovarla al lavoro dicendo che facevamo cose strane ma senza specificare cosa. Mia madre chiese cosa erano queste cose e l'altra rispose che non lo poteva dire. Mia madre allora si arrabbiò e le disse: "io sto lavorando e tu ti vieni a lamentare su tua figlia ma gestiscitela te, ma che ci vieni a far e qui"».

Conversazione a cui ha assistito anche la nonna di M. «La madre della mia amica non disse a mia madre che ci prostituivamo»,spiega la ragazzina. «A mia nonna sarebbe preso un colpo e avrebbe tentato di fermare questa situazione». Mentre la mamma di L., la più grande, nella denuncia ai carabinieri raccontò di aver chiarito bene alla mamma di M. quali erano «le cose strane». Mentre M. continua a difendere la madre sostenendo di averle sempre detto che spacciava per portare i soldi a casa. Questo per la mamma non era «strano».

 

 

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