boris johnson

L’EUROPA TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO – LA NOTIZIA DELLA VITTORIA SCHIACCIANTE DI BORIS JOHNSON È STATA PRESA BENE DAI CAPI DI GOVERNO RIUNITI A BRUXELLES: FINALMENTE CI SARÀ UNA MAGGIORANZA CHIARA CHE FARÀ FINIRE LO PSICODRAMMA DELLA BREXIT IN TEMPI RAPIDI – L’ACCORDO È STATO GIÀ FIRMATO, MA ORA ARRIVA IL BELLO CON IL NEGOZIATO SUI FUTURI RAPPORTI. E COMUNQUE IL DIVORZIO RISCHIA DI FARE MALE A TUTTI – VIDEO

 

 

Andrea Bonanni per “la Repubblica”

BORIS JOHNSON 4

 

Stavolta, forse, è davvero la fine dell' incubo Brexit. Con questo nuovo Parlamento a Westminster, Londra scioglierà finalmente gli ormeggi dall' Europa il 31 gennaio, come previsto. Gli exit poll che attribuiscono la maggioranza assoluta ai conservatori di Boris Johnson sono stati accolti con evidente sollievo dai capi di governo riuniti a Bruxelles.

boris johnson merkel macron conte

 

Del resto la bozza delle conclusioni che già da giorni si trova sul tavolo del vertice non lascia adito a dubbi: la Ue aveva scommesso con anticipo sulla vittoria di Johnson e ora tutto quello che desidera è "un ritiro ordinato" della Gran Bretagna dall' Unione.

 

angela merkel boris johnson 2

I Ventisette auspicano una rapida ratifica dell' accordo che era già stato accettato, ma che il Parlamento britannico aveva bocciato innescando il processo elettorale. E già pensano al "dopo", cioè al difficilissimo negoziato che dovrebbe portare entro un anno (ma il termine potrebbe slittare) ad un accordo complessivo sui futuri rapporti tra Londra e l' Europa.

 

Per questa nuova trattativa, Bruxelles conferma la sua fiducia nel proprio capo-negoziatore, Michel Barnier, che ha condotto con pugno di ferro le trattative in questi tre anni e mezzo del lunghissimo purgatorio Brexit.

donald tusk boris johnson

 

Il sollievo della diplomazia per un risultato che dovrebbe finalmente fare chiarezza e sbloccare l' impasse durato troppo a lungo è confermato dall' andamento dei mercati. La sterlina compie un balzo in avanti. Alla fine, dunque, anche per gli investitori, meglio un cattivo risultato che il prolungamento dell' incertezza.

BARNIER

 

Le speranze, mai veramente abbandonate, di quanti in Europa auspicavano un ripensamento degli elettori britannici, un secondo referendum che potesse sovvertire il risultato del primo, sono state seppellite dal voto di ieri. Johnson era riuscito a trasformare le elezioni in una sfida tra il popolo, che aveva scelto la Brexit, e il Parlamento, che non la concedeva. Ha vinto la sua scommessa: a stragrande maggioranza il popolo britannico (ma bisognerebbe dire inglese) ha confermato la scelta di uscire dalla Ue.

 

boris johnson bacia il suo cane dilyn mentre va a votare 1l'ultimo comizio di boris johnson

Naturalmente il voto di ieri non risolve nessuno dei molti problemi che in questi anni sono stati indicati dagli esperti di tutti i settori. Il divorzio farà male sulle due sponde della Manica, anche se probabilmente la Gran Bretagna pagherà il prezzo più elevato. Ma, se non altro, il fatto che Johnson potrà controllare il Parlamento con una maggioranza ampia dovrebbe allontanare l' incubo di un "no deal", una separazione senza accordo, che avrebbe potuto avere effetti veramente devastanti.

 

boris johnson e david cameron

La vera partita comincia adesso. Johnson dovrà innanzitutto tenere coeso il Regno Unito, scongiurando, se ci riuscirà, un secondo referendum scozzese che determini una secessione di Edimburgo. E poi dovrà negoziare i termini delle future relazioni con la Ue. Per il primo ministro inglese sarà probabilmente l' esercizio più difficile, perché le molte menzogne propagandistiche con cui si è assicurato il sostegno degli elettori dovranno in quella occasione misurarsi con la dura realtà degli equilibri industriali, finanziari, sociali ed economici.

BREXIT - LE COPERTINE DEI GIORNALI

 

L' idea di fare della Gran Bretagna una specie di paradiso fiscale e finanziario a due passi dalla Ue, si dovrà misurare con le possibili ritorsioni di Bruxelles, che potrebbero mettere in ginocchio la City. La speranza di diventare un simbolo del libero commercio che attira ricchezza e investimenti si scontrerà con un mondo che sta riscoprendo il protezionismo. Ora che la Brexit è acquisita, scatta il momento della verità: per Johnson, quello di ieri potrebbe essere stato l' ultimo brindisi.

boris johnson 3boris johnson angela merkel brexitbrexit 1la marcia a londra dei remainers anti brexit 8boris johnson

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?