fuga dal carcere

MANCO IN UN FILM DI PIERINO. TRE EVASI DAL CARCERE DI SOLLICCIANO CON LE LENZUOLA ANNODATE – HANNO SEGATO LE SBARRE E SONO USCITI SCAVALCANDO IL MURO DI CINTA. NON ERA CONTROLLATO: E’ PERICOLANTE ED IL 90% DELLE VIDEOCAMERE SONO FUORI USO - CACCIA ALL'UOMO A SCANDICCI

 

Simone Innocenti e Jacopo Storni per il Corriere fiorentino – Corriere della Sera

 

CARCERE SOLLICCIANOCARCERE SOLLICCIANO

Come in un film: tre detenuti sono scappati ieri dal carcere di Sollicciano calandosi da un muro con una fune fatta di lenzuola annodate. I tre (Bordeianu Costel, Donciu Costantin Catalin e Ciocan Danut Costeu) tutti di nazionalità romena, hanno approfittato delle falle nel sistema di sicurezza (più volte denunciate dai sindacati) per fuggire dal penitenziario al confine tra Firenze e Scandicci. A dare l’allarme sono stati gli stessi agenti che si sono accorti della fuga dalle telecamere di sorveglianza.

 

LA DINAMICA

Secondo quanto riferito dal sindacato degli agenti Uilpa, è probabile che abbiano segato le sbarre per uscire dalla propria sezione: «Potrebbero aver usato sottilissimi fili facilmente introducibili in carcere chiamati comunemente ‘capelli d’angelo’» spiega Eleuterio Grieco, segretario del sindacato. I tre, scappati intorno alle 20, si trovavano nella prima sezione: «È quella aperta dalla mattina fino alle 19, dove i reclusi sono parzialmente liberi di girare fuori dalle celle», spiega Grieco.

SBARRE SEGATESBARRE SEGATE

 

Una normativa, quella delle celle aperte, adottata dal Ministero della giustizia per venire incontro alle direttive europee sui diritti dei detenuti, che però «a Sollicciano è troppo rischiosa visto che manca la vigilanza», fanno notare. Su questo punto Grieco non ha dubbi: «È stata un’evasione annunciata. Il carcere di Sollicciano non è sicuro, lo ripetiamo da mesi. Il 90 per cento dei dispositivi di videosorveglianza non funziona, il muro di cinta è a rischio crollo e pertanto chiuso, senza sentinelle in grado di controllare». E proprio lì che è avvenuta la fuga, dalla parte della Cooperativa di Legnaia.

 

ERANO COMPONENTI DELLA BANDA DELLE SPACCATE

Due dei tre fuggitivi sono stati arrestati dai carabinieri pochi giorni fa per furto e ricettazione: avevano svaligiato diversi negozi con la tecnica della spaccata. Il terzo connazionale era in carcere dallo scorso settembre. Secondo le prime informazioni tutti dovevano uscire dal carcere il prossimo anno.

 

LE RICERCHE

CARCERE SOLLICCIANO1CARCERE SOLLICCIANO1

Polizia e carabinieri da lunedì sera danno la caccia al terzetto dei malviventi nelle zone attorno al carcere. E non solo. A Ugnano e nelle zone collinari di Scandicci sono state perquisiti alcuni casolari: al momento, però, senza risultato. Per una mezz’ora anche le operazioni di identificazione dei tre romeni sono state rese difficoltose dagli altri detenuti: la polizia penitenziaria è stata costretta a fare l’appello per capire chi fossero gli evasi (all’inizio si pensava che fossero di nazionalità algerina).

 

NON È IL PRIMO TENTATIVO DI FUGA

Il pm di turno Christine Von Borries ha aperto un’inchiesta. Nelle prossime ore la polizia inizierà a visionare i filmati per capire meglio la dinamica esatta della fuga. Le ricerche delle forze dell’ordine vanno avanti anche con l’aiuto dei cani molecolari. Non è chiaro, però, se ci fosse qualcuno ad aspettarli fuori dal carcere. Magari un complice che poi li ha fatti salire sulla macchina e approfittare della vicina autostrada.

CARCERE SOLLICCIANO2CARCERE SOLLICCIANO2

 

Il carcere di Sollicciano non è nuovo a tentativi di fuga: lo scorso 14 luglio due detenuti avevano cercato di evadere ma erano stati bloccati dagli agenti prima che potessero uscire dal perimetro del centro di reclusione: furono bloccati sui muri. Nel 2011 invece un detenuto riuscì a fuggire: stava effettuando dei lavori di manutenzione ordinaria nelle case demaniali della stessa direzione che si trovano alle spalle dell’istituto penitenziario. Un detenuto nel gennaio del 2015 scappò ma dopo un’ora fu invece ripreso.

 

Nel 2004 infine ci fu una maxi evasione, con cinque detenuti albanesi che riuscirono a calarsi sul retro di una delle sezioni e, da lì, a raggiungere il muro di cinta e a calarsi verso la campagna che circonda il carcere.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...