LA CALIFORNIA BRUCIA – IL GOLDEN STATE È DEVASTATO DA DICIASSETTE INCENDI CHE HANNO GIÀ DIVORATO 400 CHILOMETRI DI TERRITORIO: IN FUGA MIGLIAIA DI PERSONE, COMPRESI DIVERSI VIP DA SCHWARZENEGGER A LEBRON JAMES – PAURA PER IL GETTY MUSEUM DI MALIBÙ MINACCIATO DALLE FIAMME - A NORD DI SAN FRANCISCO 300 CHILOMETRI DI VIGNETI SONO GIÀ ANDATI IN FUMO - A SCATENARE L’INFERNO SAREBBE STATO UN CORTO CIRCUITO E ADESSO SI PUNTA IL DITO CONTRO…(VIDEO)
Anna Lombardi per “la Repubblica”
«Gente, questo incendio di Los Angeles non è uno scherzo. Siamo scappati alle 4 del mattino e con la mia famiglia siamo in auto cercando rifugio, per ora senza fortuna». LeBron James non immaginava certo che avrebbe festeggiato così la vittoria dei suoi Lakers sui Charlotte Hornets, sconfitti 120 a 101 anche grazie ai suoi clamorosi canestri, poche ore prima di quel tragico tweet. Sì, c' è perfino la stella del basket californiano fra le 20 mila persone scampate alle fiamme che in queste ore stanno devastando la parte ovest di Los Angeles.
Quella Brentwood, resa celebre da OJ Simpson in fuga dal cadavere della moglie, dove vive pure l' attore ed ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, che via Twitter ringrazia i pompieri: «Veri eroi, sfidano il pericolo per proteggerci». Evacuato pure lui, proprio alla vigilia della prima hollywoodiana di Terminator: "Dark Fate" che doveva segnare il suo ritorno al grande schermo. Cancellata per colpa dell' incendio divampato lunedì notte così vicino al Getty Museum di Malibù, da prenderne il nome.
Niente paura, il museo dove sono esposti alcuni dei più celebri capolavori dell' antichità, compreso l' Atleta di Fano reclamato dall' Italia, è al sicuro: «L' architetto Richard Meier ha progettato l' edificio pensando ai disastri. Abbiamo un serbatoio di 3,7 milioni di litri d' acqua per spegnere ogni incendio, il tetto in pietra impedisce alle braci di incendiarsi, gallerie con chiusura frangi fiamme e filtraggio dell' aria studiato per non far penetrare fumo».
Ma intanto, il resto del Golden State brucia. Devastato da 17 incendi che hanno già divorato 400 chilometri di territorio. E se a Sud 600 si combatte per salvare dal Getty Fire 10 mila abitazioni, a Nord di San Francisco, nella regione vinicola di Sonoma, la situazione è ancora più grave.
Qui dal 23 ottobre arde il Kincade Fire e 300 chilometri di vigneti sono già andati in fumo. Il rogo domato solo al 15 per cento, a causa dei venti di Santa Ana, i micidiali "los diablos", i diavoli: secchi, caldi e fortissimi che, uniti alle alte temperature decisamente fuori stagione e alla scarsa umidità, trasportano tizzoni e funzionano come micce.
Colpa dei cambiamenti climatici, naturalmente. Secondo la Noaa, l' Agenzia per il clima, in California le temperature si sono alzate di due gradi in 100 anni, scatenando siccità continue, nutrimento degli incendi. Ad aggravare la situazione dello stato più liberal, più techno, più green d' America, c' è poi l' urbanizzazione intensissima, città ai margini dei boschi e sulle cime delle montagne, che sovraccaricano un sistema elettrico vecchio e inadeguato. Anche per questo la compagnia Pacific Gas & Electric Corp, fornitrice d' energia a due terzi dello stato, ha deciso di lasciare al buio per i prossimi cinque giorni 1,5 milioni di persone.
Nonostante sia appena finito un blackout che ha toccato 2,5 milioni di californiani, ora alla disperata ricerca di ricaricare i cellulari, mentre negli ospedali si combatte per alimentare coi pochi generatori macchine salvavita e frigoriferi pieni di medicine. E pazienza se parte della colpa è proprio di PG&EC.
Contro la compagnia si puntò il dito già un anno fa, quando, dopo 17 giorni e 86 morti, fu finalmente domato l' inferno di Camp Fire, l' incendio peggiore della Storia d' America, innescato proprio da un pilone difettoso, controllato da quell' azienda con una lunga storia di negligenze e incidenti alle spalle. Un malfunzionamento, d' altronde, ha dato un aiutino a madre natura anche questa volta. Un cortocircuito causato dal surriscaldamento, ha infatti innescato le fiamme di Lafayette, a 30 chilometri da San Francisco.
Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, sette mesi fa ci ha provato a mettere in campo misure straordinarie.
Ma si è scontrato con l' ostilità di Donald Trump, già irritato dalle misure prese per combattere le emissioni inquinanti delle auto e le posizioni pro immigrati, tanto da decidere il taglio di 900 milioni di fondi federali al Golden State, accusando i suoi amministratori di non occuparsi nemmeno della manutenzione ordinaria delle foreste. «Questo incendio non è uno scherzo» twitta ora LeBron James.
La California brucia: e domani i venti soffieranno più forti.
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