edgar morin ucraina russia guerra

“NÉ VINCITORI NÉ VINTI. SOLO DA QUI SI PUÒ INIZIARE A A NEGOZIARE” – IL FILOSOFO FRANCESE EDGAR MORIN: “ZELENSKY SI È RIVELATO UN CAPO GUERRIERO STRAORDINARIO, MA CERCA PIÙ LA VITTORIA CHE LA LIBERAZIONE, TEMO CHE RIFIUTI DI NEGOZIARE. PUTIN È UN DESPOTA CRUDELE MA È REALISTA E SA ARRETRARE E RIDURRE LE SUE AMBIZIONI” –  “IL COMPROMESSO È UN DONBASS CONDIVISO. LE CITTÀ PORTUALI COME MARIUPOL POTREBBERO DIVENTARE DEI PORTI FRANCHI”

Estratto dell'articolo di Cesare Martinetti per “La Stampa”

 

edgar morin

«Né vincitori né vinti. È il compromesso necessario per cominciare a negoziare». Edgar Morin dall'alto del suo secolo di vita suggerisce questa soluzione per la crisi Russia-Ucraina. Soluzione che al momento appare più utopica che realistica. Ma è questo il compito dei grandi vecchi: miscelare utopia e realismo. Morin non rinuncia alla battaglia intellettuale e al suo ruolo di coscienza critica. Di guerra in guerra, da oggi in libreria (Raffaello Cortina editore) è un distillato di riflessioni su un interminabile Novecento vissuto da testimone. […]

 

guerra in ucraina sul fronte est

Putin è l'aggressore «evidente», come lei scrive. Dopo l'annessione della Crimea, l'escalation era prevedibile. l'Occidente non ha capito o non ha voluto capire?

«Dopo il crollo dell'Urss e i primi anni di Putin, ci fu una possibilità di intesa fra la Russia e gli Usa, fra la Russia e l'Europa. Putin è anche venuto in Germania a fare un discorso molto pro-europeo. Ma la volontà degli Stati Uniti di mantenere il monopolio della potenza mondiale, da una parte, e, dall'altra, le guerre di riconquista condotte dalla Russia in Cecenia e in Georgia hanno portato gli Stati Uniti, peraltro su richiesta dei Paesi vicini alla Russia, a estendere la Nato fino a un accerchiamento che i dirigenti hanno avvertito come una minaccia».

 

E in Ucraina cos'è accaduto?

edgar morin 4

«La rivoluzione pro-occidentale di Maidan ha suscitato il separatismo del Donbass russofono e l'annessione della Crimea da parte della Russia. Dal 2014 prosegue una guerra continua e sanguinosa fra il potere ucraino, sostenuto dagli Stati Uniti, e le provincie separatiste, alimentate militarmente dalla Russia. Nel 2014 avevo lanciato l'allarme sui rischi che questo ascesso si generalizzasse. Di fatto, in condizioni di sempre maggiore tensione, Putin decise l'invasione dell'Ucraina con l'obiettivo di annetterla».

 

[…] Qual è il suo giudizio su Zelensky?

«Zelensky si è rivelato capo guerriero straordinario ed è riuscito a ottenere l'aiuto economico e militare che, insieme al valore strategico dei capi militari ucraini, ha salvato l'Ucraina dall'annessione. Ma cerca ormai più la vittoria che la liberazione e temo che rifiuti di negoziare, mentre l'equilibrio delle forze attuali permetterebbe una negoziazione, che sfortunatamente i reciproci odi rendono difficile. Temo che ci sia solo una corta veduta sui rischi che egli contribuisce a far correre sul mondo non vedendo che una generalizzazione del conflitto sarebbe un disastro innanzitutto per l'Ucraina».

 

E qual è il suo giudizio su Putin?

VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - INCONTRO A PARIGI

«Putin è nello stesso tempo l'erede del peggior aspetto dello stalinismo, quello poliziesco, e, risuscitando la Santa Russia, del dispotismo zarista. È diventato progressivamente un despota cinico e crudele, e questo suo carattere si accresce. Ma è anche realista e sa arretrare e ridurre le sue ambizioni. Non è sicuro che una eventuale destituzione di Putin possa portare al potere democratici pacifisti. C'è anche il rischio che sia sostituito dal peggio».

 

Lei è uno studioso e un teorico della complessità e la situazione ucraina è oggettivamente complessa. Qual è lo scenario realistico per la soluzione del conflitto?

«Il Donbass russificato dovrebbe essere riconosciuto nella sua specificità: solo una Ucraina federale potrebbe integrarlo, non l'Ucraina attuale. Quale che sia l'esito politico per il suo territorio, l'industria del Donbass potrebbe dipendere da un condominio russo-ucraino. Le città portuali come Mariupol, e anche altre, potrebbero diventare dei porti franchi come lo fu Tangeri.

vladimir putin

 

La Crimea, che durante la guerra fu popolata da tatari ad opera di Stalin, ha ritrovato una parte della sua popolazione originaria, ma è più russificata che ucrainizzata. Potrebbe essere demilitarizzata e restare russa. In breve, io non faccio altro che indicare delle possibilità di un compromesso, che è necessario in ogni guerra dove non ci siano né vincitori né vinti». […]

 

 

OLAF SCHOLZ - VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - INCONTRO A PARIGIbiden e zelensky alla casa biancavladimir putin visita un centro di addestramento edgar morin 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...