cavalcavia crollo

CAVALCAVIA, PORTAMI VIA - CAVI D'ACCIAIO NEL MIRINO: COSÌ È CROLLATO IL VIADOTTO DI FOSSANO (COSTRUITO DA ITINERA, DEL GRUPPO GAVIO) - POCHE ORE PRIMA DEL CEDIMENTO L'ANAS AVEVA CONTROLLATO L'ASFALTO SENZA NOTARE NULLA DI STRANO...

Lodovico Poletto per la Stampa

 

CROLLA UN CAVALCAVIA A CUNEOCROLLA UN CAVALCAVIA A CUNEO

Trentadue anni fa il signor Angelo Mana indossava la fascia da sindaco di Fossano. E sognava una superstrada in grado di togliere di mezzo i tir dal paese e avere finalmente un collegamento come Dio comanda verso Cuneo. E perché no, anche verso un' autostrada. Erano gli anni di un altro politico e imprenditore rampante, si chiamava Vito Bonsignore.

 

Mentre Mana era sindaco lui era nel cda della A 21 Torino - Piacenza. E sognava di collegare Cuneo alla sua strada. «Ma noi non volevamo. E allora andai a cercare i soldi alla Cassa di risparmio di Fossano. E con quelli realizzammo un progetto di massima. Che abbiamo poi dato ad Anas, gratis» ricorda Mana. Ecco, così è nato quel nastro d' asfalto di sette chilometri che aggira Fossano e dove l' altro giorno è venuta già una campata.

 

Spezzata in due come il bastoncino di un ghiacciolo. Come se quei cavi d' acciaio grossi come l' avanbraccio di un culturista, e che tengono uniti i tre segmenti di cemento che compongono la campata, non fossero mai esistiti. E a guardarla con gli occhi di un tecnico sta tutta qui l' anomalia di questa storia: nei cavi.

CAVALCAVIA CUNEOCAVALCAVIA CUNEO

 

E in due domande: perchè si sono rotti? E perché nessuno se n' è accorto prima di cosa stava accadendo? «Le cause comunque potrebbero essere molte altre, dal cedimento del cemento, a uno slittamento dell' armatura» spiega alle sette di sera Massimo Simonini, l' ingegnere dell' Anas responsabile per tutta Italia del settore ponti e gallerie.

 

Così, per non sbagliare, il sostituto procuratore Pier Attilio Stea ieri ha fatto sequestrare tutte le carte relative alla costruzione di quel viadotto. Ha mandato i carabinieri nella sede Anas di Torino e s' è fatto portare in ufficio scatoloni di documenti. Lì dentro c' è tutto.

 

GRUPPO GAVIOGRUPPO GAVIO

Dal progetto esecutivo ai capitolati d' appalto per la costrizione delle campate in cemento. Tipo quella che spezzata in due. Da chi le ha fornite, ai dettagli sulla ditta costruttrice dell' opera. Cioè l' associazione temporanea di imprese che faceva capo ad una delle più importanti aziende italiane che costruisce grandi opere, la Itinera, del gruppo Gavio, che con i suoi 3300 chilometri di autostrade possedute è il quarto operatore europeo del settore.

 

Se Itinera l' ha costruita, Anas ha continuato a gestirla. E l' altra mattina - quattro o cinque ore prima del crollo - un equipaggio di operai della società è passato a controllare l' asfalto. Senza notare nulla di strano. «Ma del resto lì non c' è nulla di anomalo, almeno a vederlo da qui» si sfoga Simonini. Lo dice mentre un altro super esperto, il professore del Politecnico di Torino, Luca Giordano, controlla per la prima volta il ponte spezzato. Per due ore se ne sta lì a far foto e a parlare con quelli dell' Anas prima di andare via senza scucire verbo. Le poche cose che ha da dire le riferisce al pm Stea che lo ha nominato consulente tecnico.

 

Marcellino GavioMarcellino Gavio

Insomma: prima di dire cosa è accaduto - se, cioè, è colpa di un guaio nella progettazione, o nella realizzazione della campata, o chissà che altro, di tempo ne passerà un bel po'. E per cancellare ogni dubbio si farà anche una specie di autopsia al ponte, prelevando campioni di cavi, armature d' acciaio e cemento. Per poi testarli in laboratorio: esattamente come si fa nei casi di morti sospette.

«Questo viadotto ha solo 27 anni: a vederlo così è in ottimo stato» dicono ancora da Anas.

 

Il che significa che questa storia non ha nulla a che vedere con altri crolli, dove alcune strutture erano a vista molto deteriorare. «E non era nemmeno inserito negli elenchi delle opere soggette a controlli particolari. In nessun elenco» scandisce bene Simonini. Che è anche membro della commissione di indagine interna istituita dall' Ente per far luce su questa vicenda.

 

Il resto sono chiacchiere da bar e di curiosi che arrivano alla spicciolata davanti al cimitero a guardare il gigante in ginocchio. «Hanno risparmiato sulle materie prime» insiste un pensionato in bicicletta.

 

Tesi che regge poco. Perchè questa manciata di chilometri di superstrada è costata 40 miliardi di lire. Che non sono un' enormità, ma neanche pochi. Ed erano soldi arrivati grazie alle Colombiadi: nel '92 era già finito il primo lotto. Per anni il viadotto terminava in mezzo alla campagna. Inutilizzato. Poi è partita la seconda tranche. Lo hanno collaudato - finito - nel 1999. Neanche vent' anni, e si è già spezzata in due una campata.

CAVALCAVIA CUNEO 8CAVALCAVIA CUNEO 8

 

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