giulia pigoni matteo renzi naike gruppioni carlo calenda

ALTRO CHE GUERRA DEI ROLEX, TRA RENZI E CALENDA SIAMO ALLO SCIPPO DEI DEPUTATI – IL CHURCHILL DEI PARIOLI SBRAITA (“MAI PIÙ INSIEME”) DOPO CHE IL SENATORE SEMPLICE DI RIAD GLI HA PORTATO VIA LA DEPUTATA NAIKE GRUPPIONI, OLTRE A UNA CONSIGLIERA DELL'EMILIA-ROMAGNA E AL SEGRETARIO DI AZIONE DI  FIRENZE – “MENTRE NOI ERAVAMO IMPEGNATI A SOSTENERE LE LISTE PER LE AMMINISTRATIVE, RENZI ERA IN QUESTE FACCENDE AFFACCENDATO” – L'EX PREMIER ORA PUÒ CREARE GRUPPI AUTONOMI IN PARLAMENTO E SBATTERE I CALENDIANI NEL MISTO…

Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”

 

Giulia Pigoni Matteo Renzi Naike Gruppioni

Roma Lo "scippo di Naike" non è un titolo del Riformista, ma può essere buono per l'ultimo episodio della faida tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Naike Gruppioni, imprenditrice e fino a ieri deputata di Azione, annuncia il suo passaggio a Italia Viva insieme a Giulia Pigoni, già segretaria di Azione in Emilia-Romagna e consigliera regionale. Renzi, in versione presidente della Fiorentina re del calciomercato, le presenta in conferenza stampa in un hotel a piazza Barberini. Poche ore dopo, ai neoacquisti si aggiunge anche Franco Baccani, segretario di Azione a Firenze.

 

MATTEO RENZI CARLO CALENDA

[…] normale che Calenda non la prenda bene e parli di uno «scippo»: «Questa vicenda spiega bene la distanza nei comportamenti con Renzi – scrive su Twitter – Mentre noi eravamo impegnati in giro per l'Italia a sostenere le liste per le amministrative, lui era in queste faccende affaccendato». Perché, anche se a volte sembra l'ultimo dei loro problemi, pure stavolta il fu Terzo polo è andato ben al di sotto delle aspettative: l'apice del 7% è stato raggiunto solo a Brescia e Siena, mentre nelle altre città capoluogo sono arrivate percentuali molto basse (3,5% a Vicenza, 1,3% a Pisa, 3,7% ad Ancona).

 

Giulia Pigoni Matteo Renzi Naike Gruppioni

Dettagli per Renzi, che continua a guardare alle elezioni europee del prossimo anno, sperando in chissà quale miracolo, ed esulta perché Italia Viva si rivela attrattiva a spese dell'ex alleato. «Faccio un appello al gruppo dirigente di Azione, è un momento in cui una parte delle persone se ne sta andando – dice velenoso l'ex premier –. Si facciano delle domande se qualcuno viene via, perché c'è rimasto male».

 

Poi rinnova l'invito a «ricostruire un processo unitario» in vista delle Europee e assicura che «non c'è nessun motivo per dividere i gruppi parlamentari», anche se in teoria ora avrebbe i numeri per crearne di autonomi con Italia Viva, sbattendo Calenda e i suoi nel Misto sia alla Camera che al Senato.

 

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

La classica pistola sul tavolo, mentre propone di «ricominciare» e, restando serio, scandisce che «non stiamo litigando». Stranamente, però, Calenda non sembra intenzionato a ricongiungersi a lui per le Europee. In serata, a Di Martedì, spiega di aver «già dato e mi sono sbagliato io a fidarmi, perché Renzi ha fatto Renzi».

 

[…]

 

Sempre ricordando certe dichiarazioni al miele degli anni passati. «Calenda ha l'intelligenza per ragionare del futuro», diceva il Renzi premier nel 2016, quando lo aveva scelto come ministro dello Sviluppo economico. «Renzi è stato il miglior presidente del Consiglio dai tempi di De Gasperi», assicurava Calenda poco più di un anno fa. E adesso eccoli qui, protagonisti di una delle rotture più pirotecniche della recente storia politica italiana, consumata a colpi di tweet urticanti.

 

Giulia Pigoni Matteo Renzi Naike Gruppioni

Tipo questo del leader di Azione, datato un mese fa: «Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne, non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri».

 

E, tanto per evitare fraintendimenti, di fronte alle accuse di assenteismo parlamentare ha aggiunto: «Quando non ero in Senato ero a fare iniziative sul territorio per Azione e IV. Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall'assassino di Khashoggi».

 

[…]

MALEDETTO IL GIORNO CHE T'HO INCONTRATO - RENZI E CALENDA BY MACONDO

 

Ora siamo arrivati al punto che si evitano nei corridoi di Palazzo Madama e al tragicomico «scippo» di deputati e dirigenti. La guerra dei Rolex tra Totti e Ilary, al confronto, sbiadisce. nic. car.

calenda renzi meme by macondo CARLO CALENDA MATTEO RENZI MATTEO RENZI CARLO CALENDA

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…