marisa amato

AMOR CH'A NULLO AMATO – È MORTA MARISA AMATO, LA DONNA TRAVOLTA IN PIAZZA SAN CARLO A TORINO LA SERA DEL 3 GIUGNO 2017 – ERA RIMASTA TETRAPLEGICA E NEGLI ULTIMI GIORNI LE SUE CONDIZIONI RESPIRATORIE SONO PEGGIORATE  – QUELLA SERA ERA ANDATA CON IL MARITO IN CENTRO A MANGIARE, QUANDO…

Da www.lastampa.it

 

MARISA AMATO

La tragedia di piazza San Carlo è diventata da stamane ancora più grande. È morta Marisa Amato, la donna travolta mentre era a passeggio e rimasta tetraplegica la maledetta notte della finale di Champions League del 3 giugno 2017.

 

Negli ultimi giorni si erano manifestati i sintomi di una infezione che ha causato il peggioramento delle condizioni respiratorie. Per questo motivo mercoledì la donna si era rivolta al Cto, dove le è stato riscontrato un versamento pleurico.

 

piazza san carlo torino

Ricoverata presso la Terapia Intensiva ha chiesto con lucidità e fermezza che la terapia, soprattutto il supporto respiratorio, non prevedesse mezzi invasivi come l’intubazione tracheale o la tracheotomia, pur avendo ben chiaro che questa decisione avrebbe potuto portarla ad un peggioramento fatale. Secondo queste indicazioni è proseguita la terapia. Stamane ha però avuto un brusco peggioramento, e alle 9,15 si è spenta, attorniata dai familiari.

 

PIAZZA SAN CARLO

Marisa Amato non era in piazza San Carlo, la sera del 3 giugno, ad inseguire un sogno di vittoria, bramando una coppa sfortunata con gli altri tifosi juventini. Era andata con il marito in centro a mangiare una farinata, quasi indifferente a quella febbre bianconera che aveva riempito la piazza, desiderosa di vedere il Real soccombere nella finale di Champions League.

 

IL RAGAZZO CON LO ZAINETTO A PIAZZA SAN CARLO

A braccetto col marito, Vincenzo D’Ingeo, camminava lungo via Santa Teresa quando la folla li ha sommersi come una marea incontenibile di corpi, scatenata da una paura contagiosa come un incubo collettivo, generato da quel moderno terrorismo che ha trasformato il sangue in uno spettacolo di massa. «Mio papà, quando racconta quel momento - aveva raccontato mesi fa il figlio Danilo -, ricorda solo di essere stato calpestato da una massa di persone, schiacciato ripetutamente a terra. Non riusciva a rialzarsi. Poi lui e mamma avevano perso i sensi».

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