
DI CHI È LA NICOTINA TROVATA SUI CAPELLI DI CHIARA POGGI? LA VITTIMA E ALBERTO STASI NON FUMAVANO E LE TRACCE SAREBBERO LA CONSEGUENZA DI UN’ESPOSIZIONE PROLUNGATA ALLE ESALAZIONI PASSIVE DI SIGARETTA. IN CASA C'ERA UN PORTACENERE CON SEGNI DI UTILIZZO, MA SENZA MOZZICONI. ALL’EPOCA, LA MADRE DI CHIARA DICHIARÒ: “MIA FIGLIA NON AVREBBE MAI LASCIATO UN PORTACENERE SPORCO IN CUCINA” – MA ORA L’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA POGGI SOTTOLINEA: “I GIUDICI CHE HANNO CONDANNATO STASI HANNO GIÀ RISOLTO IL TEMA. IL PAPÀ DI CHIARA ERA UN FUMATORE ACCANITO”. MA I GENITORI DELLA VITTIMA ERANO PARTITI DA UNA SETTIMANA E…
1, GARLASCO, LA NUOVA PISTA: TROVATA NICOTINA SUI CAPELLI DI CHIARA POGGI. «E ALBERTO STASI NON FUMAVA». IL GIALLO DEL POSACENERE
Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “Il Messaggero”
Tracce di fumo nei capelli. La riapertura delle indagini sulla morte di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco la mattina del 13 agosto 2007, obbliga gli investigatori a tornare indietro nel tempo. E a ripescare dai faldoni gli atti funzionali alla nuova accusa formulata dalla Procura di Pavia, che ha indagato Andrea Sempio per omicidio «in concorso con altri o con Alberto Stasi». Tra le migliaia di carte c’è anche una perizia del 2008 che rileva la presenza di nicotina nei capelli della ragazza benché il fidanzato, l’ultima persona che avrebbe visto prima di morire, non fumi.
[…] poiché la ventiseienne non fumava sarebbero la conseguenza di un’esposizione prolungata alle esalazioni passive di sigaretta di chi le stava accanto. Stasi non è un fumatore, lo è invece il padre di Chiara, Giuseppe Poggi, che tuttavia da una settimana era in vacanza con la moglie Rita Preda.
[…] In alcune fotografie scattate dai carabinieri sul luogo del delitto compare un portacenere con segni di utilizzo, ma senza mozziconi: «Mia figlia non avrebbe mai lasciato un portacenere sporco in cucina», ha riferito Rita Preda nella sua deposizione.
Resta da capire se quei mozziconi li abbia presi qualcuno per farli sparire, se siano stati acquisiti prima dello scatto, se a distanza di diciotto anni dal delitto si trovino ancora tra i reperti conservati.
STASI - MEME BY EMILIANO CARLI
Il gip di Pavia Daniela Garlaschelli, nel disporre il prelievo coattivo del dna di Andrea Sempio, ha disposto la comparazione con le altre tracce biologiche isolate nella villetta di via Pascoli, ma nel frattempo la tastiera del computer di casa Poggi usato da Sempio con l’amico Marco, il fratello di Chiara, è stata smaltita e non si trovano il tappetino del bagno, né il pigiama che indossava la vittima. Una foto mostrava l’indumento con impressa la mano insanguinata dell’assassino, che poi sarebbe andato al lavandino a ripulirsi. E sul dispenser del sapone, oltre a un’impronta digitale di Stasi, era stata trovata anche una seconda traccia ai tempi illeggibile.
Proseguono intanto le audizioni dei testimoni, l’elenco di persone da convocare è lungo: i genitori di Chiara, le cugine Paola e Stefania Cappa, i vicini di casa. Due giorni fa Le Iene hanno incontrato un supertestimone […] «siccome mi è stato ordinato di non dire niente. Vengo messo in mezzo a una situazione grave, non voglio saperne niente perché so che non devo dire delle cose». Il suo racconto è stato consegnato all’autorità giudiziaria: «Qui non si parla di errori, ma di volontà. Un mese dopo il delitto io avevo delle cose da dire, ma non c’è stata l’intenzione di ascoltare», afferma ora.
andrea sempio chiara poggi alberto stasi
Quanto ad Andrea Sempio, il suo legale assicura che è «tranquillo» e sta pensando a «sistemare la questione lavorativa». Dopo avere appreso delle nuove indagini a suo carico, il trentasettenne si è preso qualche giorno di ferie: «Vende telefoni, non se la sente di incontrare persone. È distrutto, non regge il colpo», dipingeva il suo stato d’animo l’avvocato Massimo Lovati. Adesso sta valutando di «riprendere a lavorare», sia per non tornare continuamente con il pensiero a ciò che sta accadendo, sia perché «tanto non cambia niente». Ribadisce il legale: «Siamo sereni e lui è tranquillo ed è innocente, lo dimostreremo. Il problema è che non sarà mai risarcito per questa sofferenza».
2. GARLASCO, DI CHI SONO LE TRACCE DI NICOTINA SUI CAPELLI DI CHIARA? L'AVVOCATO DEI POGGI: «IL PADRE FUMAVA». PERCHÉ SEMPIO SEMBRA SEMPRE PIÙ INNOCENTE
Non basta solo rianalizzare il Dna sotto le unghie della vittima Chiara Poggi, riguardare le impronte dattiloscopiche catturate quasi 18 anni fa nella villetta di via Pascoli e fare una consulenza sull'impronta insanguinata della scarpa per determinarne la misura. Per puntare il dito contro Andrea Sempio, oggi trentasettenne, serve smontare la sentenza del 2015 e dunque 'togliere' Stasi dalla scena del crimine o supporre che abbia agito in concorso (nell'avviso di garanzia si parla di «concorso con altri soggetti o con Alberto Stasi») con Sempio. Così, tra le migliaia di carte da riguardare, spunta ora una perizia del 2008 che rileva la presenza di nicotina nei capelli della ragazza benché il fidanzato Stasi, l’ultima persona che avrebbe visto prima di morire, non fumi. E allora di chi sono queste tracce di nicotina rilevate?
la perizia sulle impronte nella villetta di garlasco
A dare una risposta è Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi: «Invito gli amanti dell’archeologia giudiziaria ad andarsi a leggere pagina 121 e pagina 122 della Corte d’Assise d’Appello che condannò Stasi che ha già risolto questo tema banalmente riscontrando come il papà di Chiara fosse un fumatore accanito e quindi Chiara fosse una fumatrice passiva».
[…] Se la Procura di Pavia punta su Sempio deve essere pronta a rivedere anche l'orario dell'omicidio: Chiara muore tra le 9.12 e le 9.36 del 13 agosto 2007, mentre Andrea Sempio è a casa con il padre, solo dopo prenderà l'auto per raggiungere Vigevano come mostra lo scontrino del parcheggio. Scontrino pagato alle ore 10.18 (prevista un'ora di sosta) quando la ventiseienne è già morta. Difficile spostare più avanti le lancette dell'orologio per il delitto, anche perché Sempio continua ad avere un alibi.
La bici rossa
i pedalini della bicicletta di alberto stasi
E a voler credere almeno che l'assassino scappi in bici, come dichiara una testimone ritenuta attendibile dai giudici, bisogna 'correggere' anche in questo caso la sentenza passata in giudicato perché se Stasi ha una bicicletta nera da donna (e il cambio pedali è un altro elemento che gioca a suo sfavore), Sempio invece possiede una bici rossa.
La scarpa numero 42
Tra le prove contro Stasi - nei trentadue faldoni di un'inchiesta lunga anni - c'è anche l'impronta di una scarpa numero 42. Una perizia indica non solo la taglia esatta, ma individua anche la marca, e Sempio calza il numero 44. Difficile pensare che una nuova consulenza della Procura possa mettere in dubbio un'analisi che risponde a una domanda di un giudice e che la Cassazione certifica. Ed è difficile superare l'impronta di quella scarpa lasciata sul tappettino del bagno dove l'assassino va sicuramente: per vedere se è sporco di sangue si ritiene adesso; per lavarsi le mani a voler credere alle sentenze.
il bagno della villetta di garlasco 1
Le impronte sul dispenser
Una foto mostra, sul pigiama della vittima, la mano insanguinata di chi colpisce Chiara Poggi alla testa con un oggetto mai trovato, a maggior ragione quindi il killer va in bagno a ripulirsi. Sul dispenser restano due impronte di Stasi e nessuna traccia di sangue di Chiara a dimostrazione - è la conclusione dei giudici - che è stato lui, oggi 41 anni, l'ultimo a toccare il dispenser portasapone. Tutti i periti convergono sul fatto che le altre tracce trovate su quell'oggetto non siano identificabili, o comunque non utili, e per ora - salvo sorprese - diventa difficile scalfire questa prova contro l'allora fidanzato. Le nuove tecnologie nel campo della genetica nulla potranno aggiungere alle conclusioni sulle tracce trovato sotto le unghie della ventiseienne: il materiale è stato utilizzato completamente, si è arrivati a concludere che i risultati non erano comparabili (decisione presa da tutte le parti presenti nel processo) e ora la rivalutazione dei risultati, solo sulla carta, rischia in astratto di determinare un falso in perizia.
Il Dna sotto le unghie
Anche se la traccia genetica sulle unghie fosse di Sempio (difficile immaginare un movente), il ragazzo frequentava casa Poggi e il Dna non è databile, cioè potrebbe aver lasciato la traccia (è una molecola resistente e non vola) settimane prima. C'è un altro dato che in questa storia bisogna tener conto: dal 2015 a oggi, sono una quarantina i magistrati che si sono occupati del delitto di Garlasco e tutti hanno convenuto sulla responsabilità di Stasi oltre ogni ragionevole dubbio.
le tracce di sangue nella villetta di garlasco
andrea sempio
il bagno della villetta di garlasco 2