giacarta indonesia

GIACARTA STRACCIA - LA CAPITALE INDONESIANA STA AFFONDANDO E IL GOVERNO È A LAVORO PER LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA CAPITALE SULL'ISOLA DEL BORNEO - LA NUOVA CITTÀ, CHIAMATA NUSANTARA, CHE SARÀ A BASSO IMPATTO AMBIENTALE, CON IL 20% DELLE SPESE DI COSTRUZIONE A CARICO DEL BILANCIO STATALE E IL RESTANTE 80% IN ARRIVO DA INVESTITORI STRANIERI - MA GLI AMBIENTALISTI AVVERTONO: LA COSTRUZIONE DELLA METROPOLI ACCELERERÀ LA DEFORESTAZIONE...

Estratto dell'articolo di Alessandra Muglia per www.corriere.it

 

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[…]Giacarta, la capitale dell’Indonesia, […] è una delle città che affondano più velocemente sulla Terra. Il mare si sta facendo strada nei quartieri costieri, la terra sprofonda poco a poco, a una media di 7,5 centimetri all’anno. L’enorme muro costruito sulla costa per tenere a bada le inondazioni dà l’idea del pericolo. La crisi climatica, con l’innalzamento del livello del mare e piogge imprevedibili, hanno reso la situazione così grave che entro il 2050, fino a un terzo della città potrebbe essere sott’acqua, prevedono gli esperti.

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[…] La risposta del governo? Spostare la capitale in una remota località sull’isola del Borneo, a 1.200 chilometri di distanza. A proporlo, nel 2019, il presidente Joko Widodo: una città «verde» futuristica con zero emissioni, chiamata Nusantara, con il 20% delle spese di costruzione a carico del bilancio statale e il restante 80% in arrivo da investitori stranieri.

 

il piano per la costruzione di NUSANTARA

La sua costruzione avrebbe dovuto iniziare alla fine del 2020, ma è stata posticipata per via della pandemia di Covid-19. I piani prevedono che sia inaugurata il 17 agosto, nel giorno dell’Indipendenza dell’Indonesia.

 

Questa settimana le autorità hanno mostrato il piano di avanzamento dei lavori per la nuova capitale. […]Ma gli ambientalisti avvertono che la costruzione della metropoli accelererà la deforestazione su larga scala in uno dei tratti di foresta pluviale tropicale più grandi e antichi del mondo minacciando l’habitat di specie in pericolo come l’orangotango e la sopravvivenza delle comunità indigene in un’isola già compromessa da piantagioni di olio di palma e miniere di carbone.

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