niqab

GIÙ IL VELO! - IN AUSTRIA SCATTA IL DIVIETO TOTALE DI INDOSSARE BURQA E NIQAB - PER NON FARLA APPARIRE COME UNA MISURA ANTI-MUSULMANA, LA LEGGE METTE AL BANDO INDUMENTI, MASCHERE O GLI INTERVENTI COSMETICI CHE COPRONO IL VISO DELLE PERSONE RENDENDOLI NON IDENTIFICABILI

Waltyer Rauhe per “La Stampa”

 

DONNA COL NIQAB E LA DRAG QUEEN

Guai a definirla come la legge contro il Burqa. Le autorità austriache preferiscono adoperare l' acronimo dal sapore burocratico «AGesVG» che sta per «Legge contro la copertura del volto». Promossa dal ministro degli Esteri e leader del Partito popolare Austriaco (Övp) Sebastian Kurz e approvata dal Parlamento federale a Vienna l' 8 giugno scorso, la discussa legge è entrata ufficialmente in vigore ieri ma continua a dividere l'opinione pubblica.

 

Per non farla apparire come una misura discriminatoria e anti-musulmana, il testo della legge non parla esplicitamente delle coperture integrali come il burqa o il niqab indossate dalle comunità islamiche più ortodosse, ma mette al bando tutti gli indumenti, le maschere o gli interventi cosmetici che coprono completamente il viso delle persone rendendoli di fatto non più identificabili.

 

combattenti in niqab

Non un divieto solo del velo islamico insomma, ma anche i caschi dei motociclisti, i passamontagna adoperati ad esempio sulle piste da sci e qualsiasi tipo di mascheramento del volto al di fuori delle circostanze specifiche che ne giustifichino l' uso (ad esempio durante il carnevale).

 

Il divieto si estende dalla domenica di ieri a tutti i luoghi pubblici e ogni violazione potrà venire sanzionata con una multa di 150 euro. I trasgressori che non sono disposti a scoprirsi il velo di fronte agli agenti che li fermano per strada (o anche sulla pista da sci?) potranno essere posti in stato di fermo e costretti a chiarire le loro generalità in un commissariato.

 

niqab veil

Al di là delle capriole linguistiche e dell' inventiva ipocrita riscontrabile nel testo della nuova legge, la normativa viene ugualmente definita da tutti gli austriaci come il «Burqa Verbot», il divieto del burqa, e per non rischiare di passare come troppo «politicamente corretto», Sebastian Kurz e il ministero degli Interni a Vienna hanno fatto stampare migliaia di volantini in quattro lingue (tedesco, inglese, turco e arabo) sui quali in modo esemplificativo e con l' ausilio di disegni vengono illustrati i vari tipi di coperture del volto messi al bando dal primo di ottobre.

 

E guarda caso la principale figura adoperata sui volantini è proprio quella di una donna col velo integrale. Va detto che di donne fedeli alla religione musulmana che indossano il burqa o il niqab a Vienna, Salisburgo, Innsbruck «se ne vedono tante quante persone travestite da Arlecchino o da clown nel mese di luglio», ironizza un deputato del partito dei Verdi.

niqab airport security check

 

Ma in vista delle elezioni legislative in Austria il prossimo 15 di ottobre, ogni mezzo sembra lecito ai politici del centro destra e in particolare al nuovo ed aggressivo presidente del Partito Popolare Övo per gettare un po' di olio sul fuoco delle polemiche populiste nella speranza di sottrarre voti ai populisti veri e di estrema destra della Fpö.

 

Alle proteste della sinistra, delle comunità islamiche, delle associazioni umanitarie e di molti Paesi arabi i cui cittadini più abbienti avevano letteralmente invaso negli anni scorsi le località turistiche alpine per le loro vacanze, si sono aggiunte nei giorni scorse le azioni di disubbidienza civile di molti creativi e di quella parte della società civile austriaca ancora tollerante.

 

niqab

In centinaia sono scesi in piazza coprendosi il viso con costumi carnevaleschi, sciarpe di lana, cesti di vimini, o indossando anche negli eleganti caffè di Vienna un casco da motociclista. Anche se la nuova legge esclude il divieto di copertura del volto in occasione di eventi «culturali, artistici o di feste folkloristiche», i disobbedienti intendono «smascherare» (nel vero senso della parola) il vero scopo politico della normativa.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...