ilva di taranto

GIUSTIZIA È SFATTA! IL PROCESSO SUL DISASTRO AMBIENTALE E SANITARIO PROVOCATO A TARANTO DALL’EX ILVA, RISCHIA DI FINIRE A TARALLUCCI E VINO – LA CORTE D'ASSISE D'APPELLO DI LECCE HA ANNULLATO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO EMESSA A MAGGIO 2021 CHE AVEVA CONDANNATO I VERTICI DELLA FABBRICA E UNA PARTE DELLA POLITICA LOCALE E REGIONALE - DOPO 12 ANNI DI UDIENZE, PERIZIE E TESTIMONIANZE, IL MAXI-PROCESSO DOVRÀ RIPARTIRE DA ZERO E MOLTI REATI CHE FINIRANNO IN PRESCRIZIONE...

Estratto dell’articolo di Andrea Tundo per il “Fatto quotidiano”

 

ex ilva di taranto - acciaierie d italia

La sentenza sulla gestione “disastrosa” dell’Ilva da parte della famiglia Riva, quella che mise “in pericolo concreto la vita e la integrità fisica” di lavoratori e cittadini del quartiere Tamburi di Taranto, […] a causa degli interventi per “favorire la produzione” di acciaio, non esiste più.

 

È stata cancellata – insieme alle pene per dirigenti, manager, politici e amministratori locali che avevano trasformato la città in un “girone dantesco” – perché non erano i giudici della Corte d’Assise tarantina a dover stabilire se ci fu un disastro ambientale e chi tra i 37 imputati, 26 dei quali vennero poi condannati, fosse colpevole e chi no.

 

ilva 1

Così ha stabilito la Corte d’assise d’appello di Lecce, […] accogliendo la questione sollevata da alcuni avvocati della difesa. Il maxi-processo “Ambiente Svenduto” dovrà ripartire da zero e se ne occuperanno i magistrati di Potenza. Con un rischio enorme: la prescrizione rischia di cancellare buona parte dei reati. […]

 

Perché dodici anni di udienze, perizie e testimonianze non hanno più alcun valore lo si capirà tra 15 giorni quando il collegio presieduto dal giudice Antonio Del Coco depositerà le motivazioni dell’ordinanza con la quale sono state stracciate le 3.700 pagine della sentenza alla base delle condanne, tra gli altri, di Fabio Riva (22 anni) e del fratello Nicola (20), oltre che dell’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al quale venne inflitta una pena di tre anni e sei mesi per concussione aggravata in concorso, e dell’ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, condannato a tre anni.

 

ilva taranto 5

È già certo che la decisione è figlia di una questione sollevata dai legali Giandomenico Caiazza, Pasquale Annichiarico e Luca Perrone, rispettivamente difensori di Girolamo Archinà, ex responsabile relazioni istituzionali di Ilva, e dei fratelli Riva. I legali avevano sottolineato come alcuni giudici vivessero negli stessi quartieri in cui abitano persone costituitesi parte civile durante il dibattimento e considerate degne di risarcimento dal collegio.

 

Ma soprattutto, avevano sostenuto, tra le parti civili figuravano due giudici onorari tarantini, attivi quando avvennero i fatti contestati: solitamente quando ci sono magistrati del distretto coinvolti, tutto passa ad altra sede. La vicenda era già stata affrontata in primo grado, ma la Corte d’assise respinse l’eccezione delle difese sostenendo che quando ebbe inizio il processo i due non appartenevano più all’ordine giudiziario. […]

ilva taranto 9

 

 “Ambiente Svenduto” rischia così di trasformarsi in un gioco dell’oca senza fine, azzerando senza un giudizio di merito l’impianto accusatorio impostato dai pubblici ministeri Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile, Remo Epifani e Raffaele Graziano che aveva sostanzialmente retto al vaglio del primo grado. […]

 

ilva taranto 8

Duro il commento di Gian Luca Vitale, avvocato di Slai Cobas e Medicina Democratica: “Il trasferimento non solo rischia di mettere una pietra tombale sul più grande processo per disastro ambientale celebrato in Italia – dice –. Ma può creare un pericolosissimo precedente, un’arma in mano agli inquinatori: più ampio e grave è l’inquinamento, più sarà possibile dire che tra le potenziali vittime ci sono dei giudici e, quindi, più facile sarà annullare il processo”. Si riparte da zero, ma l’arrivo non è più certo.

ilva taranto 2ilva taranto 1riva ilva taranto 3

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…