I PRONTO SOCCORSO SONO IN CODICE ROSSO – GLI OSPEDALI SONO PRESI D’ASSALTO A CAUSA DELL'EPIDEMIA DI VIRUS RESPIRATORI: IN LOMBARDIA GLI ACCESSI SONO STATI IL 40% IN PIÙ RISPETTO ALLA MEDIA - NEL LAZIO CI SONO 2500 PAZIENTI IN ATTESA DI UNA VISITA, PIAZZATI ALLA MEGLIO NEI CORRIDOI DEGLI OSPEDALI - LA METÀ DEI MEDICI DI BASE SONO IN FERIE E LE PERSONE, CHE AVREBBERO POTUTO CURARSI ANCHE A CASA, SI SONO RIVERSATE AL PRONTO SOCCORSO - LA CRISI DEL SISTEMA SANITARIO: A FURIA DI TAGLI HA PERSO 30MILA MEDICI IN DIECI ANNI E...
Estratto dell’articolo di Clemente Pistilli, Elena Dusi per "La Repubblica"
È inverno, i denti battono per la febbre e la coperta è sempre troppo corta. A restare esposta durante la peggiore epidemia di virus respiratori degli ultimi vent’anni in Italia è ancora una volta la solita parte. I pronto soccorso. In Lombardia ieri gli accessi sono stati il 40% in più della media: 7.500. Uguale percentuale di aumento in Toscana, con 1.200 pazienti in 24 ore.
«Le persone con urgente bisogno di ricovero da noi sono aumentate del 20% da Capodanno» aggiunge da Palermo Massimo Geraci, primario di emergenza-urgenza all’Ospedale Civico. «È l’effetto della carenza di posti letto negli altri reparti degli ospedali» spiega Rossella Melodia, dirigente del Pronto soccorso del Policlinico di Bari.
Una delle situazioni più gravi si registra a Roma, nonostante i 33 milioni di investimento della Regione Lazio diretti soprattutto alle strutture private. Ieri sera in attesa su una sedia di plastica o una barella nel Lazio c’erano 2.500 persone. Mille, già visitate, aspettavano un letto per il ricovero nel reparto adatto. In 680 sono parcheggiate in questa situazione — chiamata boarding — da più di 24 ore.
Sotto accusa sono finiti i medici di famiglia in ferie. «Il 50% delle persone in attesa nei pronto soccorso ha problemi minori, che possono essere gestiti sul territorio» dichiara Stefano Barone, segretario del sindacato degli infermieri Nursind per la provincia di Roma. Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), mette in evidenza però gli altri anelli deboli della catena: «Ho avuto pazienti con il Covid che avrebbero avuto bisogno di un antivirale. Ma le farmacie della Asl erano chiuse. […]».
La crisi dei pronto soccorso oggi è in effetti il risultato di una coperta tagliata da troppi lati. Il lato del territorio: con 10mila medici di famiglia in meno negli ultimi dieci anni (da 45mila a 35mila), 283 milioni di prestazioni in meno, ospedali e case di comunità che non decollano.
Il lato dei professionisti: il sistema sanitario ha perso 30mila medici sempre in dieci anni. In medicina d’urgenza il 60% dei posti di specializzazione resta vacante. Il lato infine degli ospedali: 111 ne sono stati chiusi nel decennio, con 39mila posti letto tagliati e 2,8 milioni di ricoveri in meno. […]