guerriglia a parigi migranti

'GIUNGLA' D'ASFALTO - GUERRIGLIA IN STRADA A PARIGI DOPO CHE LA POLIZIA HA SGOMBRATO LE TENDOPOLI DI DUEMILA MIGRANTI - RIFIUTANO DI ESSERE TRASFERITI DALLA 'JUNGLE' DI CALAIS IN ALTRE REGIONI FRANCESI: VOGLIONO ANDARE NEL REGNO UNITO E NON NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA - LE RUSPE NELLA CAPITALE DEI SOCIALISTI ANNE HIDALGO E FRANCOIS HOLLANDE...

Stefano Lorusso per www.ilmanifesto.info

 

migranti e scontri a parigi  9migranti e scontri a parigi 9

«La Polizia è arrivata stamattina alle 8, mi hanno colpito in faccia, vedi, ecco il livido, mi hanno obbligato a lasciare la tenda, lì avevo tutto : cellulare, documenti, il sacco a pelo. Tutto. Adesso non ho più niente ». Ali è rassegnato. Ha appena perso tutto quel che aveva. Osserva torvo il bulldozer schiacciare la sua tenda verde, la sua casa negli ultimi due mesi.

 

migranti e scontri a parigi  8migranti e scontri a parigi 8

Siamo a Parigi, dove circa duemila migranti sudanesi, eritrei, afgani e pakistani hanno creato degli accampamenti informali ai quattro angoli di Place de Stalingrad, nel nord della capitale francese. Lunedì scorso la polizia ha lanciato un’operazione di «controllo amministrativo» per verificare i documenti degli abitanti dell’accampamento. Trenta i migranti fermati, nessuno di loro è stato ancora rilasciato.

 

migranti e scontri a parigi  6migranti e scontri a parigi 6

Gli accampamenti sorgono ai quattro angoli della piazza. La geografia delle tendopoli è disegnata dall’appartenenza a comunità linguistiche o etniche vicine.

 

C’è la comunità di lingua Pashtun che riunisce afghani e pakistani, quella di eritrei e etiopi di etnia Oromo, due comunità sudanesi. Ogni accampamento conta una quarantina di tende, i più fortunati le hanno piantate sotto il ponte dove fila la metropolitana, al riparo dalla pioggia. Gli altri si sono dovuti accontentare dei rami degli alberi. Nei pressi degli accampamenti sono solo 3 i bagni chimici disponibili. L’odore acido degli escrementi è insopportabile.

migranti e scontri a parigi  4migranti e scontri a parigi 4

 

Tende, coperte, bottiglie, materassi, le fauci della ruspa inghiottiscono anche un piccolo succhietto per bambini. Aadil, guarda la scena con occhi inconsolabili. Ha più frontiere che anni alle spalle. Trascina a fatica una valigia nera con le ruote, è più alta di lui, si rovescia a più riprese. Attraversa la strada stringendo la mano della sua sorellina, Sara, 7 anni. Fa segno con una mano alle auto di fermarsi. La loro infanzia è stata sospesa sei mesi fa, quando con la loro famiglia hanno lasciato Konduz, nel nord-est dell’Afghanistan. «Siamo stati convocati, forse domani otterremo l’asilo», gioisce sua madre Nabeela, 30 anni, avvolta in un foulard grigio fumo. Ma è già la terza volta che vengono convocati a vuoto.

migranti e scontri a parigi  3migranti e scontri a parigi 3

 

L’attenzione sugli accampamenti in Place de Stalingrad è notevolmente aumentata dopo lo sgombero della jungle di Calais.

 

François Guennoc, segretario dell’Auberge des migrants (associazione umanitaria presente anche a Calais), parla di tre-quattro mila migranti che non hanno voluto o potuto entrare nel dispositivo di accoglienza francese, lasciando il campo in modo indipendente. Molti hanno riparato nelle cittadine portuali sulla costa attorno a Calais, alcuni si sono diretti verso il Belgio, altri verso Parigi.

 

Nei giorni precedenti lo sgombero di Calais, le associazioni che si occupano della distribuzione di cibo in Place de Stalingrad fornivano circa 700 pasti. A seguito dello sgombero i numeri sono saliti : ogni sera più di 1000 persone si mettono in fila per ristorarsi con un piatto caldo.

migranti e scontri a parigi  24migranti e scontri a parigi 24

 

La sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha scritto nei giorni scorsi al ministro dell’Interno Cazeneuve ribadendo la necessità di sgomberare gli accampamenti in Place de Stalingrad. «Non sono i migranti di Calais quelli che sono venuti a Parigi», ha assicurato François Hollande. Ma non è chiaro. Quello che sembra certo è che lo sgombero avverrà entro il fine settimana.

 

Per impedire la costituzione di nuovi accampamenti sulle strade della capitale, la sindaca aveva annunciato a inizio settembre l’apertura di un «centro d’accoglienza umanitario» nei pressi di Porte de la Chapelle, nel nord della città.

 

migranti e scontri a parigi  22migranti e scontri a parigi 22

Avrebbe dovuto entrare in funzione già da metà ottobre, ma il progetto ha subito dei rallentamenti. Il centro dovrebbe prendersi carico dei migranti per un periodo che va dai cinque ai dieci giorni, per poi ripartirli nei vari Cao (Centres d’accueil et orientation) disseminati su tutto il territorio nazionale, gli stessi dove sono stati trasferiti i migranti di Calais. Il campo potrà ospitare fino a 600 persone e dovrebbe aprire le sue porte nei prossimi giorni, secondo Colombe Brossel, vice sindaco di Parigi. Ma la maggior parte dei migranti vuole raggiungere il Regno Unito. Difficilmente accetterà questa soluzione.

 

Nel nord della capitale è nata la variante urbana della jungle di Calais. L’accampamento si allarga, ogni giorno nuovi migranti raggiungono Parigi, ma in Place de Stalingrad non ci sono tende per tutti. Molti dormono per strada. Di notte la colonnina di mercurio sfiora lo zero.

migranti e scontri a parigi  21migranti e scontri a parigi 21

 

La vita prosegue frenetica. Persone entrano ed escono dal metro, gli accampamenti sembrano ormai più un arredo urbano che un’emergenza umanitaria in carne ed ossa. Alcuni commercianti della zona si lamentano : «Questa situazione non è più sopportabile. Ho perso il 50% dei miei affari da quando queste persone vivono qui», dichiara il proprietario di un bar su Avenue Jean Jaures, sotto la garanzia d’anonimato.

 

«Cerco di passare di qui il meno possibile, c’è puzza di escrementi, è disgustoso, fanno pipì dappertutto. Ci sono delle persone che gli forniscono del cibo, è naturale che si ammassino tutti qui», assicura con una smorfia Claire, 30 anni, impiegata, che ha un appartamento che dà sugli accampamenti.

migranti e scontri a parigi  23migranti e scontri a parigi 23

 

Molti abitanti del quartiere hanno organizzato distribuzioni di cibo tre volte al giorno. «Siamo semplici cittadini, facciamo quel che possiamo per alleviare i dolori di queste persone. Dormire per strada è terribile, che almeno possano riscaldarsi con un pasto caldo», dice Anne. Sono molte le associazioni presenti, si incaricano di fornire cibo, cure mediche, corsi di lingua e beni di prima necessità.

 

migranti e scontri a parigi  20migranti e scontri a parigi 20

Tra queste c’è Baam (Bureau d’accueil et d’accompagnement des migrants), che offre corsi di francese ai migranti di Place de Stalingrad, oltre che un supporto legale per i richiedenti asilo. Ogni sera duecento migranti si siedono sulle gradinate della piazza dove i volontari, studenti, cittadini, dispensano i corsi. «Liberté, égalité, fraternité significa questo» chiosa Manuel, studente di science politiche.

migranti e scontri a parigi  19migranti e scontri a parigi 19migranti e scontri a parigi  18migranti e scontri a parigi 18migranti e scontri a parigi  17migranti e scontri a parigi 17migranti e scontri a parigi  5migranti e scontri a parigi 5migranti e scontri a parigi  7migranti e scontri a parigi 7migranti e scontri a parigi  10migranti e scontri a parigi 10migranti e scontri a parigi  11migranti e scontri a parigi 11migranti e scontri a parigi  12migranti e scontri a parigi 12migranti e scontri a parigi  13migranti e scontri a parigi 13migranti e scontri a parigi  14migranti e scontri a parigi 14migranti e scontri a parigi  15migranti e scontri a parigi 15migranti e scontri a parigi  16migranti e scontri a parigi 16la giungla di parigi 2la giungla di parigi 2la giungla di parigi 3la giungla di parigi 3migranti e scontri a parigi  2migranti e scontri a parigi 2

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…