marco elisa travaglio

FRA I FERITI DI TORINO C’È ELISA, LA FIGLIA DICIOTTENNE DI MARCO TRAVAGLIO. CHE RACCONTA LA NOTTE TRA PAURA E OSPEDALI STRAPIENI: ‘MI CHIAMA ALLE 22.15. MA NON ERA LEI AL TELEFONO. ‘ERA UN SUO AMICO, CHE ASSICURA ‘ELISA STA BENE, MA NON PUÒ PARLARE’. ME LA FACCIO PASSARE A FORZA: ANSIMA, PIANGE, RIPETE "VIENIMI A PRENDERE, VOGLIO ANDARE SUBITO VIA DI QUI, C'È STATO UN ATTENTATO, UNA BOMBA, MI HANNO CALPESTATA’’ - ‘LA CARICO IN AUTO CHE TREMA ANCORA COME UNA FOGLIA, MI FIONDO AL PRONTO SOCCORSO. MAI VISTO TANTO SANGUE

 

 

TUTTO VIRTUALE, TRANNE IL SANGUE

 

Estratto dall’editoriale di Marco Travaglio per ‘il Fatto Quotidiano

 

(…)

 

ELISA E MARCO TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOKELISA E MARCO TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOK

Fra [i feriti di Torino] c' è mia figlia Elisa, 18 anni, che aveva deciso di vedersi la finalissima con un amico e un' amica davanti al maxischermo. Alle 22.15, subito dopo il terzo gol del Real, mi appare il suo numero sul cellulare. Provo a rincuorarla: "Dài, pazienza, è andata così". Ma la voce dall' altro capo non è la sua.

 

E' quella del suo amico, che assicura: "Elisa sta bene, ma non può parlare, ha male a una gamba". Brivido gelato nella schiena. Me la faccio passare a forza: ansima, piange, ripete "vienimi a prendere, voglio andare subito via di qui, c' è stato un attentato, una bomba, non so, mi hanno calpestata, mi hanno camminato sopra, non mi sento più la gamba sinistra, e gli scoppi continuano, stiamo scappando verso piazza Vittorio". La prego di calmarsi e di restare collegata, intanto salto in macchina con mia moglie e voliamo a prenderla.

 

(…)

 

La carico in auto che trema ancora come una foglia e fatica a parlare. E mi fiondo al pronto soccorso più vicino. Lì già sono in fila quattro o cinque feriti, i più lievi, quelli che ce la fanno a camminare. Poi, nel giro di mezz' ora, ecco tutti gli altri, fino a riempire i minuscoli locali del piccolo ospedale. Sanguinano tutti, tanto.

ELISA TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOKELISA TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOK

 

Chi dal capo ferito, chi dal naso rotto, chi dalle gambe e dalle braccia completamente tinte di rosso scuro. Mai visto tanto sangue, neppure in un film di Dario Argento. Molti sono scalzi, a piedi nudi: nella calca hanno perso le scarpe, figurarsi le infradito.

 

Altri hanno smarrito borse e zainetti, documenti e telefonini compresi: chiedono in prestito quelli superstiti per chiamare casa e rassicurare. Dicono che solo un petardo e uno scherzo da teste di cazzo è impossibile: qualcosa di grave dev' essere successo per forza.

TORINO PIAZZA SAN CARLO 5TORINO PIAZZA SAN CARLO 5

(…)

 

 

Già, l' ordine pubblico. Tutto quel sangue si spiega solo con l' enorme quantità di bottiglie di vetro finite in frantumi durante il fuggi-fuggi.

 

(…)

 

Così le transenne si sono rivelate non solo inutili, ma dannose, facendo da tappo all' onda di fuga, frenando il deflusso e aggravando a dismisura il bilancio. Una follia di cui il prefetto e il questore dovrebbero rispondere. Alle 2 Elisa è ancora in sedia a rotelle col ghiaccio sulla gamba, nessuno ha potuto visitarla, ci sono casi più urgenti.

TORINO PIAZZA SAN CARLO 4TORINO PIAZZA SAN CARLO 4

 

Vuole andare a casa. La carichiamo in spalla e ce ne andiamo, sperando che non abbia nulla di fratturato. "Non andrò mai più in piazza per una partita, e nemmeno allo stadio", dice lei alla fine della più lunga serata della sua vita. In macchina, la radio informa di un attentato a Londra. Un attentato vero. Ma che differenza fa. Ormai i terroristi, anche quando non ci sono, è come se ci fossero.

TORINO PIAZZA SAN CARLO 2TORINO PIAZZA SAN CARLO 2scene di panico a torino 9scene di panico a torino 9scene di panico a torinoscene di panico a torinoscene di panico a torino 66scene di panico a torino 66ELISA E MARCO TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOKELISA E MARCO TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOK

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