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SERVONO BRACCIA PER L’AGRICOLTURA (E NON SOLO) - LE IMPRESE LAMENTANO PENURIA DI PERSONALE E CHIEDONO DI FAR ENTRARE ALMENO 205 MILA LAVORATORI STRANIERI - I SETTORI SCOPERTI, A PARTE L’AGRICOLTURA, SONO TRASPORTO, LOGISTICA E MAGAZZINAGGIO. MA ANCHE TURISMO E RISTORAZIONE, ASSISTENZA SOCIALE E LAVORO DOMESTICO - L’INDUSTRIA PESA PER IL 28% DELLE RICHIESTE NEI COMPARTI GOMMA-PLASTICO, ALIMENTARE, METALLURGICO E COSTRUZIONI…

Estratto dell’articolo di Alessandra Ziniti e Valentina Conte per “la Repubblica”

 

DECRETO FLUSSI LAVORATORI STRANIERI

È l’unico modo per venire incontro alle richieste dei settori produttivi e dare un senso a quei ripetuti annunci di «canali di ingresso regolari» in Italia che, di fatto, non esistono. Il governo Meloni lavora già a un nuovo decreto flussi, stavolta probabilmente biennale se non addirittura triennale, per una cifra complessiva che, a seconda dell’arco di tempo preso in considerazione, non supererà comunque le due o 300mila unità, insomma non più di 100mila all’anno. E invece ne servirebbero almeno 205 mila, di lavoratori stranieri. Tanti ne hanno richiesti gli imprenditori in occasione del decreto flussi del 2021, quello da 69.700 ingressi: domande tre volte l’offerta.

 

LAVORATORI STRANIERI

Un numero consistente ma assai meno di quei 500mila che, evocati qualche giorno fa dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, hanno fatto sobbalzare sulla sedia Matteo Piantedosi. Che, il giorno dopo, in commissione Affari costituzionali, si è affrettato a correggere il tiro confermando una previsione di circa 100mila lavoratori all’anno: in ogni caso un venti per cento in più rispetto agli 82.705 del decreto flussi targato 2022 ma ancora ai nastri di partenza. Il prossimo 27 marzo è infatti previsto il cosiddetto clic day.

 

braccianti indiani a latina 6

Lavoratori stranieri che, già dalla fine dell’anno, con quote riservate ai Paesi con cui verranno stretti accordi per i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere, potrebbero (dopo un periodo di formazione) arrivare in Italia in aereo anziché su un barcone, con un contratto di lavoro e un permesso di soggiorno già in tasca. Il 2023, dunque, in teoria, a voler sommare il decreto flussi che deve ancora partire e quello che potrebbe arrivare nei prossimi mesi, potrebbe portare ossigeno ai comparti produttivi, introducendo sul mercato del lavoro più di 180mila stranieri. […]

 

braccianti foggia

«In agricoltura abbiamo bisogno di 100mila lavoratori che non troviamo», dice Romano Magrini, Coldiretti. «Non necessariamente stranieri, ma candidati italiani non ce ne sono». Assoturismo Confesercenti si attende già per primavera «un buco di 50 mila lavoratori, per gestire i picchi di attività». La scorsa estate, ristorazione e turismo lamentavano «387 mila posizioni da coprire».

 

Racconta Claudio Gagliardi, vicesegretario generale di Unioncamere, che nel 2022 erano «due milioni i posti di difficile reperibilità», tra italiani e stranieri, un record per l’Italia: quattro lavoratori su dieci non si trovano. E quasi 5,5 su dieci per le mansioni meno qualificate, quelle coperte soprattutto da non italiani (sei su dieci, anche un terzo dei laureati stranieri fa l’operaio).

 

braccianti agricoli

Ecco quindi che un terzo delle oltre 600mila posizioni preventivate dalle imprese italiane per i lavoratori stranieri nel 2021 (ma analogo andamento sembra ipotizzabile per il 2022) riguardava il turnover, la sostituzione di personale in uscita in un Paese che invecchia e immerso nell’inverno demografico. Per il 12% si trattava di nuove figure non presenti prima in organico. A farla da padrone, con i tre quarti degli ingressi previsti, era il settore dei servizi. In particolare: trasporto, logistica e magazzinaggio. Ma anche turismo e ristorazione, assistenza sociale e lavoro domestico: in quest’ultimo comparto il 64% parla straniero. L’industria pesa per il 28% delle richieste (attorno a 190mila entrate). I primi quattro settori sono gomma-plastico, alimentare, metallurgico e costruzioni. […]

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