“L'HO CERCATA PER 29 ANNI. DOVEVO CHIEDERLE: ‘PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?” – LA COMMOVENTE STORIA DI DANIEL GIULIANINI, BARITONO 33ENNE, CHE HA RITROVATO IN VIDEOCHAT LA MADRE BIOLOGICA CHE ANNI FA LO HA LASCIATO IN UN ORFANOTROFIO IN BULGARIA – LA DONNA È SCOPPIATA IN LACRIME E HA RACCONTATO: “NON AVEVO I SOLDI PER SFAMARTI. HO PERSO LA CASA IN UN TERREMOTO, SONO ANDATA IN GRECIA, MA SAPEVO CHE MI AVRESTI TROVATA…”
Alessandro Fulloni per il "Corriere della Sera"
«Dell'orfanatrofio ricordo solo le botte e che noi bimbi vivevamo nel terrore. Ma la Bulgaria, come l'Italia, è anche la patria del canto. E in quel "lager" trovai una brava maestra che mi instradò, mi chiamava il "piccolo Pavarotti". Ma io non sapevo nemmeno chi fosse... Di mia madre naturale rammento che veniva a trovarmi ogni domenica. Ma non la facevano entrare. Mi parlava dal cancello, passandomi di nascosto una scatola di biscotti. Non poteva darmi altro, era poverissima, rimasta vedova presto. Quando d'improvviso, nel 1992, lasciai l'istituto perché adottato da due persone meravigliose, i miei genitori Caterina e Loris, non la vidi più... E ora che emozione ritrovarla, ventinove anni dopo, in videochat».
Daniel Giulianini oggi ha 33 anni ed è un uomo sereno. Nato in Bulgaria, con un'evidente inflessione romagnola («ho sempre vissuto a Forlì») racconta dei «due figli piccoli Brian e Thomas, 8 e 3 anni, con cui mi piace giocare quando non sono in tournée». È infatti un baritono sempre più apprezzato. Dopo il debutto alla Scala nel 2016 nell'opera pucciniana «La fanciulla del West» ha cantato in tutto il mondo. Ma per usare le parole con cui tempo fa lo inquadrò la moglie Angela, «c'era qualcosa in me che mi impediva di chiudere il cerchio». Troppo forte, infatti, il bisogno di ritrovare sua madre naturale, Zorka, per porle questa domanda: «Ma perché mi hai abbandonato?».
Dopo tentativi vani all'ambasciata bulgara in Italia, Daniel si è rivolto a Laura Perspicace, fondatrice di un'organizzazione che si occupa di ritrovare le tracce di parenti lontani, mettendo in contatto figli italiani con le proprie famiglie biologiche. Facendo tante domande, anche al sindaco di Burgas, «che è il mio paese originario sul Mar Nero, siamo riusciti a individuare un lontano cugino. Che ci ha detto: "tua madre sta in Grecia, ho il numero"».
Il resto è un romanzo con il lieto fine introdotto dalla prima videochat - «era il 27 luglio scorso» - con la mamma. Ecco la scena: il cugino chiama Zorka e le dice: «Ti devo passare qualcuno in video». Quando lei vede il volto di Daniel resta per un attimo interdetta ma si riprende così: «Tu sei mio figlio». Il resto sono cascate di lacrime. Zorka racconta del dolore che provò quando una domenica non lo vide più all'orfanatrofio «dove ti avevo messo perché non sapevo come sfamarti».
E il figlio replica che «senza che tu lo sapessi stava intanto andando avanti l'iter dell'adozione. D'improvviso sono finito in Romagna, con un padre e una madre fantastici». Zorka aggiunge che poco tempo dopo «la tua sparizione, Burgas fu sconvolta da un terremoto. Persi casa, tutto. Non sapevo dove andare e per trovare un lavoro raggiunsi la Grecia a piedi». Oggi la donna, 51 anni, fa l'operaia dalle parti di Atene, non ha altri figli e ha continuato a cercare Daniel ma senza successo. «Ma sapevo - ha detto al figlio - che tu mi avresti ritrovata».
Il baritono le ha poi raccontato di come papà Loris, anche lui operaio, e mamma Caterina, casalinga, lo abbiano spronato nel canto, mandandolo a studiare al Conservatorio di Cesena. L'happy end verrà perfezionato venerdì, a Bologna, «quando aspetterò mamma all'aeroporto. Starà da me due giorni». Zorka gli ha detto che rivederlo «sarà un giorno bello come quando sei nato».
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