ristoranti a casa

METTI UNA LEGGE IN PADELLA - A MONTECITORIO LE NORME SUL SOCIAL EATING, IL FENOMENO DEL RISTORANTE A CASA - DIFFICILE SCOPRIRE SE GLI OSPITI SONO AMICI O AVVENTORI, MA IL FISCO VUOLE METTERE IL NASO SOTTO LE TOVAGLIE - I CASI DI MILANO, ROMA, NAPOLI

 

Michela Tamburrino per la Stampa

 

RISTORANTI A CASA1RISTORANTI A CASA1

L' Italia? Un Paese che frigge, che spadella, che impiatta. Che apparecchia stile ristorante anche in casa. Un fenomeno, quello della ristorazione privata, in voga da anni in America, mentre da noi erano i più arditi a convertire il soggiorno in sala da pranzo a pagamento. Ora, dopo il boom dei b&b caserecci, si è estesa a macchia d' olio la smania di servire in tavola. Ma non è tanto colpa della crisi e del desiderio di arrotondare.

 

È voglia di libertà, resa fantasiosa dalle nuove generazioni di cuoche cresciute a soffritto e Benedetta Parodi, quella che la fa più semplice di tutte. Non è un caso che oggi in Parlamento si discuta sull' attività di ristorazione in abitazione privata anche dal punto di vista fiscale. Finora si era andati avanti senza normativa specifica, anche se una risoluzione chiariva come configurare l' attività di cuoco a domicilio a tutela del consumatore.

PASTA CARBONARAPASTA CARBONARA

 

Un po' di chiarezza è necessaria, anche perché social eating e home restaurant sono stati al centro di molte polemiche, dopo il parere del ministero dello Sviluppo Economico che, in mancanza di una normativa ad hoc, proponeva di equipararli alla ristorazione tradizionale. Per evitare un clima da caccia alle streghe un portale come Gnammo punta sull' autoregolamentazione e pubblica un Codice Etico Partecipato, il cui punto chiave è la differenza tra social eating (iniziative saltuarie) e home restaurant (attività semi-imprenditoriali).

pasta e fagioli per gli ospitipasta e fagioli per gli ospiti

 

Certo, il passaggio alla Camera è stato preso malissimo a Milano come a Roma, a Bari come a Palermo. «Ecco, uno cerca di sopravvivere inventandosi dei mestieri alternativi e loro ci lucrano sopra - sospira Marzia, che in zona Porta Ticinese ha inventato la cena con thriller -. Io e mia sorella cuciniamo bene, ma volevamo dare un valore aggiunto alla serata. Abbiamo amici che fanno teatro in casa, tu li chiami e loro organizzano uno spettacolo in salotto: gli ospiti devono indovinare chi è il colpevole. Poi si mangia. Funziona benissimo e hai messo su una serata diversa. Conosciamo anche chi prenota e paga sul web e solo all' ultimo viene a sapere a casa di chi deve andare oppure c' è chi mette in palio su Internet un certo numero di posti e, quando li ha raggiunti, comunica l' indirizzo. Diventa quasi un appuntamento al buio, ma io ho paura: non sai mai chi ti entra in casa, i nostri ospiti invece sono monitorati, amici o amici di amici, persone che non hanno case adatte a ricevere o non sanno cucinare. Si risparmia e ci si conosce meglio».

 

BENEDETTA PARODIBENEDETTA PARODI

Le storie Laura e Paolo di Napoli erano commercianti, negozi sempre meno frequentati e una passione per il cibo buono. Bella casa, cucina grande. «Tutto è cominciato per gioco: avevamo una stanza per gli ospiti sempre senza ospiti. L' abbiamo affittata a b&b, ma la normativa ci vietava di offrire a colazione cibi che non fossero già confezionati e sigillati. Però i profumi della pasta sciué-sciué, del pesce all' acqua pazza, della torta caprese erano irresistibili per i nostri pensionanti. Ci hanno chiesto di cucinare per loro, di invitare amici da noi. E tutto è partito. Ci fidiamo del passa-parola, non abbiamo mai avuto problemi e il lavoro aumenta. Ci diverte fare la spesa, azzardare nuove ricette. Pratichiamo prezzi variabili a seconda del menu che ci viene richiesto e così abbiamo arginato i danni della crisi e investiamo su noi stessi». Tutto in nero? «La camera in affitto no, i pranzi è gioco forza».

RISTORANTI A CASA2RISTORANTI A CASA2

 

Le varianti sono immense: c' è chi condivide cibo etnico o genuino a km zero, il contatto si stabilisce sul web, si seleziona l' evento, si prenota e si paga.

 

Oppure si riserva un posto direttamente sul sito (o sul profilo Facebook) dell' home restaurant preferito. Una manna per turisti meno tradizionali che vogliono scoprire l' anima della città attraverso chi li ospita e li sfama; per i residenti è l' ultima frontiera del social eating: un modo per cambiare giro e farsi nuovi amici. A Roma c' è chi si è organizzato in community, case prestigiose e cuochi con pagamenti on line. Offerte per tutti i gusti e per tutte le tasche.

 

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