michele serra filippo ceccarelli italiani nei social

COM'È BELLO INSTAGRAMMARE DA TRIESTE IN GIÙ - MICHELE SERRA: "TENTARE UN GRANDE RITRATTO DEGLI ITALIANI ATTRAVERSO INSTAGRAM. L'IMPRESA NON POTEVA ESSERE TENTATA CHE DA FILIPPO CECCARELLI, IL PIÙ CURIOSO DEI GIORNALISTI ITALIANI - CONTA RELATIVAMENTE SAPERE SE I SOCIAL ABBIANO RESO GLI ITALIANI PIÙ O MENO MASCALZONI, PIÙ O MENO FANTASIOSI, PIÙ O MENO SIMPATICI. LA VERA DOMANDA È SE SI POSSA VIVERE DI SOLO PRESENTE, E SE LA FINE DELLA MEMORIA NON SIA ANCHE LA FINE DELLA CULTURA COME L'ABBIAMO SEMPRE CONOSCIUTA…"

Michele Serra per “la Repubblica”

michele serra

 

Tentare un grande ritratto, anzi autoritratto degli italiani attraverso Instagram, che dei social è il più espressivo, il più pittorico. Farlo nella maniera più compromettente, immergendosi per un paio d'anni in quella folla enorme e chiassosa con curiosità totale e zero remore culturali o anagrafiche.

 

Accumulare appunti con passione enciclopedica. Restituire il tutto in un libro poderoso, densissimo, esilarante e insieme compassionevole, una specie di monumento di carta dedicato all'infosfera digitale che della carta non sa che farsene, perché «là dentro tutto evapora», tutto dura niente, mentre ogni libro di carta, al contrario, trattiene, imprigiona, consegna alla memoria.

 

filippo ceccarelli li dentro gli italiani nei social

L'impresa non poteva essere tentata che da Filippo Ceccarelli, il più curioso e il più metodico dei giornalisti italiani, raccoglitore seriale di parole, tracce, posture sociali, facce. Un archivista accanito che decide di addentrarsi in un mondo in cui «non è consentita alcuna forma di archivio», la giungla social che non tiene conto di passato e futuro e scintilla di solo presente: a partire dal nome è una somma di soli istanti (Instagram).

 

E tenta di trovare un significato, perfino una direzione in quei materiali scomposti e volatili.

Come ogni bravo esploratore, Ceccarelli è partito per la sua spedizione, così spaesante, dandosi un obiettivo «scientifico» che lo aiutasse a non smarrirsi: verificare quanto, negli italiani di Instagram, sia precedente ai social, una identità nazionale profonda e immutabile che il mezzo ha solo portato in piena luce, spietatamente; e quanto pesi invece la famosa «mutazione antropologica», così vorticosamente accelerata nei tempi e nei modi da quando Pasolini forgiò il concetto.

 

Filippo Ceccarelli

Non essendo un thriller, si può tranquillamente anticipare l'esito: gli italiani di Instagram, secondo l'autore, sono gli italiani di sempre, anche se la vecchia «magnata» che esorcizza la fame adesso si chiama mukbang, anche se a comperare la casa alla mamma che fa le pulizie nelle case dei signori non è il bravo figliolo, ma il «diavolaccio trapper» apparentemente feroce.

 

Detto questo, però, del libro non si è detto quasi niente. Perché è il viaggio in sé che merita la lettura (non tutto in una volta, si rischia di soccombere alla quantità e di perdere la qualità), grazie a una capacità di osservazione, di catalogazione e di analisi che fa di Lì dentro. Gli italiani nei social un compendio formidabile di ciò che siamo, o meglio diciamo di essere, nella nostra vetrinetta sul web.

 

influencer 1

Certo «il miraggio di essere il creatore di se stesso» - come Instagram promette e consente - ha un suo peso: dilata il narcisismo e la vanità, annulla le sfumature e le penombre, esalta quella «oscenità del troppo visibile» così ben definita da Jean Baudrillard (che, come le tante citazioni colte di questo libro, è così pertinente da non sembrare mai messa in pagina solo per sfoggio).

 

SOCIAL MEDIA ADDICTED 3

Ma la capacità di Ceccarelli è attribuire quasi ad ogni quisquilia, sbracatura, orrore, una sorta di radice nazionale, trovandone le tracce (da bravo archivista) in precedenti parole analogiche, e fatti di cronaca, e testimonianze scritte. Così la volgarità indicibile, l'ingordigia ostentata, l'astio sbracato, risultano già ben sedimentati nella nostra storia sociale, nel nostro costume e nelle precedenti generazioni, tanto quanto i buoni sentimenti e addirittura certe accensioni spirituali.

 

selfie stick

E il truce sfoggio gastronomico del vice-influencer che si ingozza di porcherie rimanda all'Alberto Sordi dell'Americano a Roma , in visibilio davanti alla sua cofana di pasta. Così rispettoso dei suoi reperti social, e direi così affettuoso nei confronti dei suoi autori, Ceccarelli riesce però - non so quanto coscientemente - a darci la misura della vera grande differenza tra il "prima" e il "dopo" mano a mano che fornisce al lettore, pagina dopo pagina, l'ascissa mancante: il tempo che passa, e passa comunque, e passa per tutti.

 

influencer 4

Lo fa con un espediente narrativo semplice e, se posso dire, emozionante. Nel viaggio lo accompagnano passo dopo passo il figlio Giacomo, in vigile presenza (ha il compito di evitare al papà neofita gli abbagli e le sbornie da full immersion in un mondo a lui sconosciuto) e il padre Luigi, che non c'è più ma gravita ovunque.

 

influencer 5

Da lui Filippo ha ereditato l'inesausta curiosità verso gli umani, nonché la vocazione all'accumulo di carte, memorie, parole d'epoca. Nell'ultimo capitolo del libro, come un vero e proprio colpo di scena, riemergono, da un baule dimenticato, faldoni e carteggi del padre. Con parecchie risonanze con l'oggi.

 

influencer 2

La cognizione del tempo, dunque, è il "di più" (un decisivo "di più") che questo libro suggerisce, sia pure con ammirevole pudore, al lettore travolto dalle risate ed estenuato dall'orrore. Conta relativamente sapere se i social abbiano reso gli italiani più o meno mascalzoni, più o meno fantasiosi, più o meno simpatici. La vera domanda è se si possa vivere di solo presente, e se la fine della memoria non sia anche la fine della cultura come l'abbiamo sempre conosciuta: un procedere, non uno stagnare. Un ragionare, non un contemplarsi.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?