stepchild adoption

“NON NE AVETE DIRITTO” - A MILANO UN GIUDICE BOCCIA LA RICHIESTA DI UNA COPPIA, FORMATA DA DUE DONNE, DI ADOZIONE DEI RISPETTIVI FIGLI - E’ IL CONTRARIO DI QUANTO ACCADUTO IN UN CASO ANALOGO A ROMA: CON LO STRALCIO DELLA “STEPCHILD ADOPTION” DALLA LEGGE CIRINNÀ SI E’ CREATO UN CAOS NORMATIVO

Piero Colaprico per la Repubblica

 

STEPCHILD ADOPTION STEPCHILD ADOPTION

Una coppia, formata da due donne, si è vista respingere la doppia richiesta di adozione dei figli. Con la motivazione che «non esiste il diritto all’adozione», Milano ha giudicato in modo diametralmente opposto a quanto accaduto a Roma, dove era stato dato, invece, il via libera. Il buco legislativo, che si è creato con lo stralcio della cosiddetta stepchild adoption dalla legge Cirinnà, ha dato origine a questa dolorosa incertezza. Vediamo i fatti, usando come d’obbligo nomi inventati.

 

Lo scorso aprile la signora Alba ha chiesto di adottare la figlia biologica della signora Bice. E, un secondo dopo, anche Bice ha presentato ricorso per adottare la figlia di Alba. Le due bimbe sono minorenni. I ricorsi sono stati riunificati e si è svolta un’indagine: Alba e Bice si sono frequentate dal 2002, dal 2005 sono andate a vivere insieme. Nel 2010 hanno scelto una fecondazione assistita per Alba: è nata la prima figlia.

stepchild adoptionstepchild adoption

 

Con il seme dello stesso donatore, seconda fecondazione assistita per Bice. Nasce la seconda bambina. Alba e Bice condividono sentimenti, problemi di salute, baby sitter, abitazione; si sono iscritte nel registro delle unioni civili; le due famiglie d’origine le sostengono. Il Servizio adozioni va a controllare le loro storie e scrive un’analisi ufficiale, «positiva».

 

Anche «le bambine — si legge — sono parse serene nella relazione con entrambe, curiose e riflessive sulla situazione familiare, notando differenze rispetto ad altri nuclei». Quindi, tutto okay: Alba e Bice vogliono adottare le bambine perché siano sorelle, e dunque non siano separabili dagli eventi della vita burocratica e possano ereditare in egual misura dalle loro «mamme incrociate». Lo stesso pubblico ministero, basandosi sulla sua interpretazione della legge, dà parere positivo.

STEPCHILD ADOPTION  STEPCHILD ADOPTION

 

Sembrerebbe fatta. Ma il tribunale dei minorenni, composto da due giudici togati e da due onorari, dice di no. Rigetta il ricorso. E, in una sentenza di 22 pagine, fitte e dense, di grande precisione giuridica, spiega il perché del no milanese.

 

Lo fa partendo da una premessa concreta, e cioè che la legge italiana «conosce due forme di adozione». Innanzitutto, l’adozione non è un benefit per i genitori, ma è «consentita a favore dei minori dichiarati in stato di adottabilità». E, senza eccedere in tecnicismi, per il fondamentale articolo 8, adottabili sono quei «minori di cui sia accertata la situazione di abbandono perché privi di assistenza morale e materiale». Si chiama, questa, «adozione legittimante».

 

STEPCHILD ADOPTIONSTEPCHILD ADOPTION

Eccezioni? Sono possibili in base all’«ex art 44» alcuni casi speciali, al di fuori della «legittimante». Si può ugualmente adottare: quando c’è un «vincolo », per esempio dopo un lungo periodo di affidamento. Quando un coniuge adotta il figlio adottato dall’altro coniuge. Quando un disabile sia privo di genitori. Quando non è possibile un «affidamento preadottivo». E, dunque, che cosa si può fare nel concretissimo, umanissimo, delicatissimo caso delle «mamme incrociate» che hanno scelto e vissuto insieme due gravidanze «in famiglia»?

 

STEPCHILD ADOPTION   STEPCHILD ADOPTION

A pagina 15 emerge il confine: «L’adozione è un istituto giuridico che prescinde dal dato biologico e richiede, quindi, un modello giuridico di riferimento». E siccome «non può riconoscersi — dice il tribunale — alcuno stato di abbandono materiale o morale delle minori, che anzi godono certamente (...) di particolare attenzione da parte sia delle madri biologiche che delle rispettive compagne», ogni «orientamento estensivo» si scontra contro lo spirito e gli articoli delle leggi sino ad oggi in vigore.

 

E, pur analizzando cavillosamente le sentenze romane e la giurisprudenza il tribunale dei minori, va ricordato che la corte di Strasburgo «ha sempre negato l’esistenza di un diritto ad adottare» e ha ripetuto che «spetta allo Stato regolare l’adozione». Nella recente legge Cirinnà, che si occupa delle unioni civili, è precisato che «resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti ». Questa formula, e cioè «la dizione “resta fermo” non può certamente essere intesa — dice la sentenza — nel senso di introdurre una nuova normativa». Le due mamme, A. e B., adesso, che faranno?

STEPCHILD ADOPTION 1STEPCHILD ADOPTION 1

Ultimi Dagoreport

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI)  - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI. E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – DELLE DUE, L'UNA: O GIUSEPPE DEL DEO HA FATTO SPIARE CAPUTI DI SUA SPONTE (E ALLORA DOVREBBE DIMETTERSI DA VICE DEL DIS), O HA RICEVUTO L'ORDINE DI FARLO. E SE COSÌ FOSSE, DA CHI?

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…