giuseppe conte militari esercito spese difesa soldato soldati

NO, IL DIBATTITO NO! – CONTE HA PRESO UNA TRANVATA ALLA CAMERA: S’È VISTO BOCCIARE L’ORDINE DEL GIORNO IN CUI CHIEDEVA UN CONFRONTO PARLAMENTARE PRIMA DI PROCEDERE CON IL NUOVO DECRETO PER LA SESTA FORNITURA DI ARMI AGLI UCRAINI – GLI UNICI A VOTARE CON IL M5S SONO STATI FRATOIANNI E I VERDI – NON PAGO, PEPPINIELLO APPULO HA DEPOSITATO UN'INTERROGAZIONE SUL NUOVO ARSENALE AMERICANO IN EUROPA…

Niccolò Carratelli per “La Stampa”

 

giuseppe conte manifestazione pace roma

Il no a ulteriori invii di armi in Ucraina e all'aumento delle spese militari, più in generale l'allarme sulla corsa mondiale al riarmo. È il tasto su cui Giuseppe Conte batte ormai da molte settimane, tra interviste e dichiarazioni pubbliche. Ora il presidente del Movimento 5 stelle prova a portare la battaglia anche in Parlamento.

 

Ieri alla Camera si è visto bocciare un ordine del giorno, in cui chiedeva di assicurare un confronto parlamentare prima di procedere con un nuovo decreto interministeriale che autorizzi la sesta fornitura di armi agli ucraini. Un dibattito «sull'indirizzo politico sotteso alla strategia militare perseguita, per consentire a tutto il Parlamento di pronunciarsi», ha spiegato Conte, rivolgendosi direttamente alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Difesa, Guido Crosetto, affinché «accettino il confronto democratico e tengano conto del fatto che siamo una democrazia parlamentare». Il tutto prefigurando anche un voto su nuove risoluzioni (nell'odg si parlava di «atti di indirizzo»).

 

giuseppe conte maurizio landini manifestazione pace roma

Ma, appunto, il governo ha dato parere contrario e l'Aula di Montecitorio ha respinto la richiesta, appoggiata solo da Nicola Fratoianni e da alcuni deputati di Sinistra italiana e Verdi. Il Pd non ha partecipato al voto. Almeno per il momento, dunque, si continuerà nel solco del governo Draghi, limitando al Copasir l'illustrazione di un eventuale nuovo decreto per l'invio di armi a Kiev. Almeno fino al 31 dicembre, quando scadranno i termini fissati dalla legge in vigore e servirà un nuovo via libera del Parlamento per proseguire con le forniture militari.

 

Conte, però, si è mosso anche su un altro fronte collegato. L'altro ieri ha depositato alla Camera un'interrogazione, a sua prima firma (ma verrà sottoscritta anche dai deputati 5 stelle in commissione Difesa), per invitare il governo a riferire su un tema sollevato due settimane fa proprio dal nostro giornale: la decisione degli Stati Uniti di rimodulare i piani di aggiornamento dell'arsenale nucleare nelle basi Nato in Europa. Parliamo di un centinaio di bombe, ospitate anche in Italia, oltre che in Olanda, Belgio, Germania e Turchia.

 

GIUSEPPE CONTE

Secondo quanto riferito dal segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, verranno sostituite con ordigni più moderni, teleguidati, a elevata precisione. Lo scambio dovrebbe avvenire a dicembre, con almeno tre mesi di anticipo rispetto alle previsioni. E, nonostante dal Pentagono smentiscano legami con il rischio di escalation nucleare della guerra in Ucraina, lo stesso Austin in sede Nato avrebbe spiegato che la mossa punta a rassicurare gli alleati europei rispetto al sostegno americano di fronte alle manovre dei russi.

 

Nella sua interrogazione, Conte domanda «se il piano di aggiornamento dell'arsenale nucleare, messo in atto dagli Stati Uniti d'America, sia stato condiviso con il Presidente del Consiglio dei ministri e con il ministro della Difesa dopo l'assunzione dei loro incarichi».

 

GIUSEPPE CONTE ALLA CAMERA

Inoltre, il Movimento 5 stelle vuole sapere «quali siano gli intendimenti del governo in merito a tale accelerazione programmatica messa in atto dagli Stati Uniti, nell'ambito dell'indirizzo politico di difesa nazionale». Almeno su questo punto, una risposta di Meloni o Crosetto arriverà.

CHIARA APPENDINO GIUSEPPE CONTE giuseppe conteGiuseppe Conte alla cameragiuseppe conte. giuseppe conte luigi marattinGIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?