matteo salvini roberto speranza

“NON E’ POSSIBILE CHE TU VEDA SEMPRE E SOLO ROSSO” – GOVERNO A PEZZI SULLE CHIUSURE, SALVINI SALTA AL COLLO DEL “RIGORISTA” SPERANZA E INSISTE SULLA NECESSITA’ DI ALLENTARE LA STRETTA PERCHÉ L’ECONOMIA È AL COLLASSO E 60 MILIONI DI ITALIANI NON CE LA FANNO PIÙ – LA REPLICA DEL MINISTRO: LA VARIANTE INGLESE CORRE TROPPO, LA ZONA GIALLA NON CE LA POSSIAMO PERMETTERE. LA VACCINAZIONE NON HA ANCORA RAGGIUNTO COPERTURE SUFFICIENTI”. E MOSTRA A SALVINI LA RELAZIONE DELL’ISS – LA MEDIAZIONE DI DRAGHI

Monica Guerzoni per corriere.it

 

roberto speranza

Ad alzare il telefono è stato Roberto Speranza. Sfidato da Matteo Salvini, che voleva un confronto per dimostrare che la sua posizione è «tutta ideologica», il responsabile della Salute lo ha invitato nella sua stanza alla Camera. Un faccia a faccia «sereno», anche se i momenti di frizione non sono mancati. Tanto che l’ospite, dopo aver divulgato un incontro che doveva restare riservato, ha detto che lui si fida della scienza, ma del ministro no.

 

matteo salvini 2

Speranza ha messo sul tavolo la relazione dell’ISS sulla velocità della variante inglese, che è arrivata all’86,7% dei casi di Covid-19. E ha letto a Salvini il monito finale, in cui è scritto che per scongiurare l’impatto sui contagi e sugli ospedali è «essenziale mantenere le misure di mitigazione in tutto il Paese», anche perché la vaccinazione «non ha ancora raggiunto coperture sufficienti». E dunque bar e ristoranti chiusi, palestre e piscine off limits... «La variante inglese corre troppo, la zona gialla non ce la possiamo permettere», ha ammonito Speranza.

 

Salvini non si è convinto, ha detto che bisogna allentare la stretta perché l’economia è al collasso e 60 milioni di italiani non ce la fanno più: «Non è possibile che tu veda sempre e solo rosso». Allora Speranza ha aumentato l’intensità della sua moral suasion: «Matteo la situazione è ancora seria. Io capisco che tu devi parlare alla tua base politica e lo rispetto, quando lo fai su un tema come il condono. Ma sulla salute e la vita delle persone non possiamo dividere il Paese».

 

ROBERTO SPERANZA E MARIO DRAGHI

Qualche ora più tardi il confronto—scontro si è trasferito in Consiglio dei ministri. L’ala destra del governo ha dato battaglia, ma poi anche la Lega guidata da Giorgetti ha concesso il via libera al decreto che blinda l’Italia per tutto aprile. Il partito di Salvini, che aveva minacciato di disertare il Cdm, ha dovuto arrendersi alla forza dei numeri. Il resto lo ha fatto la mediazione di Mario Draghi, che alla (fosca) luce dell’ultimo bollettino, quasi 24 mila contagi e 467 morti, è rimasto fermo sulla linea della prudenza. «Stiamo attenti a non fare un passo più lungo, serve rigore — ha detto il premier — E speriamo che le misure assunte e i vaccini ci possano consentire, in un tempo congruo, di programmare il futuro».

 

 

matteo salvini 3

La lucina in fondo al tunnel è affidata a sei righe che inseriscono la possibilità, tutta teorica, di tornare alle zone gialle già ad aprile. Non c’è l’automatismo chiesto da Mariastella Gelmini per far scattare le riaperture, ma nel fare la sintesi tra il rigorismo radicale di Speranza e l’aperturismo sfrenato di Salvini, Draghi ha raggiunto un compromesso: dove i contagi scendono e la regione è in regola con ile vaccinazioni degli anziani, si potrà tornare al giallo.

 

ROBERTO SPERANZA

«È solo un pennacchio», ridimensiona l’ala dura del governo, che si è fatta sentire anche con Patuanelli, Franceschini, Orlando e Lamorgese. La ministra Gelmini loda la «strada moderata» imboccata da Draghi per mediare tra le opposte fazioni, ma a destra non sono contenti. Anche sulla scuola il Cdm si è diviso. Il centrodestra ha osteggiato la norma che vieta ai governatori di chiudere autonomamente le scuole fino alla prima media. E ha ottenuto di ammorbidire la sterzata centralista: dove le varianti picchiano duro, il presidente può mandare gli studenti a casa.

 

 

SPERANZA 9

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