bimbo bosco giappone

IL PICCOLO YAMATO TANOOKA, DI 7 ANNI, E’ STATO ABBANDONATO NEL BOSCO DAI GENITORI PERCHÉ AVEVA LANCIATO PIETRE CONTRO LE AUTO - 150 SOCCORRITORI LO CERCANO DA TRE GIORNI E LA COPPIA E’ STATA INCRIMINATA PER ABBANDONO DI MINORE - IN GIAPPONE CI SONO 89 MILA CASI L'ANNO DI VIOLENZE SUI BAMBINI

Nino Materi per “il Giornale”

 

BIMBO DISPERO NEL BOSCO IN GIAPPONEBIMBO DISPERO NEL BOSCO IN GIAPPONE

«Se non la pianti di fare i capricci, ti lasciamo qui da solo...». Alzi la mano chi, tra noi genitori (un po' bastardi) - non ha almeno una volta minacciato il proprio bambino con questa fatidica frase. Poi, ovviamente, non se ne faceva mai nulla, perché mamma e papà restano comunque dei mollaccioni sempre pronti a farsi mettere i piedi in testa dal baby-birba di turno. Questo accade un po' in tutto il mondo.

 

Con una sola - «lodevole» - eccezione: il Giappone. Come dimostra il metodo educativo samurai-style dei coniugi Tanooka, roba da far rivoltare nella tomba la signora Montessori. I Tanoka hanno un solo figlio: l'amato Yamato, 7 anni. Un bambino tutto casa, scuola e judo che i genitori allevano nel segno di un'educazione piuttosto - diciamo così - rigida.

Soccorritori alla ricerca di Yamato Tanooka il bimbo abbandonato nel bosco in GiapponeSoccorritori alla ricerca di Yamato Tanooka il bimbo abbandonato nel bosco in Giappone

 

Così quando Yamato ha, «immotivatamente», cominciato a lanciare pietre contro le auto, i suoi genitori dagli occhi a mandorla (e dal cuore a prugna secca) gli hanno detto: «Ora ti abbandoniamo su questo sentiero di montagna... e noi andiamo via». La solita minaccia a salve «all' italiana»? No, i nipponici sono di parola e i Tanooka quello che dicono, fanno.

 

Quindi hanno deliberatamente lasciato il figlio tra le fresche frasche, allontanandosi in direzione opposta. Quando poi hanno tentato di rintracciarlo, Yamato era ormai sparito tra gli alberi. I Tanooka a questo punto hanno dato l' allarme, dando la colpa al povero Yamato («si è allontanato da noi per andare a cercare le fragole»), tesi che però ha convinto poco quelle volpi dei poliziotti giapponesi che hanno messo sotto torchio la coppia. Ed è così spuntata la verità: «Lo abbiamo abbandonato per punizione. Ci aveva disubbidito. Volevamo solo spaventarlo, ma poi non siamo più riusciti a trovarlo». Ormai 150 soccorritori lo stanno cercando da tre giorni.

Soccorritori alla ricerca di Yamato Tanooka il bimbo abbandonato nel bosco in GiapponeSoccorritori alla ricerca di Yamato Tanooka il bimbo abbandonato nel bosco in Giappone

 

Invano. Intanto i Tanooka sono stati incriminati per abbandono di minore. Se il bimbo non si troverà, per loro saranno guai grossissimi; ma anche se Yamato verrà trovato i guai saranno comunque grossi. Il bambino è stato abbandonato in un bosco alle pendici del monte Komagatake (alto 1131 metri) sull' isola di Hokkaido, una zona in cui vivono molti animali selvatici tra cui anche orsi bruni. Al momento della scomparsa il bambino non aveva cibo con sé e indossava una maglietta nera e pantaloni blu.

 

I genitori ora piangono e chiedono scusa: «Ci siamo allontanati da lui non più di 500 metri e per soli pochi minuti». Il padre di Yamato ha dichiarato a un reporter della tv Asahi che non ha voluto ammettere la verità, nel momento in cui ha richiesto aiuto. In Giappone non sono pochi i casi di violenze ai danni di bambini. Si stima che il Centro per la protezione dei minori gestisca circa 89 mila casi l'anno.

 

Soccorritori alla ricerca di Yamato Tanooka il bimbo abbandonato nel bosco in GiapponeSoccorritori alla ricerca di Yamato Tanooka il bimbo abbandonato nel bosco in Giappone

Non sono però solo i bambini a essere vittime di patologiche forme di rigore e severità. L'ultimo tragico caso di appena qualche giorno fa è quello relativo al suicidio di un giovane, capitano della squadra di basket della sua scuola, che si è impiccato nella sua stanza il giorno successivo all' ennesimo maltrattamento da parte di un insegnante. Il ragazzo veniva, infatti, continuamente punito dal suo allenatore per i suoi errori in campo: da parte sua il coach ha ammesso i suoi particolari «metodi» che, a suo dire, rappresentano un modo per «motivare» la squadra. L' importante è vincere, mica partecipare.

 

 

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