IL PRINCIPE CONTADINO - "IO E CARLO D’INGHILTERRA ALLEATI PER AMATRICE", PARLA IL FONDATORE DI SLOW FOOD CARLIN PETRINI: "IL PRINCIPE MI HA CHIESTO DI ORGANIZZARE UN EVENTO A LONDRA PER PROMUOVERE I PRODOTTI TIPICI DELLE REGIONI TERREMOTATE - CARLO SA DISCUTERE ALLA PARI CON I PRODUTTORI DI RAZZE SUINE E TECNICHE DI COLTIVAZIONE'' – A FIRENZE L’EREDE AL TRONO GIOCA A TRESSETTE ALLA CARITAS - VIDEO
Cristina Nadotti per la Repubblica
«Non è stata la passerella dell' autorità di turno, è stato l' incontro di un esperto con i custodi di prodotti alimentari d' eccellenza». Carlo Petrini e l' erede al trono d' Inghilterra sono legati da «un' amicizia vera» ( il fondatore di Slow food lo sottolinea)e la visita del principe Carlo ad Amatrice non poteva che sfociare in un nuovo progetto comune.
Cosa significa per le zone colpite dal sisma la visita del principe Carlo?
«Intanto qualunque cosa contribuisca a tenere i riflettori accesi sulla zona è importante - sottolinea Petrini - In più, le competenze del principe sono servite a rimarcare che per far rinascere il territorio bisogna far ripartire subito la sua economia. Carlo d' Inghilterra conosce tutti i prodotti della zona e soprattutto è convinto sostenitore di un' economia agro-pastorale di qualità, attenta al valore culturale delle produzioni di piccola scala. Anche senza il terremoto, i problemi di questi produttori di piccola scala sono diversi e articolati. La difficoltà a determinare i prezzi dei propri prodotti per posizionarsi in modo dignitoso sul mercato è un vulnus che rende davvero difficile la vita di chi ha deciso di dedicarsi a un tipo di agricoltura sostenibile e alla produzione di cibo di qualità.
Questo perché le logiche che spingono i prezzi al ribasso non si adattano per nulla a questo tipo di produzioni, i cui costi sono elevati».
Il principe ha fatto richieste specifiche su cosa visitare?
«Sì, è venuto con l' idea precisa di dare una mano a un sistema produttivo devastato. Per questo a fine visita ha fatto subito una proposta concreta, mi ha chiesto di organizzare un evento a Londra per far conoscere i prodotti tipici della zona agli inglesi e promuoverne così la commercializzazione all' estero. Ha incontrato i produttori di Lazio, Umbria e Marche, individuati da Slow food e da Campagna Amica».
Come ha reagito la gente di Amatrice?
«Nel dramma che stanno vivendo avere obiettivi precisi, vedere degli spiragli di sviluppo è essenziale. E poi si sono resi conto che la proposta non veniva dal politico di turno che fa vaghe promesse di aiuto, ma da qualcuno che sa ragionare alla pari con loro di razze suine e tecniche di coltivazione, che conosce il loro straordinario patrimonio di cultura e di biodiversità».
Vuole dirci che alla fine il principe è diventato contadino?
«Direi proprio di sì. Ha fatto domande pertinenti su ogni marchio, anche perché, visto il suo coinvolgimento con Terra Madre, la rete mondiale per creare un modello alternativo di produzione e consumo del cibo, conosceva tutti i più importanti. Pur sapendo quali sono i suoi interessi e le sue competenze è riuscito a stupirmi quando si è fermato a lungo per parlare con una coltivatrice di roveja, una varietà di piselli selvatici che rischia l' estinzione, e ha voluto sapere ogni particolare delle tecniche per salvaguardarli ».
Perché nell' enorme disastro del sisma è essenziale pensare alla roveja?
«Perdere anche una soltanto delle eccellenze della zona è come perdere un asso nella mano decisiva di briscola. Il principe Carlo è rimasto sconvolto dall' entità della distruzione, ma poiché è consapevole che a far vivere quei luoghi è una civiltà agropastorale ha puntato subito ai suoi pilastri. Non a caso, nel progettare l' evento di Londra sui prodotti tipici, ha pensato anche all' importanza di far ripartire il turismo. Carlo vuole lavorare anche per questo, e sono certo che le zone terremotate non potrebbero avere un testimonial migliore, perché ogni sua iniziativa non sarà dettata solo dall' empatia, ma da una conoscenza specifica dei problemi ».
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