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LO SCONTRO USA-CINA SI FA SENTIRE E NE FA LE SPESE TIKTOK - IL SOCIAL MEDIA CINESE SENTE LA PRESSIONE DI EUROPA E STATI UNITI PER I NUOVI REGOLAMENTI SULLA PRIVACY DEGLI UTENTI - IL CEO DI TIKTOK È ANDATO A BRUXELLES PER CONFERMARE GLI IMPEGNI SULL'ARGOMENTO E LA STRETTA SUI CONTENUTI "TOSSICI" TROVATI SULLE PIATTAFORME - IN AMERICA NON SONO COSÌ DISPOSTI AL DIALOGO E SI È TORNATO A DISCUTERE SU UNA VENDITA FORZATA DEGLI ASSET AMERICANI DI TIKTOK…

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Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”

 

TikTok torna sotto i riflettori. Mentre in America l'amministrazione Biden riporta d'attualità il progetto di imporre la vendita delle attività statunitensi, dopo il tentativo fallito dal presidente Donald Trump, in Europa il social network, controllato dalla cinese ByteDance, gioca d'anticipo e sceglie la strada della collaborazione con la Commissione Ue.

 

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Su sua richiesta, il ceo di TikTok, Shou Zi Chew, ha incontrato a Bruxelles la vicepresidente e responsabile dell'Antitrust, Margrethe Vestager; il vicepresidente e commissario alla Giustizia, Didier Reynders; la commissaria per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourova; e la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson. Il 19 gennaio, inoltre, avrà una video conferenza con il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, che era in missione in Spagna. L'obiettivo: rassicurare l'Unione che la app cinese rispetterà i nuovi stringenti regolamenti europei sulle aziende tecnologiche e gli impegni in materia di privacy e sicurezza.

 

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Attualmente su TikTok sono in corso due indagini condotte dall'autorità irlandese per la protezione dei dati, ma cresce lo scrutinio anche in Francia e in Germania. Se Reynders ha chiesto al manager cinese di collaborare con le autorità irlandesi, Vestager ha voluto sapere come il social network si sta preparando per adempiere ai nuovi obblighi previsti dal Digital Services Act e il Digital Markets Act.

 

Il primo ha lo scopo di ripulire i contenuti tossici dalle piattaforme online, il secondo è progettato per frenare il potere delle grandi aziende digitali. Ma la discussione ha toccato anche gli obblighi in materia di privacy e trasferimento dei dati. A Shou Zi Chew è stato inoltre chiesto di migliorare la lotta all'incitamento all'odio online e di garantire la tutela dei consumatori, bambini inclusi. Oltreoceano è un'altra storia.

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Dopo che lo scorso novembre il direttore dell'Fbi Christopher Wray ha dichiarato che TikTok pone rischi per la sicurezza nazionale, segnalando la minaccia che il governo cinese potrebbe sfruttare il social network per influenzare gli utenti o controllare i loro dispositivi, il Congresso ha varato una legge che vieta di scaricare la app su tutti i telefoni del governo, come ha già fatto un crescente gruppo di Stati, da ultimi Ohio e New Jersey, ma pure la Camera dei Rappresentanti (a controllo repubblicano), dopo Pentagono e Senato.

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E nel Comitato sugli Investimenti esteri negli Usa, che da oltre due anni negozia con TikTok un modo per isolare i dati e le operazioni dell'azienda da Pechino, si è tornato a discutere su una vendita forzata degli asset americani di TikTok. Anche se difficile da attuare.

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