IL RAZZISMO NON FINISCE CON UN PRESIDENTE NERO - DUE RAGAZZI DI COLORE UCCISI DALLA POLIZIA IN POCHI GIORNI - PRIMA IN MISSOURI, POI LOS ANGELES: “COLPITO SENZA MOTIVO” - NYT: “TOSSICA EREDITÀ RAZZIALE”
Da www.lastampa.it
La polizia americana è nell’occhio del ciclone. A pochi giorni dal caso del teenager di colore ucciso da un agente a St. Louis, la rabbia e le polemiche montano di nuovo dopo che a Los Angeles gli agenti hanno ucciso un altro ragazzo di 25 anni, anch’egli di colore.
In ambedue i casi le vittime - secondo quanto riferito dai testimoni - erano disarmate e stavano obbedendo agli ordini della polizia. Il caso di Michael Brown a St. Louis ha spinto migliaia di persone in piazza, con episodi di scontri e violenze nelle strade della città. Una tensione elevata sulla quale è intervenuto di nuovo anche il presidente americano, Barack Obama, che ha invitato a mantenere la calma.
Nell’ultima notte di proteste la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla di manifestanti che per la quinta notte consecutiva protestava a Ferguson, nel Missouri. L’opinione pubblica si chiede perché le autorità non hanno reso noto l’identità del poliziotto che ha sparato a Michael, accusandoli di voler proteggere «uno di loro». Due giornalisti, rispettivamente del Washington Post e dell’Huffington Post, sono stati arrestati, mentre coprivano le proteste.
Il nuovo episodio di Los Angeles rischia di esacerbare le tensioni. Il ragazzo 25enne è stato colpito da vari colpi mentre era disteso a terra eseguendo gli ordini degli agenti, riferiscono i testimoni. Trasportato in ospedale è stato sottoposto a un intervento chirurgico ma è poi morto. I contorni dell’accaduto non sono chiari, ma i testimoni puntano il dito contro l’abuso nell’uso della forza da parte della polizia.
Gli agenti dell’area - mettono in evidenza - erano tutti a conoscenza dei problemi mentali del ragazzo. «Hanno usato la forza senza motivo. Lo hanno colpito diverse volte mentre era sdraiato a terra. Quando la mamma è arrivata - afferma un testimone - non l’hanno consolata».
Il nuovo episodio ha indotto il presidente a intervenire, per la seconda volta in cinque giorni: «Chiedo a tutti di ricordare il ragazzo tramite la riflessione. Dobbiamo consolarci l’un l’altro, e parlarci in modo da alleviare il dolore, non di aumentarlo» afferma Obama, assicurando che il Dipartimento di Giustizia continuerà a indagare.
Il caso Brown è come «una vecchia ferita che si riapre», mette in evidenza il governatore del Missouri, Jay Nixon. All’incidente dedica un lungo commento anche il board editoriale del New York Times: «Non ci vuole un’indagine del Federal Bureau of Investigation (Fbi) per capire la storia della segregazione razziale e delle diseguaglianze economiche. St. Louis è stata a lungo una delle città con le aree metropolitane più segregate e restano ancora profonde divisioni fra i residenti neri e i bianchi che dominano il consiglio comunale e la polizia. La morte di Michael Brown ci ricorda la tossica eredità razziale ancora presente nelle città americane».
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