ILLEGITTIMA DIFESA - È STATO SOTTOPOSTO A FERMO VINCENZO PALUMBO, IL CAMIONISTA CHE A ERCOLANO HA AMMAZZATO A COLPI DI PISTOLA TULLIO PAGLIARO E GIUSEPPE FUSELLA, SCAMBIATI PER LADRI, ERANO INCENSURATI. UNO LAVORAVA NELL'AZIENDA DI FAMIGLIA E L’ALTRO STAVA PER LAUREARSI IN SCIENZE MOTORIE - IL LEGALE DELL'UOMO: "NON VOLEVA UCCIDERE" (ALLORA PERCHÉ HA SPARATO UNDICI COLPI?)
1 - GIOVANI UCCISI A ERCOLANO, PALUMBO FERMATO PER DUPLICE OMICIDIO
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Vincenzo Palumbo è stato sottoposto a fermo in quanto ritenuto gravemente indiziato del duplice omicidio di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, uccisi a colpi di pistola a Ercolano (Napoli) perché scambiati per ladri. Lo rende noto la Procura di Napoli, precisando che l'autotrasportatore di 53 anni ha esploso 11 colpi con una pistola calibro 40 contro la vettura in cui si trovavano i due giovani di 26 e 27 anni.
2 - GIOVANI UCCISI:SPARATI 11 COLPI,5 SU AUTO CHE SI ALLONTANAVA
(ANSA) - Con una pistola Beretta calibro 40 Vincenzo Palumbo ha esploso 11 colpi contro la Fiat Panda in cui c'erano Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro. Lo rende noto la Procura di Napoli in un comunicato. Cinque ogive hanno raggiunto l'auto con a bordo i due ragazzi, colpita mentre si stava allontanando. I due giovani sono stati raggiunti alla testa dai colpi di pistola, dopo ceh i proiettili avevano perforato il tetto dell'autovettura. A confermare che i colpi sono stati esplosi mentre l'auto si allontanava dall'abitazione di Palumbo, sono state le immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli inquirenti.
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3- GIOVANI UCCISI: LEGALE; CHIEDE SCUSA, NON VOLEVA UCCIDERE
(ANSA) - NAPOLI, 30 OTT - ''Il signor Vincenzo Palumbo chiede scusa ai familiari non voleva uccidere. Anche lui è profondamente addolorato. Aspettiamo che la magistratura faccia il suo lavoro''.
Queste le parole dell'avvocato d'ufficio Francesco Pepe che difende Vincenzo Palumbo, l'autotrasportatore di 53 anni, proprietario di una abitazione in via Marsiglia alla periferia di Ercolano che ha esploso diversi colpi di arma da fuoco con una pistola legalmente detenuta uccidendo Giuseppe Fusella 26 anni e Tullio Pagliaro, 27 anni, incensurati, di Portici (Napoli).
4 - GIOVANI UCCISI: OMICIDA, VISTO RAGAZZO SCAPPARE DA CASA MIA
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(ANSA) - Durante l'interrogatorio reso al procuratore aggiunto di Napoli Pierpaolo Filippelli, Vincenzo Palumbo, l'autotrasportatore 53enne accusato di avere ucciso davanti la sua abitazione di Ercolano (Napoli) due giovani scambiati per ladri, ha riferito agli inquirenti della Procura di Napoli di essere stato svegliato dal sistema d'allarme della sua abitazione, che di avere preso la sua pistola, che custodiva sotto il letto dopo avere subito un furto lo scorso 4 settembre, per poi uscire sul terrazzo di casa con l'intenzione di respingere i ladri.
Palumbo ha anche detto di avere visto un giovane scappare dalla sua proprietà: il ragazzo, dopo avere udito le sue grida, si è rifugiato nella Fiat Panda che lo attendeva con il motore accesso. A questo punto il camionista riferisce di avere sparato 4 o 5 volte malgrado la sua pistola si fosse inceppata dopo il primo colpo.
5 - UCCIDE DUE VENTENNI IN AUTO DAVANTI A CASA: «PENSAVO FOSSERO LADRI»
Dario Sautto per “Il Mattino”
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Nel cuore della notte si è affacciato al balcone, ha impugnato la pistola, ha preso la mira con precisione ed ha sparato all'impazzata verso una Fiat Panda parcheggiata a pochi metri da casa.
Almeno sei colpi di pistola sono stati esplosi all'indirizzo della vettura a bordo della quale erano seduti due ragazzi di 26 e 27 anni. Così sono morti i due giovani Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, entrambi di Portici, incensurati.
Tullio Pagliaro lavorava per l'azienda florovivaistica di famiglia, Giuseppe Fusella era prossimo alla laurea in Scienze motorie. Due classici bravi ragazzi, che sono andati inconsapevolmente incontro alla morte la scorsa notte perché forse scambiati per ladri.
Il duplice omicidio è avvenuto intorno all'1.30 della notte tra giovedì e venerdì in via Marsiglia, frazione San Vito di Ercolano, una zona più vicina al cratere del Vesuvio che al centro cittadino.
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Tre case raggruppate in poche decine di metri, il buio pesto che le avvolge di notte, le rocce vulcaniche e qualche frutteto. La zona dove vive con la moglie e la figlia Vincenzo Palumbo, autotrasportatore 53enne, è isolata, silenziosa. E di notte, è facile accorgersi di ogni piccolo movimento, anche del semplice passaggio di un'automobile.
L'ACCUSA
Da ieri mattina, Palumbo è in stato di fermo perché accusato dalla Procura di Napoli di duplice omicidio, ma fino a tarda ora era ancora nella caserma dei carabinieri di Torre del Greco, con il decreto di fermo che è stato firmato poco dopo mezzanotte. Dalla scorsa notte, dunque, Palumbo è detenuto nel carcere di Poggioreale, in attesa della convalida del fermo.
Dopo una lunga attesa nella saletta, nel pomeriggio la figlia del 53enne ha accusato un malore, è scoppiata in un pianto ed è tornata a casa, insieme alla mamma e al fidanzato. Poco più di un mese fa, ha raccontato Palumbo agli inquirenti, aveva subito il furto dell'auto e per questo temeva che la sua casa potesse essere in pericolo.
Potrebbe essere racchiuso tutto in questo precedente il motivo che ha spinto il 53enne ad impugnare una pistola regolarmente detenuta insieme ad alcuni fucili da caccia e a fare fuoco da una quindicina di metri di distanza.
Come se fosse in un poligono di tiro, con due bersagli da colpire. Almeno quattro colpi non sono andati a segno, due invece hanno centrato in pieno i due giovani alla testa. Le ogive hanno sfondato il parabrezza dell'auto colpendo alla testa i due ragazzi di Portici, morti praticamente in pochi istanti. Dopo aver sparato, Palumbo ha spiegato di aver atteso qualche minuto. Nessuno è uscito dalla vettura, dunque è sceso in strada a controllare.
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LA CHIAMATA
AL 112 Intorno alle 2, dunque mezz'ora circa dopo i fatti, ha chiamato lui il 112 spiegando ai carabinieri di aver sparato a due ladri. Una versione che Palumbo ha ribadito più volte anche al magistrato di turno presente l'aggiunto Pierpaolo Filippelli, della procura napoletana guidata dal procuratore Gianni Melillo durante il lungo interrogatorio, iniziato all'alba.
Più volte ha spiegato di aver sparato «contro dei ladri» e di non aver avuto intenzione di uccidere. Una versione che non convince appieno gli inquirenti e che non è una vera e propria confessione.
La prima ricostruzione effettuata dagli investigatori sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Torre del Greco e della tenenza di Ercolano non si discosta di molto da quella fornita dal presunto assassino, ma ci sono alcuni dettagli da chiarire che non sono di poco conto.
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Può il semplice rancore per un furto subito ormai più di un mese fa spingere una persona a sparare nel cuore della notte contro due persone semplicemente parcheggiate in un'auto? E soprattutto, perché quei due ragazzi a quell'ora della notte erano fermi sul ciglio di una strada parzialmente sterrata a ridosso di tre abitazioni?
Di sicuro, Tullio e Giuseppe non erano armati, non possedevano arnesi da scasso, né avevano stupefacenti. Si erano incontrati in serata, per assistere alla partita del Napoli in un bar di Portici. Poi, dopo la gara, erano andati in giro.
Forse in un locale a bere qualcosa, forse semplicemente a fare due chiacchiere tra amici che «si frequentavano da tempo» come ha spiegato uno zio del 27enne. Sul luogo della sparatoria sono intervenuti gli esperti della squadra rilievi del nucleo investigativo del Gruppo carabinieri di Torre Annunziata, che hanno effettuato una serie di attività per stabilire il luogo esatto da cui sono stati esplosi i colpi di pistola e le possibili traiettorie dei proiettili.
IL TERRAZZO
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I rilievi hanno riguardato in particolare il terrazzo dal quale Palumbo avrebbe sparato e alcuni terreni adiacenti al luogo in cui sono stati trovati i cadaveri dei due ragazzi. La Fiat Panda crivellata di colpi è finita sotto sequestro e sarà sottoposta ad ulteriori accertamenti.
Le salme dei due giovani sono state trasferite all'obitorio del Policlinico di Napoli, a disposizione della Procura in attesa dell'autopsia. Acquisite anche le immagini registrate dalle telecamere di una delle villette di via Marsiglia, che potrebbero servire per chiarire ulteriori dubbi.